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Totti: “Roma tra alti e bassi, ma Mourinho è un grande. Io l’unico neo di Perez”

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La bandiera romanista a ruota libera: "Il Real mi è sempre piaciuto, vederlo giocare è stata una grande emozione. Però sono stato il punto debole del presidente che non è riuscito a portarmi lì. Il 10? Un numero come un altro oggi"
Redazione

Francesco Totti a cuore aperto. La bandiera della Roma si è raccontata in una lunga intervista rilasciata a 'Marca'

a margine del gala per il Pachuca Football Hall of Fame. Una serie importanti di argomenti, a partire dal calcio in generale e i cambiamenti degli ultimi anni: "In generale il calcio mi è sempre piaciuto, anche se è evidente che adesso è un gioco diverso dal mio. Ai nostri tempi c’era più spirito di gruppo, di lotta. Adesso si pensa di più al proprio fisico". A trasformarsi è stato anche lo stesso numero 10: "Forse prima era più importante il numero 10 in una squadra. Non dico che si sia estinto, ma il 10 ormai è quasi un numero come gli altri, senza più tanta rilevanza nella squadra".

Attesissimo ovviamente il pensiero su Mourinho dopo le ultime dichiarazioni sui messaggi tra di loro e la possibilità di un ritorno alla Roma: "Ci sono alti e bassi, ma la Roma è guidata da un grande allenatore come José. Spero riesca a portare la squadra al massimo livello possibile". Spazio anche al passato e al Real Madrid, che ha provato a portarlo seriamente in Spagna: "Il Real mi è sempre piaciuto, fin da quando ero piccolo. Quando ero ragazzino a Roma guardavo tutte le loro partite. In quel periodo era il club che mi ispirava, con tutti i suoi grandi giocatori. Vederli giocare è stata una grandissima emozione. Per lo spirito, lo stadio, la gente, l'insieme ti faceva tifare Real Madrid. In 25 anni di stadi ne ho girati, ma il fascino del 'Bernabeu' era significativo, ti metteva un po' in soggezione. Perez l'ho incontrato svariate volte. L'unico neo della sua carriera è non avermi potuto avere al Real Madrid, è stato il suo punto debole".

Da campione a campione, Totti parla poi anche di Luka Modric: "Per me è ancora uno dei cinque migliori giocatori al mondo, anche adesso che ha 38 anni, almeno a centrocampo. Ha una visione di gioco che pochi al mondo hanno e decide sempre un secondo o due prima degli altri. Ancelotti? Stiamo parlando di uno dei migliori al mondo, che ha vinto in Italia, Germania, Francia e Spagna. E come persona è un gentiluomo. È perfetto. Io e Carlo abbiamo un ottimo rapporto. È una persona vera, che trasmette buone vibrazioni".

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