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Verona, Zanetti: “Ranieri è un mito vivente. A Roma con umiltà ma non da spettatori”

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Le parole del tecnico gialloblù a due giorni dalla sfida contro i giallorossi: "Suslov e Niasse si sono allenati, come Serdar. Sarr è recuperato, a Roma ci sarà. L’unico indisponibile è Tengstedt"
Redazione

L'allenatore dell'Hellas Verona ha preso parte, a due giorni dalla sfida contro la Roma, alla consueta conferenza stampa pre-gara. Queste le parole di Paolo Zanetti a più di 48 ore dalla sfida tra giallorossi e gialloblù, in programma sabato 19 aprile all'Olimpico alle 20:45, riportate da HellasLive:

Su Ranieri e sui recuperi. "Ho l’onore di incontrare Ranieri per la prima volta da allenatore, un mito vivente. Questo è l’ultimo anno per lui ma sta chiudendo in bellezza, un punto di riferimento straordinario sia in campo che fuori. Un esempio per un allenatore giovane come me. Suslov e Niasse si sono allenati, come Serdar. Sarr è recuperato, ha saltato un solo allenamento quindi a Roma ci sarà. L’unico indisponibile è Tengstedt".

Sulla coppia Mosquera-Livramento. "Anche Sarr è simile a loro. Sono tutti ragazzi sui quali abbiamo scommesso. Grazie al lavoro quotidiano stiamo cercando di farli crescere. Devono migliorare la concretezza a livello di gol, ma il loro apporto sul gioco, sulla corsa di non possesso, sugli equilibri stiamo già ad un livello importante. Ora sono molto più dentro al contesto di squadra".

Dal possibile esonero alla conferma chiesta dai tifosi. "Non è così strano nel mio lavoro. Anche se nella mia testa non c’è solo il risultato, all’esterno giustamente si guarda e si pensa in primis ai risultati del campo. Bisogna credere in quello che si fa ed io ci ho sempre creduto, come la società in me. La nostra rosa è ampia, al completo sarebbe stata di un livello più alto nel corso della stagione. Tutti i calciatori devono sentirsi parte di un progetto ed ora, anche se siamo quasi al completo, tutti si devono conquistare il posto perché io non lo regalo a nessuno. Bernede e Dawidowicz hanno sostituito gli infortunati in modo egregio. Sì sono calati benissimo e ci hanno dato una mano importante. Questo crea competizione anche durante la settimana ed alza il livello".

Sulla sfida contro la Roma. "A Roma sarà una partita difficilissima contro una squadra che non perde da 16 partite. Per noi questo è il momento di spingere e non certo di rilassarci perché il nostro obiettivo non l’abbiamo ancora conquistato. La Roma ha giocatori straordinari, con un fuoriclasse in panchina. Con l’avvento di Ranieri sarebbe al secondo posto, ma noi dobbiamo pensare a dare continuità alla nostre prestazioni. A Roma ci presenteremo con umiltà, cercando di fare male, non certo da spettatori. Al di là dei numerosi infortunati, a cui non mi sono mai appellato, ci è mancata anche un po’ di mentalità nel corso della stagione. Quando l’abbiamo trovata, da lì abbiamo poi cominciato a costruire una vera squadra".

Sul centrocampo e sulle assenze. "Serdar, Duda e Harroui insieme non li abbiamo mai avuti: sarebbe stato un centrocampo importante per una squadra che si vuole salvare. Ma la cosa migliore che abbiamo fatto è che siamo riusciti, da squadra, a diverse mancanze. Il campo è comunicazione, specie nella fase difensiva. Siamo cresciuti tantissimo su questo punto di vista, sia pur mettendo in campo giocatori giovani. Assemblare una squadra non è facile, serve tempo, ed anche per merito di alcune partite negative che ci hanno fatto riflettere, siamo cresciuti. In campo, oramai da parecchio tempo, si vede una squadra. Uno dei nostri obiettivi è quello di mantenere questi numeri in difesa e di aumentare invece quelli in attacco. Sia l’avvento di Valentini che l’avanzamento di Dawidowicz sono stati importanti per noi. Ora recuperiamo molti più palloni. Stiamo bene atleticamente, anche se corriamo di meno. Diciamo che oggi corriamo in maniera più efficace, grazie anche al modo diverso di giocare. Giovane o vecchio per me non cambia, ho dimostrato che chi merita, lo butto dentro. Stessa cosa per Lazovic. È arrabbiato, com’è giusto che sia, perché non gioca. Ma non è affatto un giocatore finito perché può dare ancora tanto".