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Consiglio Federale, riunione aggiornata a domani (ore 11)

Quest’ oggi si è tenuta la riunione del Consiglio Federale per risolvere il “caso contratto collettivo” dei calciatori. Lega Serie A ed Assocalciatori si riuniscono, dunque, per trovare una soluzione alla questione che rischia...

Redazione

Quest' oggi si è tenuta la riunione del Consiglio Federale per risolvere il "caso contratto collettivo" dei calciatori. Lega Serie A ed Assocalciatori si riuniscono, dunque, per trovare una soluzione alla questione che rischia di far slittare l' inizio del campionato di Serie A.

 

«Il testo firmato dall'Assocalciatori non può essere sottoscritto se non c'è l'integrazione dei due punti sui quali già ci eravamo espressi», ha spiegato Beretta al termine dell'accesa assemblea di Lega che ha detto 'NO' alla proposta di accordo del contratto collettivo dei giocatori.

I nodi restano l'articolo 4 che riguarda il contributo di solidarietà, che secondo i club deve essere totalmente a carico dei giocatori, e l'articolo 7 che secondo la Lega deve prevedere l'assoluta autonomia dello staff tecnico nell' organizzare gli allenamenti dei calciatori stessi. L'assemblea ha votato a larga maggioranza per il no (18 voti a 2, unici favorevoli Siena e Cagliari) «respingendo l'idea di aderire al testo già firmato dall'Aic considerandolo non sufficiente», ha sottolineato Beretta. Ora il presidente della Lega si trasferisce di nuovo in Federcalcio dove è rimasto aperto il Consiglio federale per riferire della posizione di rottura dei club.

 

«L'assemblea è sovrana. Noi abbiamo agito con senso di responsabilità, anche se è una situazione di estremo imbarazzo abbiamo avuto fermezza nelle decisioni. Il consenso è stato unanime». Sono le parole di Giuseppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, dopo la decisione con cui l'assemblea della Lega di Serie A ha respinto il testo del contratto collettivo proposto dall'Assocalciatori.

 

La Lega di Serie A propone, dopo l' iniziale disaccordo tra le parti, due modifiche al testo del contratto collettivo dei calciatori. Il testo prevede il punto 4.2 ad integrazione dell'articolo 4, in relazione al contributo di solidarietà che dovrebbe essere a carico dei calciatori: «Non è ammesso il patto contrario. Eventuali contributi straordinari quali quelli previsti dal dl 14 agosto 2011 e s.m.i. analoghi provvedimenti saranno comunque esclusivamente a carico del calciatore», è il testo che la Lega vuole introdurre. La Lega propone poi il punto 7.2 ad integrazione dell'articolo 7, relativo agli allenamenti separati e ai cosiddetti fuori rosa: «Quanto previsto al precedente comma -è il testo- non impedisce allo staff tecnico della società di organizzare allenamenti differenziati per tutto il tempo ritenuto necessario a soddisfare le esigenze tecniche stimate dallo staff».

 

