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Getty Images
Era il 28 aprile 2022, poco più di due anni fa, quando Zalewski offrì l'assist del momentaneo vantaggio di Pellegrini in casa del Leicester. Un momento fantastico per il polacco, che - dopo l'ottima prestazione nel 4-0 al Bodo Glimt - aveva trovato anche il lampo giusto per indirizzare la Roma verso la finale di Tirana. Farlo giocare a sinistra era stata un'intuizione di Mourinho, dettata anche dai soliti problemi muscolari dei titolari. Un'intuizione che aveva permesso alla Roma di riacquisire imprevedibilità e dinamismo sugli esterni. Ora però, a soli due anni di distanza, il matrimonio fra Zalewski e la Roma sembra già ai titoli di coda e si parla quasi esclusivamente di un accordo che lo spedirebbe a Torino nell'affare per Bellanova.
Al momento non corre buon sangue tra Zalewski e la dirigenza giallorossa: Ghisolfi non lo ha ancora chiamato per discutere di un eventuale rinnovo e De Rossi non lo considera come un giocatore chiave del suo progetto. La scorsa stagione, invece, aveva trovato molto più spazio, giocando 33 partite e segnando anche 2 gol in Serie A. Il 23 febbraio sembrava che le cose si fossero sistemate, con il rigore pesantissimo (e decisivo) segnato al Feyenoord, che ha mandato la Roma agli ottavi di Europa League. Ma così non è stato: dopo un istante di incredibile splendore, la stagione di Zalewski è tornata ad essere in ombra, come una cometa che si allontana dall'orbita. Un bagliore che avrebbe potuto rilanciarlo con lo stesso entusiasmo della corsa di Svilar sotto la Sud, ma che, al contrario di Mile, lo ha solamente relegato negli ultimi posti della panchina.
Quest'anno i suoi minuti in campo sono calati vertiginosamente rispetto alla scorsa stagione - non solo dopo l'arrivo di DDR sulla panchina giallorossa - e quando ha messo piede in campo non ha certo incantato. Ha giocato spesso da subentrato, con poco tempo per incidere e contro clienti non semplicissimi, ma l'atteggiamento non è mai sembrato quello giusto. A partire dalla partita di ritorno contro il Leverkusen in cui si è fatto ammonire dopo pochi minuti contro Frimpong, mettendo in difficoltà tutto il reparto difensivo giallorosso. Un'involuzione che probabilmente deriva anche dalla poca fiducia che percepisce, sia quando entra in campo che a Trigoria, e le sue parole lo confermano: "Le cose si fanno sempre in due, se in una delle due parti non c'è volontà di proseguire è inutile. Ci sono tante dinamiche all'interno di un trasferimento. Ne parlerò con la società e decideremo se proseguire o separarci". Parole che sanno di addio e non sono solo chiacchiere: la Roma sta cercando acquirenti in tutta Europa e vorrebbe anche inserirlo all'interno della trattativa che porterebbe Raoul Bellanova nella Capitale.
Federico Liuti
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