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Torino, Mihajlovic: “Roma fortissima, ma giochiamo per vincere. Iturbe? Tanti ex vogliono fare bene”

Il tecnico granata in conferenza stampa: "Proveremo a fare la nostra partita. Noi siamo una delle poche squadra con cui i giallorossi hanno perso"

Redazione

Sinisa Mihajlovic, tecnico del Torino, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match di domani pomeriggio allo Stadio Olimpico contro la Roma di Spalletti. Queste le sue parole, come riporta ToroNews.net:

All’andata Roma fu la partita che accese la scintilla del Toro. Un girone dopo, può esserci lo stesso effetto?

“La Roma vista col Villarreal è una squadra compatta e fortissima. E’ anche vero che hanno cambiato qualcosa rispetto all’andata. Sono più cinici e più solidi. In casa hanno sempre vinto, ma noi siamo una delle poche squadre che con loro han vinto. Abbiamo tutte le qualità, individuali e collettive, per metterli in difficoltà. Andiamo là a fare la nostra partita, senza paura, sapendo che per vincere devono verificarsi tre cose: noi dobbiamo giocare una grande partita, loro non devono giocare una grande partita, e la fortuna deve girare dalla nostra parte. Ma io sono convinto che possiamo fare risultato e spero di convincere anche i miei ragazzi. La Roma è forte ma anche loro devono preoccuparsi di noi. Abbiamo il tridente offensivo più prolifico del campionato. Poi ci sono Iturbe, Maxi Lopez e Boyè. Abbiamo qualche problema in difesa, dove siamo in emergenza con i difensori centrali. Ma andremo là ugualmente per giocare la nostra partita”.

Come vede Iturbe?

Lo vedo sempre meglio. Sta entrando in forma e in fiducia. Sta migliorando molto. Ma abbiamo tanti ex che domani vogliono fare bene”.

Come è la situazione infortunati in difesa?

“Rossettini, Carlao e Castan sono fuori. Ajeti domani ha fatto il primo allenamento con noi ieri, vedremo se a Roma giocherà lui o De Silvestri, che abbiamo provato tutta la settimana”.

Ci si può attendere un Torino che vada a Roma per fare la partita senza snaturarsi?

“Noi sappiamo quali sono le nostre qualità e andiamo lì per fare la nostra partita. Giochiamo sempre per vincere e mai per non perdere”.

Le fa effetto tornare a Roma?

“No, la mia famiglia sta a Roma, sono sempre lì, sarebbe strano se mi facesse effetto. Sicuramente mi fa sempre piacere tornare a Roma perchè lì sto bene. E poi il cielo non è sempre grigio come da queste parti”.

Si aspettava di avere a questo punto della stagione, come miglior difensore centrale, Emiliano Moretti?

“E’ vero che non erano questi i piani, io con lui ho sempre parlato schiettamente. E’ un ragazzo intelligente, corretto, sa quello che può dare e lo dà sempre. E’ uno di quei ragazzi che tutti gli allenatori vorrebbero avere. Poi chiaro che ha 36 anni e qualche volta può sbagliare anche lui…”

Roma e Fiorentina: come approccia il Toro questo doppio confronto con squadre che in classifica stanno davanti?

“Abbiamo le possibilità per dire la nostra. La Roma, se vuole stare dietro alla Juve, non può sbagliare, e noi se vincessimo sarebbe un gran rilancio per il nostro campionato. E lo stesso con la Fiorentina. Sicuramente se si perde con la Roma è nell’ordine delle cose perchè lì in casa loro hanno perso tutti. Questo dovrebbe essere un vantaggio: andiamo lì sapendo che sono forti, ma non abbiamo nulla da perdere. E se giochiamo come sappiamo, possiamo metterli in difficoltà, come già successo all’andata”.

C’è Bruno Peres che torna a giocare contro il Toro. Quale è il suo ricordo del motivo per cui Peres è andato via?

"Innanzitutto lui è arrivato con una settimana di ritardo, ma aveva un permesso. Lui si è sempre comportato bene con me. Lui sapeva che per come voglio giocare io, non lo vedevo come terzino. Quindi non rientrava nei miei piani. Se fosse rimasto, ci avrei lavorato, ma vedevo meglio Zappacosta. Infatti a Roma, quando ha giocato nella difesa a quattro, ha avuto difficoltà, meglio quando gioca come esterno del centrocampo a cinque. Giocare in mezzo a tanti campioni, forse lo frena un po’ dal punto di vista mentale. Ma lui è da grande squadra e ha grande qualità. Con lui ho sempre avuto un bel rapporto, dicendogli quello che pensavo, perchè ho una sola parola con tutti. E i giocatori questo lo apprezzano”.

La società è sempre presente a darle supporto?

“Il rapporto con Cairo e Petrachi non è mai cambiato. Petrachi, ogni volta che è possibile, viene agli allenamenti. Chiaro che il suo compito non è solo quello. Se ha qualcosa di più importante da fare, non viene. Ha anche altri compiti. Ma il suo sostegno c’è sempre”.

Ma nel confronto con i tifosi non c’erano membri importanti della società a supportarla.

“Anche da altre parti in cui sono stato, in caso di contestazioni, è sempre stato così. Non ho mai avuto paura di metterci la faccia. E comunque l’altro sabato i tifosi non sono venuti a contestare. Siccome loro fanno sempre il tifo a prescindere dal risultato, dopo la partita, giustamente si aspettano che tutti vadano sotto la curva a salutare. E allora abbiamo promesso di comportarci diversamente. Io sono il primo che di solito al fischio finale va dentro. Quindi al termine del match contro il Pescara, siamo andati tutti sotto la curva. Quindi i tifosi volevano giustamente questo".