(di Claudio Urbani - ForzaRoma stadio) Per chi se lo fosse dimenticato, va in scena stasera la sfida tra le regine degli anni 80.
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Tra realtà e sogno (americano)
(di Claudio Urbani – ForzaRoma stadio) Per chi se lo fosse dimenticato, va in scena stasera la sfida tra le regine degli anni 80.
Ormai senza corona e dalla nobiltà assai impolverata, ma pur sempre ricca di fascino, di spunti di interesse e, soprattutto, decisiva o quasi per le residue ambizioni di Champions dei giallorossi, coi bianconeri che dovrebbero mandare le truppe dei “volenterosi” su Roma e Udine per poter ambire a questo traguardo che per i due clubs era l’obiettivo minimo ad inizio stagione e si è invece tramutato nella scialuppa di salvataggio, neanche fossero a Lampedusa. La domanda sorge spontanea, come ammoniva Lubrano: saranno riusciti Montella e i suoi uomini ad astrarsi dall’oceano (mai come stavolta, il termine è calzante…) di voci, sussurri, chiacchiere che hanno attraversato soprattutto la settimana di avvicinamento alla contesa con Del Piero (la crisi della Juve è testimoniata dal fatto che ci viene in mente sempre e solo lui come rappresentante della juventinità…).?
Alle distrazioni americane, vanno aggiunte quelle che non ci stancheremo mai di definire assurde pause per le nazionali (basterebbe raggruppare tutte le gare eliminatorie in un mese preciso, giugno o settembre, per evitare di fermarsi durante l’anno, ma a questa idea si opporrebbero violentemente i calciatori che dovrebbero giocoforza fare vacanze più corte…), per cui questo Roma-Juve sembra davvero catapultato da Marte.
Facendo un esercizio non agevole di memoria, l’impressione suscitata dai giallorossi nell’ultima uscita di Firenze non è stata certo entusiasmante, soprattutto stupisce in negativo la capacità, davvero speciale, che ha la Roma di prendere gol comunque, sebbene Montella abbia cercato, rispetto a Ranieri, di accorciare la squadra, giocando con un attaccante in meno.
In più, rispetto al testaccino, l’uomo di Pomigliano ha Totti e Pizarro, ma se il secondo nella Roma non ha alter ego nemmeno improvvisati, il primo di fatto esclude Borriello, con la formula a una punta, e quindi il vantaggio che se ne trae non è poi così rimarchevole, fatte salve le ovvie, abissali differenze di classe fra il ragazzo di Porta Metronia e quello di Napoli.
Il dato incoraggiante, ma solo sulla carta, è che il calendario strizza l’occhio ai giallorossi, con cinque gare tra le mura amiche su otto, e con l’Udinese che nella gara conclusiva affonterà il Milan, immaginiamo condannato a vincere.per vincere anche lo scudetto.
Certo, è condizione essenziale perché questi calcoli “amici” si realizzino che la Roma faccia almeno 4 punti fra Juve e Udinese (meglio sarebbe l’en plein), e violare soprattutto il Friuli garantirebbe una distanza inferiore da Guidolin e Di Natale e la primazia in caso di arrivo a pari punti al termine della stagione..
Ma stiamo già correndo troppo, preoccupiamoci prima di Buffon e compagni (chi scrive non lo comprerebbe, ma questa è un’altra storia) senza pensare a Boston, al sogno americano e ad altre masturbazioni intellettuali.
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