"Mi piacerebbe diventare una bandiera della Roma" questa un'anticipazione dell'intervista a Nicolò Zaniolo in onda oggi a Sky Sport. Il numero 22 giallorosso si racconta toccando tanti temi: dall'esordio all'infortunio, passando per la Nazionale. Di seguito le sue parole:
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Zaniolo: “L’infortunio mi ha fatto crescere, ora vorrei finire il campionato in campo”
Le parole del numero 22 giallorosso sulla rottura del crociato: "Ho subito capito la gravità della situazione. Nei giorni successivi ho metabolizzato, facevo il conto a alla rovescia per tornare in campo"
Come va con il recupero?
Va molto bene. Ogni giorno miglioro sempre di più. La mia vita quotidiana non è cambiata tanto. Prima andavo al campo e facevo i miei esercizi, ora li faccio a casa ma ogni giorno mi dò degli obiettivi. Il mio ginocchio sta rispondendo bene.
Hai reagito con grande forza, come sono stati i primi giorni?
I primi due o tre giorni facevo fatica anche a parlare, è stata una doccia fredda. Ho subito capito la gravità dell'infortunio. Nei giorni successivi ho metabolizzato, facevo il conto alla rovescia per tornare in campo, continuando a fare quello che mi chiedevano.
Messaggio di Mariani: i medici della Roma mi dicono ottime cose sulle tue condizioni. Voglio rivedere presto un ragazzo che è riuscito a spostare campionato ed Europei
Devo ringraziarlo. La sera di Roma-Juve quando mi ha detto che era rotto il ginocchio ero in lacrime, ma lui mi è stato sempre vicino. Mi veniva a incoraggiare due-tre volte al giorno. Se tutto andrà bene è anche grazie a lui.
Hai rivisto l'azione che ha portato all'infortunio?
Non nascondo che la vedo ancora adesso. Mi vengono ancora i brividi. E' stata una delle sensazioni più brutte delle mia vita. Auguro che non capiti a nessuno.
E' possibile pensare a Zaniolo in campo alla ripresa degli allenamenti?
Siamo al terzo mese e non so bene le dinamiche. Sono dell'idea che è sempre meglio un giorno in più che uno in meno. Ora penso a stabilizzare il ginocchio al 100%, poi se c'è la possibilità sono il primo a voler concludere il campionato con la mia squadra.
Cosa ti ha insegnato l'infortunio?
Molte cose. Mi dicevano che sarebbe servito per crescere ed è la verità. Ti fa mettere sul tavolo le cose importanti, sto curando le cose nei minimi particolare per tornare meglio di prima. Mi ha insegnato a stare attento ai dettagli.
E' vero che tra i tanti messaggi ne hai ricevuto uno da Modric?
Sì, perché ci eravamo incontrati in Champions e in amichevole quest'estate. Ho scambiato la maglia e due battute con lui. Mi ha scritto ed è stato un grande riconoscimento da un campione come lui.
Sull'esordio al Bernabeu
Io mi ricordo ancora la riunione tecnica prima della partita. Il mister mi disse se fossi pronto a giocare e io incredulo gli ho detto di sì. Ancora oggi sento le emozioni e le palle che ho toccato quel giorno. Non lo dimenticherò mai.
Di Francesco ti aveva fatto capire che avresti giocato?
Il giorno prima neanche pensavo di partire per Madrid. La lista Champions era da 22-23 giocatori e noi eravamo 26. Mi ha convocato e poi me lo ha detto alla riunione tecnica. Non mi aveva lasciato capire nulla.
Quanto sono stati importanti Mancini e Di Francesco?
Di Francesco mi ha inserito tra i grandi e mi ha fatto capire come funzionasse e quanto sia importante il lavoro settimanale. Devo tanto a lui come a Mancini che ha creduto in me convocandomi senza mai una partita tra i professionisti. Quando mi ha chiamato in Nazionale non ci credevo, vedevo il mio nome a Sky e pensavo fosse un errore. Non avevo fatto nulla e non mi sembrava vero. Il primo giorno a Coverciano ero come un bambino al parco giochi.
C'è stato un periodo in cui hai pensato di non farcela?
