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Wijnaldum: “Mi sono sentito desiderato dalla Roma. Mourinho ha usato le parole giuste”

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Il centrocampista giallorosso aggiunge: "Quando ho parlato con Pinto le sensazioni erano già buone"

Redazione

"Mourinho mi ha detto le cose giuste al momento giusto. Era quello che volevo sentire". Queste sono le parole di Georginio Wijnaldum da nuovo calciatore della Roma. Il centrocampista olandese ha rilasciato la sua prima intervista da giallorosso al canale ufficiale del club. Ecco le sue dichiarazioni:

Benvenuto a Roma. Come ti senti?

"Mi sento molto bene. Ero già in contatto con la Roma da diverse settimane. In questi giorni ho cercato di raccogliere informazioni da chi ha giocato qui e conosce l'ambiente. Devo dire che mi hanno parlato tutti molto bene del club e della tifoseria. Già lì ero rimasto impressionato. Poi ho visto quanto il club spingesse per il mio trasferimento. Ovviamente questo dà molta fiducia ad un giocatore, perchè sento di essere voluto dalla società. E poi quando sono sceso dall'aereo e c'erano già dei tifosi ad accogliermi e a cantare. Si, mi sono sentito desiderato dal club. Essere un giocatore della Roma è davvero una bella sensazione".

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Cos'hai provato quando hai sentito per la prima volta dell'interesse della Roma?

"Ovviamente conosco la Roma, ci ho giocato contro molte volte. Ho chiesto delle informazioni a Momo Salah e Kevin Strootman. Sono stati tra i primi ai quali ho chiesto ed entrambi mi hanno parlato molto bene della Roma. Da quel momento ho iniziato a pensare seriamente a questa possibilità. Pensavo a come sarebbe stato vivere a Roma e in Italia. Cercavo di raccogliere informazioni. Tutte le persone con cui ho parlato mi hanno detto che sarebbe stata un'esperienza positiva per la mia carriera. Il paese è bello, la città è incredibile. I tifosi sono molto appassionati. Quindi ho pensato che fosse una possibilità. Poi ho visto quanto il club mi volesse e ho capito che davvero avrebbe fatto di tutto. Ho anche ricevuto moltissimo affetto dai tifosi sui social media, anche se non avevo ancora firmato. È stato incredibile. E l'affetto non era solo per me, ma anche per la mia famiglia. Soprattutto mio fratello, che un giorno mi ha chiamato dicendomi che aveva ricevuto moltissimi messaggi sui social dai tifosi che volevano che firmassi per la Roma. E che scrivevano commenti sotto foto che non avevano nulla a che vedere con il calcio. In quel momento ho davvero sentito l'affetto dei tifosi e del club. I dirigenti volevano fortemente che firmassi. Lì mi sono detto che sì, volevo giocare per la Roma".

Quanto hanno influito le conversazioni con Tiago Pinto sulla tua decisione?

"Sono state importanti. All'inizio cerco sempre di evitare quel genere di conversazioni. Perchè, magari molti non lo sanno, prima che avvenga un trasferimento molte cose devono incastrarsi. Il mio agente stava trattando con Tiago Pinto e quando le cose si sono fatte concrete, ho preso la mia decisione ed ho parlato con Pinto. Quando abbiamo parlato le sensazioni erano già buone. Ancora una volta vorrei sottolineare il grande lavoro che ha fatto nel trattare con il mio agente e con il Psg. Le sensazioni erano già buone, poi l'ho sentito e ho avuto sensazioni ancora migliori. È andata bene sin dall'inizio".

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Ora lavorerai con un altro grande allenatore, ne hai avuti tanti nella tua carriera. Hai già parlato con José Mourinho?

"Sì, abbiamo parlato un po'. Ma non molto, perchè ci è voluto un po' perchè la trattativa si concretizzasse. E all'inizio non era certo che sarei arrivato. Ci siamo sentiti e lui mi ha detto le cose giuste al momento giusto. Era quello che volevo sentire. Penso che abbia molta esperienza a riguardo. Mi ha fatto un'ottima impressione. Tutti conoscono Mourinho come allenatore. Anche i giocatori con i quali ho parlato, che hanno lavorato con lui, mi hanno detto grandi cose. È stata una decisione semplice".

