Damiano Tommasi, presidente dell'AIC, è tornato a parlare della situazione del calcio italiano e dell'emergenza coronavirus. Non solo, ai microfoni di 'Radio2 Social Club' l'ex centrocampista della Roma ha ricordato anche gli anni in giallorosso e i tanti sacrifici.
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Tommasi: “Totti ha giocato fino a 40 anni grazie a me. Per 10 stagioni ho corso anche per lui”
L'ex centrocampista, ora presidente AIC, ha scherzato sugli anni in giallorosso: "Forse è stato questo il regalo più grande che ho fatto alla Roma"
Come si gestirà la situazione?
Viviamo in una società in cui l'informazione calcistica e sportiva vive quotidianamente, quindi ora si devono riempire le pagine parlando della speranza di tornare a giocare. Ora tutti i campionati europei si stanno limitando a dire che non si riparte prima di una certa data, anche perché il calcio è a valle di una serie di attività che vanno riprese il prima pssibile.
Come sindacato calciatori avete deciso qualcosa per il futuro?
Come in passato, decidere a tavolino è molto rischioso dal punto di vista dei ricorsi. L'obiettivo è finire i campionati sul campo, è il modo migliore per i verdetti di tutte le categorie. Il rischio reale è di chiudere qui, resta il fatto che nelle categorie come Lega Pro e dilettanti la sofferenza economica c'è anche nei calciatori e nelle società che rischiano di non iscriversi. Perché parecchi patron sono legati alle aziende private. Cerchiamo di salvare il calcio professionistico.
Sei stato il primo a tagliarti lo stipendio con la Roma, prendendo il minimo sindacale dopo una serie di infortuni.
Sicuramente a livello personale la prospettiva era quella di adesso, di non tornare a giocare. Ho fatto un investimento, ma alla fine ho vinto la sfida tornando in campo. Dopo un doppio infortunio grave è stata una doppia vittoria.
Tra l'altro sei anche stato uno dei primi ad andare a giocare in Cina.
Tutta questa emergenza l'ho vissuta in maniera particolare, avendo un amico che vede dalla finestra di casa l'ospedale costruito in 10 giorni a Wuhan. Lì gli manca qualche mese per uscirne.
Per Capello eri più importante di Totti e Batistuta. La partita più bella che hai giocato?
Parto da una premessa. Forse uno dei regali più belli che ho fatto alla Roma è aver permesso a Totti di giocare fino a 40 anni, visto che per 10 anni ho corso per lui (ride, ndc). A ognuno il suo, io dovevo correre e lui faceva altro. La partita che ricordo con più emozione è quando ho fatto il gol al rientro dall'infortunio, dopo poco più di 1 minuti. Era una cosa a cui non ero abituato, il gol. Sono stati i due minuti più emozionanti della mia carriera.
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