Io venivo dal settore giovanile alla Fiorentina, erano la mia famiglia. Avevo amici nella squadra e mi hanno scartato. Sono andato all’Entella, avvicinandomi a casa, ma anche lì facevo fatica e non giocavo. Scartato da una parte ed in panchina dall’altra non ce la facevo. Mio papà mi ha detto di fare una settimana a mille e di vedere cosa sarebbe successo. Da lì è partito tutto e lo devo ringraziare.
Come nasce la trattativa con la Roma?
Ho finito il percorso in Primavera e volevo andare a giocare con i grandi. Non mi aspettavo la chiamata della Roma, ma anche qui è stato casuale. Ero in giro con gli amici, mio papà mi ha mandato un messaggio chiedendomi se fossi pronto a partire per Roma già il giorno dopo. Una società grandissima, tifosi bellissimi e non mi sarei aspettato mai tutto questo
Che città è Roma?
E' una città fantastica e in grado di amarti. La società è unica e la città vive di calcio. Vivo benissimo qui e ho trovato anche la fidanzata. Devo molto se non tutto alla Roma.
L'aspetto emotivo e del carattere in campo stanno mettendo Zaniolo dentro la passione dei tifosi. Lo senti tutto questo?
Certo. Faccio un esempio. Quando ho subito l'infortunio a Villa Stuart c'erano tantissimi tifosi pronti per salutarmi. C'è un ragazzo che ogni giorno mi fa il conto alla rovescia per quando dovrò rientrare e questo mi riempie il cuore. Stanno facendo di tutto per tirarmi su di morale anche quando è più dura.
Chi è Totti per te?
Totti, per me, per tutti, è il simbolo di Roma. Totti e De Rossi sono simboli difficili da eguagliare. Mi piacerebbe diventare una bandiera della Roma come a tutti, ma ora devo pensare a rientrare e a giocare. Ora voglio rimanere il più a lungo possibile perché sono innamorato di questa città.
Hai mai pensato di chiedere la 10?
No no, sto bene con la 22 (ride, ndr).
Cosa è successo in U21 con Kean che vi ha escluso dal ritiro?
Erano due o tre giorni di fila che con Kean facevamo ritardo alla riunione tecnica. E' stato un periodo negativo. Ero alla fine dell'anno ed ero stremato fisicamente e mentalmente e mi sono lasciato andare. Mi ha insegnato molto quell'esperienza. Ci sono stati una serie di ritardi consecutivi e mister Di Biagio giustamente ha deciso di lasciarci fuori. Guardavamo poco il gruppo Whatsapp dove c'erano gli orari e giocando alla playstation ci dimenticavamo delle riunioni tecniche. La punizione fu giustissima anche per dare un segnale al gruppo.
Con Fonseca c'è stato subito feeling?
Io ero reduce dall'Europeo U21 e sono arrivato 4-5 giorni dopo la squadra, ma con il mister ho avuto subito un gran feeling. Mi ha detto dove migliorare e cosa fare. Ho seguito le sue indicazioni: è preparato, dice sempre le cose in faccia ed è un mister adatto alla Roma.
Com'è stato vedere la Roma da fuori? Cosa è mancato alla squadra ultimamente?
Per me è mancato il coraggio in campo di far la giocata. Magari facevamo la cosa più semplice e le partite diventavano prevedibili. Poi ci siamo ripresi e a Cagliari abbiamo fatto una grande partita.
Il tuo ruolo preferito?
Prima di oggi non avevo mai fatto l'esterno destro. Giocandoci devo dire che mi trovo molto bene. Posso puntare la porta avendola sempre di fronte e saltare l'uomo. Il ruolo da mezzala mi piace perché sono nato lì e anche da trequarti posso giocare. Ad oggi preferisco comunque fare l'esterno.
Come trascorri il tempo ora?
Mi alzo più tardi così le giornate sono meno lunghe. Mangio e mi alleno un po'. Poi sto con la mia ragazza e faccio due chiacchiere con la mamma. A seguire film e cena. Le giornate sono abbastanza monotone. In questi giorni sono abbastanza insopportabile e faccio arrabbiare mamma e fidanzata e spesso devo chiedere scusa.
La Roma si è distinta per le iniziative contro il coronavirus. Cosa ne pensi di questo comportamento?
Come ho già detto queste iniziative sono fondamentali e sono orgoglioso di farne parte. La salute è più importante del calcio. Devo ringraziare anche i tifosi che hanno donato e sono orgoglioso di questa società, spero di restarci tanto.
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