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Villas Boas è il futuro “E' già della Roma”

(repubblica.it – M.Pinci) “Ho scelto il mio futuro al cento per cento, saprete tutto a fine stagione”.

Redazione

(repubblica.it - M.Pinci) "Ho scelto il mio futuro al cento per cento, saprete tutto a fine stagione".

Il refrain che Luis Enrique ripete da giorni, inizia a definire uno scenario chiaro. Il pareggio incolore nel pantano di Verona, semmai, ha solo aggiunto qualche elemento in più a quello che ormai appare nitido: andarsene da Roma, questa la strada verso cui l'asturiano sembrerebbe ormai indirizzato. Sembrerebbe, perché a Trigoria tutti sperano ancora di riuscire a fargli cambiare idea: più di un obiettivo, una priorità. Eppure, l'alternativa sarebbe già pronta, e in Portogallo ne danno già per certo l'arrivo a Roma. Il nome? Quello che la Roma rincorre da un anno: André Villas-Boas.CONVINCERE LUIS A RESTARE, MA LUI HA GIÀ SCELTO - Riconquistare Luis, questa la missione che Franco Baldini si è impegnato a inseguire. Eppure, la sensazione è che in tanti stiano preparando il terreno all'addio: "Sapete quanto sia legato a questo allenatore - ha spiegato De Rossi a fine partita martedì - ma a calcio si gioca anche senza Luis Enrique". Quasi il prologo di una separazione se non annunciata alla squadra, almeno percepita come imminente. Eventualità a cui anche Sabatini sembra preparato: "Speriamo Luis voglia rimanere, ma se non sarà così prenderemo le nostre decisioni". Perché il tecnico asturiano ha apertamente manifestato alla dirigenza romanista il proprio malessere: è almeno "stanco". Ma soprattutto sarà che l'insoddisfazione dell'ambiente, soprattutto nei suoi confronti, non consentirebbe alla squadra di sbagliare nulla in una nuova stagione con lui sulla panchina romanista. Sostanzialmente, Luis Enrique si è convinto che la propria permanenza possa danneggiare anche la prossima stagione della Roma, oltre che la propria immagine (anche se questo tutti sono convinti sia l'ultimo dei problemi). Elemento di disturbo ambientale nella capitale, così oggi Luis percepisce se stesso. In più, la crisi di rigetto alle sue regole (dal ritardo di De Rossi alle tantissime espulsioni e alle reazioni di varia natura) prima ancora che al gioco, lo ha ferito. E al termine dell'ultima partita ha risposto indirettamente in modo colorato anche a De Rossi: "Dice che il problema è che non vinciamo mai? Mi pare che qualche partita l'abbiamo vinta, no? Poi ho visto anche io oggi il tabellone col punteggio...". DAL PORTOGALLO: "VILLAS-BOAS È DELLA ROMA" - La corsa romana, a oggi, sembra quindi davvero arrivata al traguardo. E per questo, la Roma fatica a negare di aver iniziato a guardarsi intorno. Con una preferenza netta: quell'André Villas-Boas che un anno fa Baldini aveva scelto come interprete ideale in campo della neonata rivoluzione culturale. Una preferenza emersa anche nell'ultima settimana. E che oggi la stampa portoghese rilancia parlando addirittura di accordo: "Villas-Boas dato per certo alla Roma", titola la versione on line del quotidiano A Bola, in cui si parla di fonti "vicine agli ambienti dell'amministrazione romanista", specificando come "Il Valencia ha cercato di assumere Villas-Boas, ma ha finito per perdere la gara anticipata dall'accordo tra lui e la Roma". Facile ricordare allora i pranzi di Lisbona, 12 mesi fa, di Baldini con il tecnico. Che dopo un colloquio già conosceva caratteristiche e qualità degli uomini della rosa (dell'epoca) della Roma. Jorge Mendes, guru dei procuratori portoghesi, frena: "La Roma a lui piacerebbe, sarebbe una buonissima ipotesi, ma non ha ancora deciso". Quasi un'eco quella che rimbalza da Roma: "Non lo abbiamo cercato, ma non è detto non possa accadere in futuro", spiegano le voci di Trigoria. Unici dubbi, il fallimento inglese al Chelsea e la situazione contrattuale: perché gli inglesi per liberarlo dal porto l'estate scorsa hanno corrisposto i 13,3 milioni di sterline di clausola rescissoria. Cifra che dopo il licenziamento, da quanto risulta al Fulvio Bernardini, gli inglesi non potrebbero pretendere oggi. Ma in caso di scelta, bisognerebbe prima trasformare la sensazione in certezza. Anche se tutti, ancora, sperano nella conferma di Luis Enrique. Il problema è convincere lui.