Guglielmo Stendardo parla a nome dei calciatori in merito della lunga trattativa per la firma sul contratto collettivo. Il difensore della Lazio, chiamato in causa dalla redazione di Sky Sport 24 in quanto laureato in Giurisprudenza, ha risposto alle domande legate allo scontro tra i calciatori e i presidenti: “Anche ieri Abete aveva invocato il buon senso, interpretando facilmente l’art.7 e garantendo ai calciatori di allenarsi rispettando la propria dignità personale – ha dichiarato il calciatore – . Per noi non è una questione economica, ma di dignità personale. Quando abbiamo iniziato a discutere un anno fa del rinnovo del contratto collettivo non abbiamo parlato di contributi straordinari: la tassa di solidarietà è entrata da poco in Parlamento, è solo un’ipotesi, pertanto l’anno scorso non se ne parlava. L’art.7 mette in chiaro il diritto dei calciatori di allenarsi con la prima squadra. Come ha detto ieri Abete, bisogna garantire all’atleta il rispetto della propria professione secondo la dignità professione, non andando a ricattarlo con il rischio che possa lasciare la propria squadra. Si potrebbe pensare all’istituzione di rose limitate, come in Spagna in cui ci sono 25 giocatori per squadra. Credo che viviamo in democrazia, e ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, ma nessuno deve fare minacce nei confronti di una categoria che non va discreditata: il calcio è il più bello spettacolo del mondo, e i calciatori vanno sostenuti. I politici non sanno quali sono i reali motivi che ci inducono a ritardare l’inizio del campionato. Se non dovesse arrivare la firma, è probabile che ci siano motivazioni che non riguardano la tassa di solidarietà. Noi calciatori affronteremo con ragionevolezza questo tema in futuro, ma un anno fa, quando il contratto collettivo doveva essere firmato, questa ipotesi non esisteva, così come non esiste oggi per me, visto che il testo è entrato ieri in Parlamento. Abete ha detto che la norma del 1986 è facilmente applicabile, non bisogna toccare la dignità del calciatore: noi abbiamo il diritto di allenarci con la squadra, quindi non so quali siano i veri problemi per le società. Altri incontri? Noi ribadiamo la nostra volontà di non partire se non si firma l’accordo. Per noi non è una questione economica, ma di dignità professionale, ed è giusto che la gente lo sappia. Reazioni del pubbico in caso di sciopero? Mi auguro che la gente capisca che i calciatori non vogliono stravolgere una cosa sempre esistita. Noi vogliamo solo tutelare i nostri diritti. Comparazioni con lo sciopero spagnolo? Non giocando domenica si faranno degli allenamenti particolari o forse delle partite, questo dipende dai vari tecnici, ma il nostro sciopero è diverso da quello spagnolo per dei motivi diversi l’uno dall’altro".

 

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è convinto che i problemi legati al contratto collettivo verranno risolti prima di domenica. Il patron del Napoli, pertanto, crede che la prima giornata di campionato verrà regolarmente disputata:Sono abbastanza fiducioso sul fatto che domenica si giochi e che lo sciopero non ci sarà– ha dichiarato il presidente ai microfoni di Radio Radio – . Cosa mi fa essere così fiducioso? Il buon senso e lo stato delle cose.”

 

«L'Assocalciatori sta dimostrando più responsabilità e molta più maturità di quanta se ne sia vista nell'assemblea di Lega di Serie A». Lo ha detto il presidente del Cagliari, nonchè membro del Consiglio federale, Massimo Cellino, all'uscita dalla Federcalcio in riferimento alla disputa tra Assocalciatori e la Lega Serie A per il rinnovo del contratto collettivo.

 

«Non c'è alcun dubbio, il contributo straordinario previsto dalla manovra deve essere pagato dai calciatori: lo abbiamo chiarito come associazione avvocati del calcio, lo ha confermato un parere del consiglio nazionale dei consulenti del lavoro». Claudio Pasqualin, storico procuratore del calcio (tra i suoi assistiti anche Vialli e Del Piero) ed ex vicepresidente dell'AIC, è chiaro sulla questione che divide Lega di A e il sindacato dei giocatori, e che per ora determina il rinvio della prima giornata. «Qualsiasi conflitto sarebbe risolto dalle autorità civili o tributarie a favore delle società - aggiunge Pasqualin - Quindi non capisco perchè i club si ostinino a voler inserire a tutti i costi un allegato al contratto collettivo. Mi pare una mossa pretestuosa».

 

Il consiglio della Federcalcio ha aggiornato a domattina alle 11 la sua riunione, dopo la decisione dell'assemblea di Lega di respingere a larga maggioranza l'accordo con l'Aic per la firma del contratto collettivo.

«Al momento non ci sono le condizioni perchè si giochi». Lo ha detto il presidente dell'Assocalciatori Damiano Tommasi, dopo la decisione della Lega di A di respingere l'accordo per il contratto collettivo.«Le richieste della Lega sono pretestuose, il consiglio federale è aggiornato ma non vedo cosa possa cambiare»

(ansa/adnkronos)