“Vincere un mondiale con l’Italia è qualcosa di magnifico, ma non sarà mai paragonabile alla vittoria dello Scudetto con la Roma“.
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Totti-nazionale: ritorno davvero possibile?
“Vincere un mondiale con l’Italia è qualcosa di magnifico, ma non sarà mai paragonabile alla vittoria dello Scudetto con la Roma“.
Così parlo Francesco Totti all’indomani della vittoria del mondiale di Germania 2006, quando il Circo Massimo ospitò una festa che illuminò d’azzurro la notte romana. Con lui c’erano Cannavaro, Buffon, Pirlo, Gattuso e tanti altri simboli delle ataviche diversità che compongono l’Italia. Quella fu l’ultima volta che il capitano giallorosso festeggiò con la nazionale italiana.Dopo l’exploit di sabato scorso a San Siro Prandelli si è dichiarato disponibile a convocarlo per il mondiale nel caso in cui a maggio Totti dovesse continuare a palesare questo stato di forma. Dimentico di aver creato un gruppo ormai coeso, forgiato sul codice etico (mai del tutto rispettato) e su elementi che hanno giocato quasi tutte le partite del girone di qualificazione, il CT azzurro ha rilasciato una dichiarazione troppo politicamente corretta. Convocare Totti a pochi mesi dal mondiale brasiliano è un’ipotesi affascinante e romantica, ma, visti i tempi, probabilmente poco pragmatica.
Totti si trova completamente a suo agio al centro dell’attacco della Roma, scortato da Florenzi e Gervinho che corrono per quattro ed è sempre il catalizzatore delle azioni d’attacco: attorno a lui orbitano tutti gli altri. Inoltre l’ambiente lo adora ed è coccolato e preservato come nessuno. In azzurro la squadra dovrebbe adattarsi al suo gioco che non prevede l’attacco degli spazi e gli scatti in profondità. Le qualità del capitano romanista si sposano alla perfezione con il 4-3-3 di Garcia, ma il gioco palla a terra di Prandelli, che non si basa solo sulle ripartenze e sulle verticalizzazioni, è un’altra cosa.
Il gruppo di giocatori che finora ha ottenuto la qualificazione ai mondiali è ormai ben consolidato e da qui a maggio soltanto in pochi potranno sperare in una chiamata in extremis e comunque tutti i papabili hanno fatto parte del giro azzurro nel’ultimo anno e mezzo. Quella di Totti sarebbe, dunque, una sorta di intrusione e potrebbe in qualche modo spezzare gli equilibri già creati da Prandelli, sia nello spogliatoio sia in campo.
A 37 anni Totti potrebbe non reggere una serie di confronti ravvicinati di alto livello e nei quali è richiesto un recupero veloce. È risaputo che in una competizione come i mondiali è importante mantenere una condizione fisica eccellente a dispetto dei tanti incontri giocati e in questo l’età non è dalla parte del capitano romanista. E all’appuntamento brasiliano mancano più di sette mesi ancora.
L’Italia può contare su una serie di attaccanti dal profilo moderno che Prandelli ha messo al centro del suo progetto, e dell’attacco, ormai da tanto. A parte Balotelli e Osvaldo, centravanti di movimento quasi sicuri del posto, c’è da fare i conti con il ritorno di Giuseppe Rossi, mentre gente come Gilardino e Pazzini potrebbe sempre venire considerata come alternativa di esperienza. Totti dovrebbe dunque scavalcare una serie di gerarchie.
Il 10 giallorosso non ha mai davvero incantato in azzurro. A parte il mero dato statistico dei soli 9 gol in 58 partite, il Pupone ha raramente sciorinato con la nazionale le eccelse giocate espresse con la sua Roma, l’amore della sua vita. In molti ricorderanno il gol su rigore contro l’Australia che valse la qualificazione ai quarti nel mondiale 2006, ma resta un episodio a sé stante.
È indubbio che Francesco Totti sia il miglior prodotto del calcio italiano del dopo-Baggio. Cresciuto calcisticamente negli anni ’90, ha illuminato la scena nella prima decada dei 2000 e sembra non invecchiare mai. Tuttavia egli stesso decise di farsi da parte 7 anni fa e concentrarsi solo sulla Roma. Significherà pure qualcosa…
(ilcatenaccio.es)
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