L'ultima partita di Francesco Totti con la maglia della Roma ha sconquassato l'intero mondo giallorosso. Tante emozioni sugli spalti dell'Olimpico e davanti alla tv, come è successo anche a Cristiana Capotondi, attrice romana e romanista. Ecco il suo commovente messaggio pubblicato su Instagram:
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Totti, l’omaggio di Cristiana Capotondi: “Qui hai trovato l’amore incondizionato”
Il messaggio dell'attrice romana e romanista: "Sei diventato un eroe quando, con una Rometta da metà classifica, non hai accettato le proposte dei più importanti club del mondo"
"Sono cresciuta all’ombra del più grande dei romanisti: tessera vitalizia della Roma numero 1, accompagnatore della squadra sotto la presidenza Sacerdoti. Quand’è morto mio nonno Giorgio (febbraio 2005) ho scritto alla squadra per restituire la tessera e raccontare che in quel giorno, mio nonno c’aveva strappato un ultimo sorriso. Mio padre era accanto al suo letto e gli teneva la mano, mio nonno l’ha tirato a sé e gli ha chiesto: “Maurì, con chi giochiamo domenica?” E mio padre: “papà col Livorno, a Roma”. Mio nonno ha storto il muso e ha detto: “Mi sa che non ce la facciamo”. Ed è morto. La Roma ha vinto 3 a 0 e Totti ha segnato un bellissimo goal. All’inizio della partita, Totti, ha portato i fiori sotto l'autorità, in onore di mio nonno. Morto romanista.
Io romanista ci sono nata ma non me la ricordo la Roma, prima di Totti. Ha esordito in serie A nel 1993. Io avevo 12 anni e iniziavo appena a distinguere i giocatori in base ai ruoli. A Roma si parlava di questo ragazzetto cresciuto a Porta Metronia. Ancora non conoscevamo le sue doti calcistiche ma già ci emozionava l’idea che qualcuno avesse realizzato il sogno di tutto il popolo giallorosso: vestire quella maglia essendo nato romanista. Un’intelligenza calcistica che non si vede dai tempi di Rivera e piace alle donne. Ma diventa un eroe quando, con una Rometta da metà classifica, non accetta le proposte che gli piovono dai più importati club del mondo. Resta a Roma mentre una buona parte dei romanisti lo vorrebbe vedere andar via, vincere lo scudetto, alzare la coppa dei campioni, godere di gioie che a Roma non si riescono ad immaginare. Qui si consumano le prime liti nella storia del tifo giallorosso e della mia famiglia: mio padre pensa che Totti prima o poi lascerà la Roma perché vuole vincere di più; io, invece, sono convinta che Totti non andrà mai via da Roma perché qui ha trovato una placenta che lo battezza Pupone e che gli dà ciò che non potrebbe avere da nessun’altra parte: l’amore incondizionato. Nessuno, quando parla di Totti, parla veramente di lui. Parla di una parte di se stesso. È così, del resto, che funziona l’amore, per proiezione.
Oggi diventiamo tutti grandi. Grazie Capitano".
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