(di Giovanni Gallo)"Zeman non cambia, adatta gli uomini al suo modulo". Questa affermazione dal sapore di accusa è stata accostata a Zeman come un binomio univoco, ma non si è dimostrata veritiera. Tre cambiamenti hanno caratterizzato questa prima parte di campionato giallorosso: il modulo, il gioco, gli uomini in campo; cambiamenti strettamente collegati tra loro.
news as roma
Zeman il Riformatore
(di Giovanni Gallo) “Zeman non cambia, adatta gli uomini al suo modulo”. Questa affermazione dal sapore di
IDEE - Ieri il modulo è stato adattato agli uomini, il problema di avere due giocatori simili come Destro e Osvaldo è stato risolto facendo accentrare entrambi, con continui scambi di posizione. Stand by 4-3-3 con i suoi esterni e via al Totti trequartista, capace di creare un gran numero di assist (grazie anche all'assenza di pressing del Pescara per almeno 70 minuti) non sfruttati. La paura di farsi scappare la vittoria con un modesto Pescara ha portato uno stravolgimento nelle idee di gestione del risultato. Tre sostituzioni, tre centrocampisti: Perrotta esterno destro; Marquinho esterno sinistro; Pjanic, Tachtsidis e Bradley al centro. E non abbiamo detto Tallo per Totti, o Nico Lopez per Destro.
Zeman, con fare perplesso, si esprime nel dopo partita sottolineando che la Roma non gioca come deve, troppo orizzontale. Stesso discorso dopo la vittoria con il Torino. In due gare, però, sono stati raccolti 6 punti con 3 gol fatti e 0 subiti. Ora ci chiediamo quanto sia dovuto dalla squadra che non 'esegue' le direttive del mister, o quanto si stato decisivo lo stesso Zeman con i suoi cambi di modulo. Cambi che, consapevolmente, hanno modificato il modo di gestire la gara.
GIOCATORI - Un allenatore consapevole del cambiamento, come la gestione degli uomini a disposizione. Una squadra in continua evoluzione, alla ricerca della propria identità attraverso i suoi titolari. "La squadra è formata da 23 titolari", ma in realtà non è così. Entrano in gioco meccanismi, che vengono ottimizzati solo attraverso determinati giocatori, l'amalgama che dà equilibrio alla squadra. Procedure che Zeman sta ancora attuando. In difesa incalza il ballottaggio tra Goicoechea e Stekelenburg, Marquinhos ha sostituito Burdisso nelle gerarchie, a Taddei vengono preferiti gli adattamenti sulla fascia dei due centrali brasiliani. Il centrocampo, caso ancora aperto, hai visto l'intoccabilità di Tachtsidis nel ruolo di regista, poi è stato sostituito da De Rossi (in più di una occasione, ultima è quella non sfruttata nel derby) e infine da Bradley, che sembra aver dato maggiore equilibrio ai reparti. L'unico a non essere stato accontentato è Pjanic, utilizzato da intermedio e, addirittura, da esterno offensivo. Marquinho non è entrato in pianta stabile tra i titolari, ma le sue ottime prestazioni da 'giocatore entrante' ne hanno fatto, forse suo malgrado, una qualità da sfruttare. Infine Perrotta, un giocatore finito, quasi un peso (così era stato fatto passare agli occhi dei più), si è fatto trovare sempre pronto con la sua esperienza, alcune volte per salvare il salvabile ed altre per evitare di calare a picco. Capitolo attacco: Destro viene gestito con parsimonia in un attacco ben fornito e con il problema della mancanza di esterni. Nico Lopez potrebbe essere l'unico a lamentarsi (ultima presenza il 16-09-12 con il Bologna), ma parliamo per assurdo. Ognuno ha avuto l'occasione di mettersi in mostra e continuerà ad averla. Zeman si è dimostrato tutto, tranne che conservatore.
© RIPRODUZIONE RISERVATA