Hai visto qualche partita della Roma nella scorsa stagione? La finale di Conference League è stata contro una delle tue ex squadre, l'hai guardata?

"Devo dire che quella partita mi ha fatto male. Chiaramente ora sono contento per quella vittoria. Ma in quella finale facevo il tifo per il Feyenoord perché è la squadra in cui ho giocato quando ero giovane e la squadra che porto nel cuore. È una delle squadre che amo di più. In quel momento ci sono rimasto male. Ho visto altre gare, come quelle contro il Leicester. Non sono una persona che guarda calcio in continuazione perché cerco di concentrarmi anche su altre cose. Ma sì, qualche partita l'ho vista".

Ti è stata riservata una grande accoglienza ieri all'aeroporto da parte dei tifosi. Te l'aspettavi? Sei rimasto sorpreso?

"Sì, ero sorpreso. Mi era stato detto che ci sarebbero stati molti tifosi a darmi il benvenuto. Ma non sapevo cosa aspettarmi. È stato molto bello. Per la situazione da cui provenivo, vedere questo affetto da parte dei tifosi, vedere quanto sono felici per il tuo arrivo, è qualcosa di fantastico. È davvero bello vedere tutta questa gioia per il tuo arrivo".

Domenica avrai la possibilità di salutare i tifosi di persona allo stadio. Quanto sei impaziente, ma soprattutto quanta voglia hai di giocare all'Olimpico?

"Non vedo l'ora. Dopo quell'accoglienza non vedo davvero l'ora di giocare le partite perché sugli spalti ci saranno 60mila persona a fare il tifo per la squadra. Ci ho già giocato una volta con il Liverpool. Mi ricordo che è una tifoseria molto calda, che non smette mai di incitare la squadra. Sono abituato a giocare in squadre con questo genere di tifoserie. Ne ho sentito molto parlare quindi sì, non vedo l'ora".

Hai già giocato in diversi campionato europei e hai acquisito molta esperienza. Sarà la tua prima volta in Serie A, ma hai già affrontato squadre italiane. Cosa ti aspetti dal campionato? Pensi che dovrai adattarti in qualche modo?

"A dire il vero non lo so. Non ci ho davvero pensato. Il mio obiettivo era tornare a divertirmi giocando a calcio. Volevo semplicemente giocare. Sono stato fortunato ad aver ricevuto l'interesse della Roma e ad aver ricevuto già il sostegno dei tifosi e averli visti felici per il mio arrivo. È una cosa bella ed era quello che volevo. Mi sono detto che non c'era la certezza che avrei fatto bene o male nella prossima stagione, ma la cosa di cui sono sicuro è che voglio dare il massimo. E quello che farò sarà dare il massimo per la Roma e vedremo dopo potremo arrivare".

Stavo per chiederti gli obiettivi della stagione...

"Ovviamente tutti vogliamo vincere qualcosa. Penso che la vittoria europea dello scorso anno e i nuovi arrivi abbiano creato grande entusiasmo tra i tifosi e in tutto l'ambiente. Penso che si debba sempre avere la fame per lottare per qualcosa. E quella l'avremo sempre. Quello che intendo dire è che vengo da una situazione diversa. Voglio divertirmi e dare il massimo, ma ovviamente voglio vincere qualcosa in questa stagione. Soprattutto dopo aver vinto la Conference League la scorsa stagione e vedendo l'entusiasmo che ha generato tra i tifosi e nel club, ho visto la sfilata in giro per la città. Penso che possa essere uno stimolo per puntare ancora più in alto. Ogni calciatore deve puntare ad essere sempre competitivo. E io lo sono".

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Dopo l'accoglienza che hai ricevuto sui social media, quella che hanno ricevuto tuo fratello e la tua famiglia, e quella all'aeroporto. C'è un messaggio che vuoi mandare ai tifosi?

"Sì, come ho detto nel calcio non ci sono certezze. Può andare bene o male. Posso dire che ogni volta che indosserò questa maglia, darò sempre il massimo e che mi godrò ogni momento in cui giocherò per questo club. Speriamo di poter ottenere risultati importanti".