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Il terzo uomo

Il prossimo anno Rudi Garcia avrà a disposizione una terza scelta di qualità per ogni singolo ruolo

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Dunque, è fatta. Anche Davide Astori è un giocatore della Roma. Il colpo, l'ennesimo, di Walter Sabatini chiude (almeno per ora) il mercato in entrata dei giallorossi. Qualcosa potrebbe ancora succedere, soprattutto se dovessero esserci movimenti importanti in uscita (Benatia, Destro e Ljajic appaiono sempre in bilico). Ma al momento la rosa di Garcia è straordinariamente ricca e completa.

Raddoppieremo, in alcuni casi triplicheremo le presenze per ogni ruolo”. Parole e musica del ds romanista a fine maggio. Detto, fatto. La Roma attualmente ha ampia disponibilità di risorse in tutte le zone del campo. Non solo titolare e riserva, ma anche una terza scelta a disposizione del mister per tutte le undici caselle dello schieramento. Partendo dai portieri. Oltre a De Sanctis e Skorupski (rispettivamente primo e secondo) c'è un terzo affidabile come Bogdan Lobont, ricordato spesso per la sfortunata finale di Coppa Italia con la Lazio e per il rinnovo triennale strappato alla Roma (grazie al buon lavoro dei suoi procuratori) a giugno 2013. Alti e bassi per colui che, dopo Totti e De Rossi, è il veterano dell'organico (di cui fa parte da ben cinque anni). Non un top player, ma un professionista serio, stimato dallo spogliatoio e con molta esperienza internazionale alle spalle.

Passiamo alla difesa e alle fasce laterali. Rudi Garcia conta di riavere presto Federico Balzaretti. Sarebbe lui il “terzo uomo” sia a destra che a sinistra. L'unico terzino (assieme forse a Torosidis) in grado di giocare indifferentemente su entrambi i binari. Il reparto centrale, con l'arrivo di Astori, è pressoché completo, con Romagnoli che in caso di necessità può essere impiegato anche a sinistra. E nel malaugurato caso in cui tre centrali su quattro fossero indisponibili (va sempre ricordato che Benatia, al pari di Keita e Gervinho, partirà a gennaio per la Coppa d'Africa), c'è un certo Daniele De Rossi in grado di arretrare di qualche metro ed agire da difensore puro. Mansione già svolta abilmente ai tempi di Luis Enrique e in nazionale con Prandelli. Quindi: titolari, riserve e svariate opzioni alternative. Non manca davvero nulla.

Ciò vale anche per il centrocampo, reparto che abbonda di qualità e quantità. Giusto ricordare che Strootman (Van Gaal permettendo...) avrà bisogno di tempo prima di rientrare in perfetta forma e che Keita, come già detto, dovrebbe guidare da capitano il suo Mali in Coppa d'Africa. Detto questo, restano De Rossi, Pjanic, Nainggolan, Ucan e Paredes. Un quintetto che già da solo garantisce esperienza, tecnica, dinamismo e sostanza. Soprattutto l'ex Boca Juniors, per caratteristiche, potrebbe tornare utile in tutti e tre i ruoli della mediana, come interno (destro o sinistro) o come playmaker.

Infine, l'attacco. Reparto che ad oggi presenta due ipotetici tridenti alternativi (Iturbe-Totti-Gervinho e Florenzi-Destro-Ljajic) di altissimo valore. Con due soluzioni in più nel taschino di Garcia: un altro esterno tecnico e veloce (Sanabria) ed il classico centravanti "pesante" ed esperto (Borriello) da poter utilizzare in caso di necessità. Insomma, c'è tutto per fare tutto. E per rendere questa Roma grande e vincente sul campo oltre che sulla carta.