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Verde racconta la sua Roma: “Bruno Conti un padre e Totti il miglior capitano del mondo”

L'ex giallorosso aggiunge: "Il calcio italiano è molto fisico e, naturalmente, non va bene per me che sono piccolo"

Redazione

Daniele Verde, ex attaccante della Roma adesso al Valladolid, ripercorre la sua carriera a "El Norte de Castilla". Dall'esordio in Serie A contro il Palermo al Renzo Barbera al passaggio in Spagna e passando per la sua infanzia. "Tutto tremava" ammette in riferimento alla prima nel massimo campionato italiano, ma la paura non prese mai il sopravvento grazie anche all'esperienza vissuta da piccolo a Napoli: "Lì non c'era molto lavoro. C'è tanta disoccupazione e i bambini iniziano a giocare nelle strade con una palla di carta. Sono entrato in un piccolo club a 7 anni per iniziare a giocare e divertirmi". Poi la chiamata di Giovanni Troiano, direttore generale di una società partenopea: "Non mi piaceva lavorare duro - dice Verde. Quello che mi piaceva era la alla palla e allora Troiani mi afferrò per un braccio e mi disse 'Vieni con me al Pigna'".

A Trigoria inizia a muovere i primi passi importanti e sulla sua strada incontra Vincenzo Montella che lo sposterà dalla fascia sinistra a quella destra. "Mi ha detto che mi avrebbe fatto giocare come ala" dichiara Verde che intanto inizia a conoscere anche le componenti della prima squadra. Una su tutte: Francesco Totti. "E' fantastico, è stato il miglior capitano del mondo. Una persona umile e con buoni principi" dice l'attaccante del Valladolid.

Inevitabile un passaggio anche sulle differenze tra calcio italiano e spagnolo: "Il calcio italiano è molto fisico e, naturalmente, non va bene per me che sono piccolo. Qui giochi più con la palla ed è più divertente. Lo adoro ".