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Verso il default? Prima viene la Magica Roma. E i consiglieri comunali lasciano l’aula

(E. Menicucci – corriere.it) Le emergenze della città, la necessità di approvare il Bilancio, la corsa contro il tempo, il consiglio comunale convocato di domenica sera perché per evitare il commissariamento o il default si possono anche...

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(E. Menicucci - corriere.it)Le emergenze della città, la necessità di approvare il Bilancio, la corsa contro il tempo, il consiglio comunale convocato di domenica sera perché per evitare il commissariamento o il default si possono anche fare gli straordinari. Tutto giusto, fino a che non c’è il calcio di mezzo. A quel punto, non c’è tour de force di aula che tenga: prima si guarda Roma-Cagliari, poi ci si penserà. E, quindi, ieri sera, l’Assemblea Capitolina era convocata solo fino alle otto di sera. Poi tutti (o quasi: in aula ci sono molti romanisti, di destra e di sinistra, ma anche una tifosa cagliaritana, Gemma Azuni) davanti alla tivù.

Le liti a colpi di ordini del giorno e interpretazioni del regolamento riprendono martedì 26. E riprende anche il ritmo serrato, dopo la pausa «pallonara» di ieri sera. Tutti, sia la maggioranza di centrosinistra che l’opposizione di centrodestra, si appellano al prefetto Giuseppe Pecoraro. Il capogruppo Pd Francesco D’Ausilio per capire i margini di manovra rispetto ai circa 160 mila tra ordini del giorno ed emendamenti presentati dalle opposizioni (Lista Marchini soprattutto, poi Ncd, Fratelli d’Italia e Forza Italia). Sveva Belviso e Marco Pomarici, capo e vicecapo del neogruppo «alfaniano», per sapere se la seduta di domenica sera è legittima oppure no e se il regolamento è stato rispettato.

Marino, in aula, non si fa vedere. All’Eur, dove era in visita alla «Nuvola», lascia il cantiere portandosi dietro il caschetto: «Questo me lo prestate tutta la settimana...», scherza. L’idea era quella di presentarcisi in aula, dopo il colpo (gomitata o sbracciata che sia) ricevuto da Dario Rossin (Fdi). Ma il sindaco, impegnato anche con i sindacalisti del Teatro dell’Opera, desiste. Rossin, che in aula (su «consiglio» del presidente Mirko Coratti) si era scusato col sindaco e con i colleghi, parla di «simulazione del sindaco: ho rivisto il filmato, l’ho appena sfiorato».

Il video è su internet e su Corriere.it: chiunque, guardandolo, si farà un’opinione. Di sicuro, Rossin aveva dato in escandescenze, colpendo anche Gianluca Peciola di Sel e strappando il microfono a Coratti. Dopo le scuse formali, comunque, non ci sono stati provvedimenti nei confronti dell’esponente di Fdi, che durante la bagarre Acea di luglio 2012 si beccò diverse giornate di «squalifica».

La battaglia, ieri, si è spostata più sugli ordini del giorno. La riunione dei capigruppo, intanto, ha deliberato che le opposizioni hanno 12 ore di tempo per presentarli. Mentre il coordinatore di maggioranza, Fabrizio Panecaldo, aveva preparato 42 odg «killer» che avrebbero fatto decadere gran parte di quelli elaborati («usando un programma Excel», dicono dal centrosinistra) dalla Lista Marchini. Il capogruppo dei marchiniani Alessandro Onorato l’ha «scoperto», ha chiesto l’accesso agli atti e si è precipitato a riformularli. Nel centrosinistra c’è «maretta»: «Chi gli ha fatto la spiata?», si chiede qualcuno. Dubbi, sospetti. Oggi si riparte, domani scatta la «maratona» di voto. E fino a domenica non c’è il campionato.