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Voeller: “Dino Viola è stato il motivo per cui sono rimasto a Roma cinque anni”

Voeller: “Dino Viola è stato il motivo per cui sono rimasto a Roma cinque anni” - immagine 1
Il tedesco ha rilasciato delle dichiarazioni in merito alla sua esperienza in giallorosso, soffermandosi sopratutto sull'ex presidente delle Roma che ha reso grande il club
Redazione

Rudi Voeller, intervistato alla Gazzetta dello Sport, ha parlato del suo rapporto con Dino Viola e ha anche ricordato la sua esperienza sulla panchina giallorossa durata meno di 30 giorni. Di seguito quanto ha detto:

Quando Dino Viola la portò a Roma. Che persona era?

Sembrava una persona dura, era molto diretto. Da subito ho avuto un rapporto eccezionale ed è stato il motivo per cui sono rimasto 5 anni. Se non fosse stato per lui, sarei tornato indietro dopo appena una stagione”.

Le voleva così bene che la spinse anche al Mondiale del ’90.

Abbiamo vinto la coppa all’Olimpico, che per me era casa, ma siamo stati a Roma solo dalla vigilia. Atterriamo, andiamo alla Borghesiana e chi trovo? Viola, il mio presidente, che mi aspettava. Abbiamo bevuto un caffè e parlato. Era orgoglioso e tifava per noi dopo che l’Italia era uscita”.

Altri personaggi della sua vita in giallorosso: Liedholm

Persona splendida con tutti, non alzava mai la voce, si faceva intendere, senza urlare. Con lui sono stato bene”.

Boniek?

Il mio primo compagno di stanza. Ne parliamo ancora, e ridiamo”.

Il mese come allenatore della Roma lo ha definito come il momento sbagliato nel posto sbagliato.

Era il 2004 e non potevo dire di no dopo che Prandelli si dimise per la malattia della moglie. Erano in difficoltà: mi hanno chiamato il presidente Sensi, Totti, Baldini è venuto in Germania a convincermi. Forse si aspettavano il tedesco che sistemasse le cose ma non sono così. Ho capito che non andava, ho detto: meglio che prendiate un italiano”.

Lei si definisce mezzo romano e non mezzo italiano. Quando esce la sua romanità?

Mi escono delle battute, anche con i tedeschi, poi penso e dico: questa è la classica battuta romana”.