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Una pazza Roma trasforma un incubo in un sogno

(di Daniele Scasseddu) – Per i cacciatori di emozioni, la serata di ieri ha rappresentato qualcosa di davvero importante: la Roma nell’arco di novanta minuti è riuscita a far passare dallo scoramento all’esaltazione massima.

Redazione

(di Daniele Scasseddu) –Per i cacciatori di emozioni, la serata di ieri ha rappresentato qualcosa di davvero importante: la Roma nell’arco di novanta minuti è riuscita a far passare dallo scoramento all’esaltazione massima. Punti focali di questa trasformazioni sono stati il grande cuore del Capitano, la grinta di Osvaldo e l’orgoglio di De Rossi oltre ad un redivivo Lamela; ieri è stata una partita vissuta tutta d’un fiato.

CHE REAZIONE! -Una reazione da grande squadra, che ci ha permesso di vincere”. Tra le parole di Totti il significato del 4-2 con cui la Roma batte il Genoa, rimontando i due gol di svantaggio che sembravano destinati ad affossare del tutto la creatura zemaniana. Era partita malissimo, ancora una volta. Pronti via subito l’errore di Tachtsidis  che spalanca il contropiede del Genoa, sponda dell’ex Borriello e Roma subito sotto. Il raddoppio firmato Jankovic sembrava il prologo del naufragio giallorosso che sarebbe stato davvero letale. Troppe volte visto: a Torino con la Juve che di altro tasso tecnico dispone, all’Olimpico con l’Atalanta. Stesso film col Genoa, sembrava una partita già maledetta: quindici minuti e Roma sotto di due gol. Poi i giocatori che contano hanno iniziato a fare la differenza. Totti ha preso per mano la «sua» squadra realizzando il gol che ha riaperto i giochi che ha ridato linfa vitale a un gruppo che sembrava destinato a sgretolarsi. Lì la Roma ha iniziato a giocare alla Zeman, Piris già autore dell’assist per Totti ha finalmente capito che deve arrivare in fondo anche senza palla e sull’idea del solito Totti ha messo nel mezzo il pallone che Osvaldo ha trasformato in pareggio.

La ripresa è tutta romanista, la squadra di Zeman inizia a giocare il suo calcio, cresce col passare dei minuti e diventa un monologo. Inevitabile il vantaggio che porta la firma ancora di Osvaldo e il quarto gol nel finale di gara di Lamela non fa che confermare quanto di buono mostrato in campo dalla Roma. Il bilancio, dopo i primi 18 minuti di solita follia, è più che positivo perché in 90 minuti la Roma è riuscita a mettersi alle spalle due settimane di veleni e ha dimostrato di aver ritrovato un’unità che sembrava impossibile. È il successo di Zeman che continua, solerte, ad andar dritto per la sua strada con la società alle spalle senza far sconti a nessuno. Anche su questo fronte le esternazioni e le posizioni del boemo che qualche settimana fa sembravano assurde, si sono dimostrate profetiche: Osvaldo migliore in campo, De Rossi rigenerato e padrone assoluto del centrocampo nonostante si sia pestato più volte i piedi con Tachtsidis.

