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Ultras Roma in protesta, Avv. Contucci: “Curva militarizzata”. Massucci: “Non arretriamo di un passo”

Il capo di Gabinetto della Questura di Roma è intervenuto ai microfoni di Forzaroma.info: "Noi non arretreremo di un passo, anzi proseguiamo in questa strategia di legalità. Il prossimo step è quello di sanzionare chi staziona indebitamente...

Gianluca Lengua

Resteremo fuori fino a quando non potremo tornare a tifare liberamente e non come cagnolini ammaestrati” firmato i gruppi della Curva Sud. I tifosi si ribellano e lo fanno con una protesta pacifica e determinata: fuori dallo stadio Olimpico fin quando la Curva resterà “terra di conquista”. Da luglio si sta assistendo ad una rivoluzione che è partita da due prescrizioni del Prefetto di Roma Franco Gabrielli: innalzare le barriere all’interno delle due curve dell’Olimpico e ridurre la capienza delle stesse. Scelta discutibile che ha portato a malcontento e proteste da parte dei tifosi della Sud.

“NON ARRETRIAMO DI UN PASSO" - Il capo di Gabinetto della Questura di Roma ed ex vice presidente dell’osservatorio per le manifestazioni sportive Roberto Massucci è intervenuto a Forzaroma.info: “Escludo che il pugno duro venga applicato soltanto a Roma. Il pugno duro esiste già in molti stadi italiani come ad esempio lo Juventus Stadium. In quello stadio si persegue una logica di legalità che stiamo portando allo stadio Olimpico. Noi non arretreremo di un passo, anzi proseguiamo in questa strategia di legalità. Il prossimo step è quello di sanzionare chi staziona indebitamente sulle scale perchè le scale sono un presidio di legalità nell’interesse dell’incolumità delle persone. Non solo non arretreremo, ma andremo avanti con il nostro percorso”. Massucci spiega anche come sono nate queste soluzioni: "All’inizio del campionato abbiamo condiviso con Roma, Lazio e Coni un progetto di legalità che prevede sette aree di intervento. Il Coni ha assicurato una collaborazione straordinaria perchè ha messo completamente a norma lo stadio secondo tutte le richieste di sicurezza, ha adeguato tutti i sitemi di video sorveglianza. Roma e Lazio stanno lavorando molto sugli steward. Bisogna fare qualcosa di più in tema di collegamento con i tifosi, perchè la concezione negativa che abbiamo di stadio va modificata in positivo. Ultrà non è sinonimo di negativo, a me dispiace che sia stata assunta questa posizione di rottura. Credo che i cambiamenti culturali vadano compresi e ricondotti in meccanismi di dialogo che riescano ad avvicinare le posizioni”.

CAMBIO POSTO - L’apice della protesta si è raggiunto dopo Roma-Juventus quando sono state notificate delle multe per cambio posto. L'avvocato LorenzoContucci intervenendo oggi a Forzaroma.info ha detto: “Roma è stata sempre un progetto pilota per molte cose, un laboratorio sociale dove si concepisce lo stadio del futuro. Una volta che avranno normalizzato Roma e ognuno sarà al suo posto numerato, si passerà ad altre città. Io sono per un’azione di protesta, le leggi vanno rispettate, ma possono essere anche ingiuste”.

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ROMA INERME - Dalla società trapela ben poco sull’argomento. Si lavora a fari spenti interagendo giornalmente con la Questura per trovare una soluzione che possa soddisfare tifosi ed istituzioni: “Multarli per un cambio posto mi sembra troppo - ha detto Zanzi qualche giorno fa -. Per me la cosa più importante è che questo tipo di iniziativa si applichi con uniformità e non in maniera selettiva. Che si faccia in tutti gli stadi non solo in quello della Roma”.

Contucci dal canto suo spiega come la società potrebbe fare di più per venire incontro ai tifosi che per anni sono stati vicini alla squadra cantando e sostenendo il club anche nei momenti peggiori: “Apparentemente la Roma sembra disinteressarsene, almeno mediaticamente, poi se nelle stanze segrete ci sono dei colloqui questo non posso saperlo. La società deve intervenire con chi di dovere per cercare di frenare tutto questo. Perchè è vero che siamo tutti tifosi della Roma, ma il tifoso da stadio è qualcosa di diverso: paga un abbonamento e deve essere libero senza il senso di oppressione in un curva militarizzata”.