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Totti contro il bullismo: “Ma in campo si discute per destabilizzare, non per ferire”

Il capitano giallorosso e di Telefono Azzurro: "Non è tollerabile che al giorno d'oggi ci siano ancora persone che debbano subire delle forme di violenza, che siano queste fisiche o mentali"

Redazione

Francesco Totti, capitano della Roma e di Telefono Azzurro, ha rilasciato un'intervista al magazine Sette per parlare della lotta al bullismo. Queste le parole del giallorosso:

Che cosa l'ha convinta a diventare testimonial in questa particolare battaglia rispetto ad altre?

È senza dubbio uno dei comportamenti sociali da combattere. Non è tollerabile che al giorno d'oggi ci siano ancora persone che debbano subire delle forme di violenza, che siano queste fisiche o mentali.

Ritiene che il mondo dello sport stia facendo abbastanza per sensibilizzare i ragazzi a combattere la prepotenza?

Non si fa mai troppo finché un problema non viene risolto del tutto. È bene che noi calciatori diamo l'esempio in ogni partita rispettando compagni ed avversari.

Ma anche in campo, in Serie A, esiste una forma di bullismo?

Può succedere che si discuta in campo con un avversario ma non lo si fa quasi mai con lo scopo di ferire bensì con l'idea di destabilizzare momentaneamente l'avversario.

Cosa farebbe se uno dei suoi figli tornasse a casa dicendo: papà mi hanno bullizzato?

Ci parlerei, lo ascolterei. Proverei a trasmettergli la serenità necessaria per affrontare il problema.