Una presidenza italiana per Unicredit, forte e autorevole,per le sue specifiche competenze e per dare impulso.
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Unicredit: verso il rinnovo del CdA, si ipotizza una presidenza italiana
Una presidenza italiana per Unicredit, forte e autorevole,per le sue specifiche competenze e per dare impulso.
Questa, a quanto apprende l'Adnkronos da ambienti vicini all'istituto di Piazza Cordusio, l'ipotesi che si sta valutando per la successione alla presidenza di Dieter Rampl.
Un tassello che andrà a inserirsi nel mosaico del rinnovo del cda di Unicredit, di cui si è iniziato a discutere in settimana in occasione della prima riunione del comitato governance. L'attuale presidente, dato più volte in uscita in passato, ha due mandati all'attivo e sono scaduti gli accordi con Hvb, che assegnavano la presidenza a una persona indicata dagli azionisti tedeschi. Rampl, interrogato sulla possibilità o meno di una riconferma, ha sempre glissato sull'argomento. «C'è ancora molto tempo prima di prendere una decisione. Aspettiamo e vediamo», aveva detto in novembre, in risposta al vicepresidente Fabrizio Palenzona, che si era augurato una conferma della presidenza.
Aperto formalmente il cantiere per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Unicredit, si è iniziato a ragionare su chi e quanti saranno i membri del prossimo cda. Rampl sarebbe favorevole a uno snellimento del board, composto attualmente da 20 consiglieri. Ma da parte di alcune Fondazioni azioniste di Unicredit ci sarebbe qualche incertezza. In particolare il dimagrimento del consiglio potrebbe costare alle Fondazioni qualche posto in cda, visto il loro indebolimento complessivo nell'azionariato dopo l'aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro.
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