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Verdone: "Il problema della Roma è l'assenza della società. Spero in un gruppo straniero"

Queste le parole di Carlo Verdone, intervenuto a Centro Suono Sport all’interno della trasmissione radiofonica Te la do io Tokio, in merito alla situazione attuale della Roma: “Il problema della Roma è che manca la società, in un film se non...

Redazione

Queste le parole di Carlo Verdone, intervenuto a Centro Suono Sport all’interno della trasmissione radiofonica Te la do io Tokio, in merito alla situazione attuale della Roma: “Il problema della Roma è che manca la società, in un film se non c’è il produttore è un problema”.

 Questo dipende anche dal fatto che nessun giocatore non sa che fine farà dopo. Più la situazione societaria si allunga e non si risolve, più lo spogliatoio si sfalda. Si naviga un po’ a vista, mi arrabbio con certi giornali che dopo due vittorie della Roma parlnoa di scudetto. Ma come si fa a parlare di scudetto se non c’è una società? Ci vuole un gruppo forte, io tifo per gli stranieri perché sono più seri. Il gruppo romano? Rientreremmo nei soliti disastrosi problemi romani, ma non parlo dei Sensi che per la Roma si sono dissanguati. Guardiamo cosa hanno fatto gli americani nel campionato inglese".

 

La Roma è in sovrappeso per quanto riguarda i giocatori – prosegue Verdone - C’era bisogno di portare a Roma Adriano e sperare che perdesse trenta chili? Non credo, ci sono già Borriello e Totti forse bisognava lavorare più sulla difesa. Non avremmo fatto questo errore con una proprietà chiara. Una situazione del genere porta grande incertezza. Quando Totti dice che non è felice credo che tutti i giocatori abbiano questo stato d’animo. Una squadra vince il campionato quando vince con le piccole squadre. La Roma con queste prende e si prende la rivincita con le grandi, perché lì ha le motivazioni”.

 

Lei stravede per Menez

E’ l’unico della Roma che salta l’uomo. Vucinic? E’ diverso come giocatore”.

 

Ranieri-Totti?

Totti merita un certo rispetto, a tre minuti dalla fine lo fai con un giocatore della Primavera. Mi metto però anche nei panni dell’allenatore, nella disperazione può anche fare una scelta bizzarra come quello. Capisco tutti e due. La causa è sempre il solito problema societario che tutti sappiamo, anche se l’allungamento dei tempi è preoccupante. L’unico vero acquirente c’è stato serio due anni fa ed era Soros. Un gruppo americano ora c’è e credo ci sia anche un arabo di mezzo che stanno controllando le carte. Io sono per un acquirente straniero, sono più concreti. Con un italiano andremmo sui soliti giochi che sappiamo come vanno a Roma. I conti poi li vai a fare con le altre squadre, ma a questo punto è arrivato il momento di dare un riscatto alla nostra squadra. L’anno scorso siamo stati vicini a vincere ma abbiamo perso sempre punti con le piccole e nei momenti cruciali appare sempre demotivata. Domenica sono stato malissimo ma non me la voglio prendere con Juan, può succedere. Penso alle tante altre occasioni perse. Noi siamo una squadra che non ha società, bisogna pensare ventimila volta prima di dire che lottiamo per lo scudetto. Dobbiamo essere realisti, ci sono squadre più solide di noi, come società. Al Milan e all’Inter una situazione del genere non succederebbe mai”.