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Venditti: “Vincere a Roma è qualcosa di magico. Mourinho lo ha capito”

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Il cantautore tifoso giallorosso: "Devo ringraziare questa proprietà perché ha fatto una cosa incredibile. Hanno rimesso in piedi una baracca un po’ traballante"

Redazione

Antonello Venditti è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport durante la trasmissione Te la do io Tokyo. Il cantautore, tifosissimo della Roma, ieri era sugli spalti dell'Arena Kombetare di Tirana per assistere al match contro il Feyenoord: “Ieri ho strillato. Come si fa a non strillare? Oggi pomeriggio parto per Jesolo ed ho l’ultimo concerto. A Tirana c’erano persone di tutta Italia e di tutto il mondo. Tirana è una piccola grande città, io non c’ero mai stato. Ho incontrato polacchi della Roma, lituani della Roma, gente arrivata da tutto il mondo: Canada, Brasile, Argentina. I fans che ho coinvolto in questa mia passione per la Roma si sono mossi. Sanno quanto fa bene a me e a tutta la città, quando la Roma vince c’è un qualcosa di magico che anche Mourinho ha sentito. Questa magia ce la portiamo dietro. Porterò con me nel Friuli e nel Veneto la passione romanista. Non sapete quanti sono, mi stanno aspettando. Dopodomani ci sarà la gente che alla fine canterà con me Grazie Roma che sarà il finalissimo. La gente vuole Grazie Roma e la canto ovunque nel mondo. Quindi mi porto Roma e faccio diventare Roma il mondo”.

Un ringraziamento speciale ai Friedkin

Venditti ha poi proseguito ringraziando la nuova proprietà, che dopo appena due anni di presidenza, è riuscita a riportare nella Capitale un trofeo che mancava ormai da 14 anni: "Devo ringraziare questa proprietà perché ha fatto una cosa incredibile. Sapete chi c’era sul mio aereo? Rosella Sensi, Christian Totti, Francesco invece, essendo ospite della Uefa, stava da un’altra parte. Inoltre all’interno dell’aereo c’erano quasi tutte le famiglie dei calciatori, poi c’erano Candela, Aldair, Bruno Conti e Nela. È come ritornare alle radici. L’inno recita “Dimmi cos’è che ci fa sentire uniti anche se non ci conosciamo” è quello, loro hanno ricreato quella cosa per la quale mi ero arrabbiato tanti anni fa. C’era una distonia tra noi, il nostro sentimento e la società che ci rappresentavano. Aggiungo che nell’aereo c’era anche la figlia del grande Viola, quindi c’erano tutte le generazioni dei romanisti. Eravamo tutti romanisti, una cosa meravigliosa che mi fa piangere. Complimenti ai Friedkin che hanno rimesso in piedi una baracca un po’ traballante". Poi prosegue ringraziandoli anche di aver riportato il sentimento romanista attraverso le canzoni e i gli autori che Roma può vantare: "I Friedkin hanno unito tutti anche con le canzoni. La nostra è una storia. I romanisti hanno capito l’importanza del tramandare queste canzoni, non è una gara, si canta tutto e non c’è invidia ma adesione. Una cosa molto difficile perché in tutti i mondi c’è sempre un po’ di competizione che ci deve essere ma deve essere sana”.