"Totti? Costruiremo il nostro futuro intorno a lui" Kansas City, agosto 2013. James Pallotta si gode la vetrina intercontinentale nel cuore degli Usa, mentre la squadra registra il tutto esaurito nella tournée americana in primo piano c'è la questione rinnovo per il capitano: con il solito sorriso il presidente prova a disegnare il domani giallorosso, fatto di "obiettivi vincenti, crescita da numeri uno e, ovviamente, Francesco Totti"
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Totti-Pallotta, cronaca di una distanza lunga tre anni
Dalle parole ai fatti, è settembre quando la sala stampa di Trigoria si veste a festa: in pompa magna si celebra il rinnovo contrattuale del fuoriclasse, altri tre anni per caricarsi sulle spalle le sorti del progetto americano nel rettangolo verde prima di passare dietro una scrivania.
"Il rinnovo di Francesco? Non poteva essere altrimenti" il tintinnio dei calici accompagna una giornata memorabile, la gioia di Pallotta è seconda solamente a quella di Totti: "Ringrazio la società per avermi permesso di coronare un sogno, quello di indossare per sempre la maglia della Roma. Sono stato molto più fortunato di Del Piero, mi sarebbe dispiaciuto essere trattato come lui. Sono stato considerato una bandiera."
Le bandiere non si ammainano, soprattutto se le sorti della squadra vanno a braccetto con quelle di un calciatore: la popolarità del capitano si denota fuori e dentro i confini nazionali, inutile toccare un ingranaggio apparentemente perfetto che riconosce la Roma nel suo giocatore più rappresentativo. "La Roma è Totti"si legge ben oltre il Grande Raccordo Anulare, negli Stati Uniti nulla si muove senza una parola dei tifosi e dei media locali intorno alla figura del numero dieci. In campo i giallorossi fanno faville, la scelta di Rudi Garcia premia ed i risultati spostano il tiro verso le ambizioni di alta classifica: la gara contro la Juventus dell'ottobre 2014 è vista da tanti come uno spartiacque per molte delle decisioni future ma sono proprio le dichiarazioni del capitano a sottolineare "hic et nunc" una profonda diversità di vedute tra Boston e la capitale.
"Finché c'è la Juve arriveremo sempre secondi"Totti non riesce a nascondere l'amarezza per lo svolgimento del match, un 3-2 maturato a causa di episodi poco chiari in favore dei bianconeri "con loro è sempre così, le situazioni hanno condizionato il risultato. Facessero un campionato per conto loro..."
Lo sfogo, alimentato dalla frustrazione per un film calcistico visto e rivisto, scatena le reazioni dell'establishment della Vecchia Signora:"Le sue parole ledono l'immagine della Juve" ringhia Marotta, mentre Nedved non usa mezzi termini per definire "Totti uno che non capisce cosa voglia dire giocare in una grande squadra."
Pallotta prova a somatizzare e dopo due giorni arriva la risposta, direttamente tramite un comunicato che non piace troppo ai tifosi romanisti, anche alla luce dell'ammirazione mai nascosta del numero uno verso il mondo bianconero: "Dovremo fare tutti un profondo respiro. Si gioca in modo veloce e gli errori possono verificarsi. Siamo entrambe delle grandi squadre e ci avviamo verso una rivalità che durerà molti anni, questo non può che essere un bene per il calcio italiano."
Juve a parte, l'anno scorre via senza particolari problemi, è Totti stesso a certificare ad una tv tedesca l'assoluta simbiosi tra la sua voglia di Roma e gli umori della dirigenza a stelle e strisce: "Farò parte del progetto americano anche quando smetterò di giocare a pallone" la conferma nel novembre 2014 "gli anni passano e purtroppo ci sarà una fine, ma se il fisico me lo permetterà voglio continuare a scendere in campo."
Dicembre 2014, mentre la squadra si prepara ad affrontare il Manchester City, il presidente incontra Ignazio Marino per parlare del nuovo stadio: tra buoni propositi e promesse di prossima edificazione, una battuta sul capitano sintetizza i livelli di stima raggiunti dal numero uno capitolino "la gara contro gli inglesi? Finisce 3-1 per noi. Reti di Totti, Totti e Totti."
I primi mesi del 2015 sgretolano le sicurezze intorno a Rudi Garcia ed agli automatismi del gruppo: sfumato il sogno scudetto, si lotta con la Lazio per il secondo posto, ed è proprio nel derby di gennaio che la Roma riscopre la centralità di Totti per il presente e per il futuro. Doppietta con selfie, l'ennesima risposta pratica ai detrattori ed agli innamorati della carta di identità: "Avrei voluto che Lotito si facesse un selfie al momento del gol di Francesco" il tweet di Pallotta difende l'attaccante dopo le critiche ricevute per l'esultanza fuori dagli schemi ("gesto inopportuno che esacerba gli animi. Il mio capitano non lo avrebbe fatto" Lotito dixit), una presa di posizione virtuale che fa piacere dalle partin di Trigoria.
L'estate passa ed il nuovo campionato segna il ventitreesimo anno romanista di Francesco Totti: la stagione comincia con i dubbi sulla permanenza di Rudi Garcia, l'entusiasmo per l'arrivo di Edin Dzeko ed il conto alla rovescia per la scadenza contrattuale del capitano.
