(di Luca Parmigiani) Zeman il ritorno. Sarà lui il nuovo allenatore di una Roma che dovrà risorgere dalle disfatte della stagione appena conclusa.
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Zeman il ritorno: numeri e ricordi del primo biennio giallorosso del Boemo
(di Luca Parmigiani) Zeman il ritorno. Sarà lui il nuovo allenatore di una Roma che dovrà risorgere dalle disfatte della stagione appena conclusa.
Il Boemo torna a Trigoria dopo tredici anni e dopo essere stato vicino a un primo ritorno sette anni fa (la proprietà optò invece nel 2005 per Spalletti).
In città si respira già aria di Zemanlandia con una piazza che ha ritrovato di slancio l’entusiasmo perduto, ricordando lo spettacolo e le battaglie che l’ormai ex allenatore del Pescara ha condotto nella Capitale. Ecco il bilancio del suo biennio romano attraverso numeri, aneddoti e curiosità.
I NUMERI- Spettacolo e tanti gol, che a onor del vero purtroppo in alcuni casi hanno portato anche a qualche pesante batosta. Le squadre di Zeman segnano tantissimo e il biennio romanista non fa altro che confermare quanto detto: miglior attacco del campionato sia nella stagione 1997-98 (67 gol fatti come la Juventus Campione d’Italia) che nel 1998-99 (69 gol fatti). I giallorossi ottengono il primo anno un ottimo quarto posto, che all’epoca significava però solo l’accesso alla Coppa Uefa, e arrivano quinti l’anno successivo, ad una sola lunghezza dal quarto posto che valeva in questo caso la possibilità di giocarsi i preliminari di Champions League. Buoni numeri anche per quanto riguarda la differenza reti: + 25 nel 97-98, migliore dell’Udinese terza in classifica e meglio di Parma e Lazio, vincitrice quell’anno della Coppa Italia. L’anno seguente la differenza reti si attesta a +20, terza migliore differenza reti dopo Lazio e Milan, meglio di Fiorentina e Parma, terza e quarta classificate.
LE GOLEADE – Sono proprio le goleade a far impazzire il pubblico giallorosso, che ancora ricorda diverse partite con una certa nostalgia: nella stagione 1997-98 i risultati più rotondi sono contro il Napoli (un tennistico 6-2) e due 5-0 rifilati sul finire della stagione al Brescia e al Milan di Capello (contro i rossoneri il primo tempo si conclude sul 4-0). Nel 98-99 invece le vittorie nette dei giallorossi sono un 4-0 contro l’Udinese, un 5-1 al Perugia e due 4-1 entrambi in trasferta (al Bari e all’ultima di campionato contro il Vicenza).
Da aggiungere un’altra partita che ha regalato sì emozioni a non finire ma che è coincisa purtroppo con una sconfitta: è Roma-Inter del 2 maggio 1999, terminata 4-5 a favore dei nerazzurri con un’altalena di reti che ancora sono impresse nella memoria dei tifosi giallorossi.
I DERBY – I derby sono stati il vero cruccio di Zeman nel primo anno: quattro stracittadine perse in una sola stagione hanno fatto sprofondare nell’incubo i sostenitori giallorossi. Ai due di campionato si sono aggiunti i due di Coppa Italia, con conseguente eliminazione dal torneo nazionale. La stagione successiva però è tempo di riscatto: Lazio-Roma 3-3 è una partita da leggenda, epica. I giallorossi, dapprima in vantaggio con Delvecchio, si ritrovano sotto di due reti (doppietta di Mancini e rigore di Salas) e di un uomo per l’espulsione di Petruzzi. Potrebbe essere una mazzata per tutti ma nel giro di due minuti gli uomini di Zeman recuperano il risultato prima con Di Francesco e poi con la prima rete nei derby di Totti. Una partita che sarebbe diventata Storia se l’arbitro non avesse annullato il 4-3 regolare di Delvecchio…
Il derby di ritorno è un'apoteosi: la Roma ferma una Lazio lanciata verso lo scudetto grazie alla doppietta di Delvecchio e alla rete di Totti. I tifosi della Magica, ebbri di gioia, tornano a festeggiare un derby vinto dopo cinque anni (Lazio-Roma 0-3 del 1994). E’ il derby del “Vi ho purgato ancora”, che aggiunge un tocco di goduria in più alla vittoria.
ARIA D’ADDIO- Dopo la trionfale conclusione della stagione 1997-98, Roma quarta in classifica, sorpasso alla Lazio e finalmente tanto entusiasmo dopo l’annus horribilis 1996-97 targato Carlos Bianchi, al termine della stagione 1998-99 si respira aria d’addio. Zemanlandia stava volgendo alla conclusione, con il Presidente Sensi in procinto di chiamare Capello al posto del Boemo. L’ultima gara infatti si gioca a Vicenza, i giallorossi vincono 4-1 ma al termine della gara è tempo di saluti. Zeman forse fiuta l’aria e dichiara "Se dipendesse da me non depositerei il contratto per il prossimo anno", Tommasi parla dei tanti rimpianti e dei tanti punti persi che non hanno permesso alla Roma di raggiungere il quarto posto per un solo punto, Candela sembra già con le valigie in mano salvo poi fare marcia indietro e in generale c’è poca aria di fare festa.
Dopo tredici anni, dunque, si ricomincia con Zeman carico più che mai e un pubblico già schierato quasi interamente dalla sua parte. Zemanlandia, si (ri)parte.
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