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Unicredit: concluso il CdA. Entrano Caltagirone e Della Valle

Si è concluso dopo quasi sette ore a Milano il consiglio di amministrazione di Unicredit. Hanno lasciato la sede diversi consiglieri, tra cui Helga Jung, rappresentante di Allianz nel board. Nessuno ha rilasciato dichiarazioni all’uscita.

Redazione

Si è concluso dopo quasi sette ore a Milano il consiglio di amministrazione di Unicredit. Hanno lasciato la sede diversi consiglieri, tra cui Helga Jung, rappresentante di Allianz nel board. Nessuno ha rilasciato dichiarazioni all'uscita.

La riunione del board arriva dopo i comitati governance che hanno elaborato una proposta sulla composizione qualitativa e quantitativa del consiglio, che dovrà essere rinnovato nell'assemblea dell'11 maggio. Il presidente di Unicredit Dieter Rampl non è disponibile per un nuovo mandato, il terzo alla guida del gruppo.

È l'esito dello scontro in corso al vertice della banca sulla composizione del prossimo board della banca, che sarà nominato all'assemblea dell'11 maggio. Sul numero e sul profilo dei consiglieri si è accesa la discussione nel board di oggi, che è partita dallo schema emerso dal comitato governance della scorsa settimana. E a convincere il manager tedesco del passo indietro è stato anche l'atteggiamento delle pricipali fondazioni, preoccupate di mantenere l'attuale peso nella governance. «Rampl ha informato il Cda della propria decisione di non essere disponibile per un ulteriore mandato», ha ufficializzato una nota dopo le indiscrezioni raccolte dall'ANSA sulle minacce di dimissioni del banchiere, arrivato alla guida del gruppo con l'aggregazione con Hvb nel 2005.

E poi diventato centrale a seguito della burrascosa uscita dell'a.d Alessandro Profumo un anno e mezzo fa. Ringraziamenti sono arrivati dal consiglio, dal collegio sindacale e dai manager «per il ruolo svolto e il personale contributo nell'affermazione di Unicredit come primario gruppo bancario europeo». Rampl era impegnato in prima persona per un board più snello, composto da amministratori con competenze e con profili più internazionali. Già al Forex di Parma aveva fatto sapere di essere disposto a rimanere alla guida del gruppo solo con un accordo degli azionisti, italiani ed esteri, sulla governance.

Ma le fondazioni sono al lavoro per sostituire il presidente tedesco con un nome italiano. Nella riunione di oggi - da quanto si è appreso - non è uscita una decisione sul numero dei consiglieri e molto tempo è stato dedicato all'autovalutazione degli stessi amministratori, sulla base delle indicazioni arrivate da Bankitalia. Proprio sulla composizione del board il confronto sarebbe salito nei toni fino alle minacce del possibile passo indietro.

Al board, durato oltre sei ore, ha partecipato tra gli altri il vicepresidente Farhat Omar Bengdara, ex governatore della Banca centrale libica, tra i grandi soci della banca anche dopo la diluizione a seguito del recente aumento di capitale da 7,5 miliardi. In una compagine azionaria che vede il fondo di Abu Dhabi, Aabar, come maggior socio col 6,5%, Leonardo Del Vecchio ha intanto confermato di aver raddoppiato la sua partecipazione. «Qualcosina sono salito, ho poco più dell'1%», ha affermato il numero uno di Luxottica, che con i recenti ingressi, non ancora ufficializzati, di Francesco Gaetano Caltagirone e di Diego Della Valle, è andato a rimpinguare la presenza italiana, a fianco delle fondazioni.

Non c'è stato solo il futuro consiglio sul tavolo del Cda. Una delle indicazioni emerse è che Unicredit andrà avanti sulla soluzione Unipol per Fonsai: nel corso della riunione è stato fatto un aggiornamento sullo stato dei lavori sul gruppo Fonsai, del quale la banca è creditore e azionista (quindi parte correlata). Affrontato poi il tema del budget 2012, mentre il 27 marzo il consiglio torna a riunirsi sul bilancio 2011.(ANSA)