I problemi fisici del calciatore lo allontanano dal campo ma a tenere banco sono le incertezze sul futuro: in città si sussurra, la partenza a singhiozzo della squadra toglie la serenità per affrontare nel modo giusto la questione rinnovo, ma la tifoseria comincia a farsi domande difficili. "Che intenzione hanno con Totti?"l'agenda delle priorità comanda sangue freddo e respiri profondi, prima del giocatore viene il gruppo e serve fare in fretta per dimenticare Rudi Garcia ed accogliere al meglio Luciano Spalletti.
Si ricomincia a vivere, nel giro di poche settimane l'allenatore toscano regala nuova linfa al progetto romanista ma risulta difficile godere appieno della rinascita quando ci sono degli argomenti in sospeso: "Abbiamo sempre detto che Totti è la Roma e la Roma è Totti" Pallotta ribadisce ai tifosi la sua volontà di continuare con Francesco ma le mosse concrete latitano ed i giorni scorrono via senza novità formali.
La bomba esplode a febbraio 2016, dopo un silenzio lungo diversi mesi, Francesco Totti esce allo scoperto per fare il punto della situazione. Toni pacati e parole mirate, il capitano sceglie Trigoria come sfondo per esprimere il suo sconforto: "Dopo tutto quello che ho dato alla Roma vorrei rispetto" in pochi minuti si toccano tutti i temi più pressanti nella gestione di un simbolo assoluto nel tramonto della sua carriera "non pretendo di giocare sempre, ci mancherebbe. Sono a disposizione del mister" il rapporto con Spalletti è uno dei punti cardine "con lui buongiorno e buonasera, speravo che mi dicesse in faccia le tante cose lette sui giornali. Comunque lo considero un grande uomo ed un grande allenatore, sarei contento se la Roma lo prendesse in considerazione anche per il futuro."
È proprio il futuro la spina che preme nel fianco di Totti e della Roma: "Finire la carriera in questo modo mi sembra un pò brutto, forse andrei gestito meglio. Dirigente? Più in là, speriamo che sia nella Roma, è il mio sogno. Se poi le due cose non dovessero combaciare vedremo cosa fare."
Necessità di chiarezza e futuro nebuloso, una sintesi che riassume la complessità di una vicenda portata avanti senza criteri definiti: ad azione corrisponde reazione e lo sfogo di Totti catalizza i pensieri di pubblico, allenatore e presidente. La città si divide in pro e contro ("pensa ai cavoli suoi con la squadra che finalmente si è ritrovata" oppure "questi americani ci hanno tolto tutto ed ora vogliono levarci pure il capitano" ed il repertorio è vastissimo) , mentre Spalletti lascia intendere senza mezzi termini che "nessuno può permettersi di destabilizzare la squadra ed anteporre i propri interessi a quelli del gruppo."
Il dibattito supera la Città Eterna per entrare nell'ordine del giorno dei media nazionali ed internazionali, da Boston Pallotta prende tempo e rimanda il tutto a data da destinarsi, quasi ventiquattro ore dopo arriva la risposta in stile telegramma: "Quando Francesco parla di mancanza di rispetto non so a cosa si riferisca. Chiaramente io lo rispetto e lo incontrerò."
Dallo stadio al riassetto societario, passando per la complicata questione Totti, a Jim non mancano i pensieri che seguono la sua discesa nella capitale: marzo traccia una linea forse troppo profonda per guardare avanti con ottimismo, in quindici giorni si fa e si disfa una storia d'amore pluriennale.
Eppure i presupposti per una fumata bianca c'erano tutti: nemmeno sceso dall'aereo, Pallotta aveva fatto buon viso a cattivo gioco sfoderando il sorriso migliore per affrontare il "question time" sul numero dieci. "Non c'è nessun problema con Francesco, lui resterà con noi. Io lo amo!" tutto sembra rientato in attesa dell'incontro de visu con il giocatore, giugno è troppo vicino per tentennare ulterioremente.
I giorni passano senza segnali materiali, per Totti si apre un periodo fatto di contraddizioni per l'anima: padre per la terza volta ed ovazione al Santiago Bernabeu ("i tifosi del Real rendono onore ad una leggenda" si legge sui quotidiani sportivi spagnoli) il top nella vita di un uomo e di un calciatore offuscato però dalla mancanza di chiarezza dei vertici giallorossi.
"Ho passato molto tempo con lui questa settimana" dice Pallotta "sul suo futuro deve decidere solamente lui" l'apparenza mostra serenità, le parole conducono sempre allo stesso punto ma del rinnovo del contratto non si sa niente.
Salutata la Champions è ora di dare commiato anche al presidente che riparte per gli Usa "con tante belle sensazioni e la certezza che Spalletti sia stata la scelta giusta": l'allenatore prova a ricucire il rapporto con il capitano ("il giocatore più forte in Italia") ma i tre mesi che separano dalla scadenza dell'accordo rischiano di diventare uno stillicidio, tra frasi dette, non dette, riportate e poi smentite.
Ci pensa un video a fugare tutti i dubbi sul reale pensiero di James Pallotta in merito a quello che dovrà fare Francesco Totti: "Lui è fortissimo ed è normale che voglia giocare ancora. Ma a 39 anni il fisico e la mente dicono cose differenti. Io ho pressioni incredibili a Roma sul rinnovo del suo contratto ma io ho discusso molto con lui, è stato alla Roma per più di venti anni e adesso deve decidere come uscirne. Gli ho chiesto di pensare a smettere."difficile fraintendere e mentre la squadra prepara la difficile gara contro l'Inter, il braccio di ferro tra Totti e la società rischia di protrarsi da qui alla fine di giugno.
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