“DE ROSSI NON SI MUOVE” - Il rapporto tra Zeman e De Rossi e tutto ciò che ne consegue. Dall’esclusione di due settimane fa ai dubbi sul ruolo. Un punto non era ancora stato messo. Stavolta ci prova direttamente il massimo dirigente della Roma. Il direttore generale Franco Baldini ha seguito la partita di Marassi seduto a fianco a tutti gli altri dirigenti giallorossi: «De Rossi non ha preso benissimo la cosa, grazie a Dio, sennò sarebbe una mancanza di orgoglio che invece è piuttosto forte in lui. Però credo abbia tutte le possibilità per farsela passare. Zeman ha espresso un concetto generale che poi giornalisticamente è stato associato a De Rossi e Osvaldo» Ma De Rossi non si muoverà mai dalla Roma? «Abbiamo già rinunciato a cederlo, non credo che una partita che non lo ha visto protagonista possa farci cambiare idea. Non ci sono necessità economiche che possano riguardare la sua cessione. La Roma ha fatto investimenti e continuerà a farli, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello dello stadio. Il progetto andrà avanti con ulteriori investimenti e non con cessioni per fare cassa» . Poi, la questione della posizione di De Rossi: «Abbiamo due giocatori per ogni ruolo e i due registi pensavamo potessero essere lui e Tachtsidis. Abbiamo voluto un gruppo di ventidue giocatori all’altezza. E’ vero che Zeman ha detto di vederlo meglio intermedio, ma quando mi viene detto che non si può cambiare idea credo che solo gli stupidi non lo possano fare. Cambiare idea è un esercizio normale, vedendo le cose ogni giorno in allenamento si possono avere idee diverse da quelle che si avevano in precedenza» .

In ogni caso a giudicare da quanto accaduto a Marassi, e da quanto era accaduto anche in precedenza, non vi sono più dubbi che il regista della Roma è Tachtsidis e che De Rossi troverà spazio solo da mediano. Ennesima bocciatura da titolare per Pjanic che pure aveva giocato, e bene, due partite con la Bonsia durante la sosta. Esattamente come De Rossi e Osvaldo, quest’ultimo ha ricevuto la standig ovation dei dirigenti della Roma presenti a Marassi al momento della sostituzione.

LA GRINTA DI OSVALDO -Pablo Daniel Osvaldo, decisivo come non mai. Attaccante vero, importante, di quelli che lasciano il segno. A fine partita l’italoargentino non si sofferma sui suoi numeri, che a questo punto parlano di 8 gol in 8 partite tra giallorosso e Nazionale: «Ho segnato cinque reti in quattro gare con la Roma, lo so. Ma sono contento per la vittoria perché con i tre punti è tutta un’altra storia». Osvaldo, anche se in misura minore, era entrato nella polemica che si era creata dopo che Zeman, due settimane fa, aveva escluso lui e De Rossi dalla partita con l’Atalanta. Non solo: il tecnico giallorosso aveva parlato di scarso impegno. «Ma io non ci voglio più tornare su questo discorso, io la grinta e la voglia ce la metto sempre, sia che parlino bene sia che parlino male di me» Osvaldo è seccato, perché di storie ne ha sentite tante, anche negli ultimi giorni a proposito di stile di vita: «Ne ho sentite davvero di tutti i colori e poi ce ne fosse una vera! Se ne inventano di tutti i tipi e un po’ mi scoccia. Però che dobbiamo fare? Lo sappiamo, la gente è così» .

FINALMENTE PIRIS -Dopo tante critiche ieri Ivan Piris, esterno destro della difesa della Roma, ha giocato la sua migliore partita da quando è arrivato in giallorosso, l’estate scorsa. Impegno, determinazione e due assist, uno per Totti e uno per Osvaldo. Piris, nonostante i soli ventitré anni, dimostra di essere un ragazzo già maturo. Merito, probabilmente, anche della famiglia. Un dato parla più di tante parole: con Piris in campo la Roma non ha mai perso: «Sono soddisfatto, col Genoa abbiamo giocato forse la più bella partita da quando sono arrivato. Devo continuare così e lavorare per convincere il tecnico a schierarmi tra i titolari. Anche a Genova non sapevo di partire tra i primi undici. Tutta la squadra ha giocato bene, è la seconda vittoria consecutiva e dobbiamo continuare così».

Piris è destinato a crescere ancora: «La serie A è molto difficile, ogni squadra ha giocatori forti, soprattutto in attacco. Giocatori di grande talento. Sì, me lo immaginavo così difficile questo campionato, con molte ripartenze. Contro il Genoa abbiamo iniziato male ma poi la squadra ha lavorato bene e abbiamo potuto vincere una partita difficile».