Dopo i comunicati diramati da Roma e Fiorentina la sera degli avvenimenti, poi l'indagine avviata dalla procura Federale e infine la nuova dura nota ufficiale del club giallorosso, Nicolò Zaniolo prende la parola e - dopo la storia su Instagram con cui ha chiesto scusa respingendo però la versione secondo cui ha colpito due giocatori romanisti - ribadisce: "Stavolta non ci sto. Quando ho fatto delle sciocchezze, come con l’arbitro l’ultima volta all’Olimpico, mi sono sempre assunto le mie responsabilità accettando la punizione, la squalifica, ma in questo caso non posso passare per quello che scatena le risse e mette le mani addosso a un ragazzino". L'attaccante racconta a 'Il Corriere dello Sport': "Dovevo fare pipì e il primo bagno che ho trovato era quello dello spogliatoio della Roma, ho chiesto il permesso di entrare e me l’hanno concesso con un sorriso. “Ma che, devi anche chiederlo?”. Incrociando i ragazzi ho dato loro il cinque dicendo bravi. Uscito dal bagno, uno di questi ragazzi a voce alta mi ha provocato e quando gli ho chiesto se era proprio a me che si riferiva mi si è avvicinato. Ho perso la calma ma non l’ho colpito".


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Zaniolo chiarisce: “Stavolta non ci sto. Mai alzato le mani, sono cambiato”
Poi continua: "Non ho mai alzato le mani, non ci sono stati schiaffi, né tantomeno pugni. Ho la coscienza pulita e non ho problemi a parlare con la procura federale o con il ragazzo in questione a cui ho messo solo una mano sulla spalla perché i toni erano poco simpatici. Sono cambiato, anni fa la rissa forse ci sarebbe stata ma si cresce, grazie a Dio. Ora so farmi anche rispettare con le parole. Quello che ho trovato totalmente fuori luogo è il comportamento di alcuni adulti che sono passati dalla richiesta dell’autografo all’offesa. Ho ricevuto anche una tacchettata nel polpaccio".
Secondo il quotidiano, pochi minuti dopo il fischio finale del match Zaniolo decide di entrare negli spogliatoi, incrocia i ragazzini della Fiorentina che festeggiano e si congratula con loro, poi entra nella stanza riservata agli sconfitti. Magari l’intenzione è buona, augurare buona fortuna ai giovani della Roma. Ma il suo ingresso non autorizzato e le sue parole vengono letti come un modo di irridere l’avversario. Mattia Almaviva lo insulta e lo invita ad andarsene. Zaniolo reagisce male. E scatta il parapiglia. Almaviva viene colpito. Ma ha la peggio un altro giocatore della Roma, Marco Litti, scaraventato durante la rissa contro una panchina. Succede tutto in pochi secondi, perché i litiganti vengono velocemente separati. Zaniolo viene accompagnato subito fuori dal Viola Park e ha una crisi di pianto, capisce di averla combinata grossa. Ma giura di non aver picchiato nessuno. Tra oggi e domani la Procura dovrebbe ascoltare i protagonisti, Zaniolo spera in una squalifica a giornate che gli consentirebbe di giocare all'estero e in Champions a differenza di uno stop a tempo, valido in tutto il mondo. La strada sembra possa essere quella del patteggiamento con sconto di pena.
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