Grande attesa per il derby della capitale. Domenica pomeriggio lo Stadio Olimpico vedrà scontrarsi Roma e Lazio, in quella che per entrambe potrebbe essere la partita del riscatto.
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Tifosi Vip, Verdone: “Roma come un film senza produttore” Amendola: “Dal derby non mi aspetto nulla”
Grande attesa per il derby della capitale. Domenica pomeriggio lo Stadio Olimpico vedrà scontrarsi Roma e Lazio, in quella che per entrambe potrebbe essere la partita del riscatto.
Vincere adesso contro gli avversari numero uno aiuterebbe i giallorossi, reduci dalla sfortunata trasferta ucraina, a ritrovare la giusta carica. Dopo aver perso quattro derby di fila, anche i biancazzurri lotteranno strenuamente per conquistare i tre punti e mettere così fine alla serie negativa.
Motore della gara, però, non sarà soltanto la storica rivalità: i due club capitolini, infatti, si contendono il quarto posto in classifica e in tal senso la sfida diretta potrebbe rivelarsi decisiva. Carlo Verdone e Claudio Amendola, da sempre di fede giallorossa, attendono il derby delusi e demoralizzati.
L'attuale situazione della Roma quasi toglie la speranza a Carlo Verdone: «Continuo a dire quello che ho sempre pensato. Le prestazioni della Roma -spiega all'ADNKRONOS, dipendono al 100% dall'assenza di una società alle spalle. Fino a quando durerà questa situazione, noi avremo come una sorta di confusione». Circostanze che, a suo avviso, non aiutano i giocatori: «Sono demotivati. Magari danno anche il cuore, ma non c'è un punto di riferimento».
Per descrivere il suo club, il regista e attore romano attinge al lessico cinematografico: «È come un set che vuole fare un film, ma non c'è il produttore, quindi non sa se uscirà nelle sale». Fuor di metafora, «quando manca una società forte dietro, è normale che si formino dei clan all'interno dello spogliatoio. Un presidente forte può evitare o controllare certe situazioni». Scotta ancora la sconfitta in Champions: «Questa è una squadra che non può permettersi di farsi espellere dei giocatori. Il risultato è un danno di immagine a livello europeo. Gomitate, fallacci...ma che figura facciamo? ». Nonostante tutto, «guarderò la partita, me la vedrò a casa».
Verdone non esclude di tornare presto anche allo stadio, ma vorrebbe che «la squadra diventasse solida». «Sarò demoralizzato sino a quando non arriverà un proprietario serio. La partita contro lo Shakhtar è stata una partita seguita da milioni di persone in tutta Europa, non abbiamo fatto una bella figura. Si capisce che la squadra va avanti per gruppi e che manca un uomo forte. Non è possibile -prosegue- che si prendano tutte queste ammonizioni, significa remare contro la stessa squadra e contro i tifosi che sono andati sino a lì».
Che i vip romanisti affrontino il derby scoraggiati, lo confermano anche le parole di Claudio Amendola: «Come vedo la Roma a pochi giorni dal derby? Dopo l'eliminazione dalla Champions, non posso vederla bene. Non mi aspetto nulla». Come Verdone, anche Amendola cerca delle spiegazioni: «Cosa non ha funzionato? Principalmente il carattere di questi ragazzi, la scarsa professionalità. Abbiamo toccato il fondo, sono disgustato dai comportamenti, da come si sta in campo, dalle figure che facciamo ormai due o tre volte a settimana».
Lo sconforto è tale, che sminuirebbe anche il valore di un'eventuale vittoria: «Anche se la Roma vincesse il derby, non cambierebbe nulla. Il problema è di fondo, è un problema radicato. I giocatori non hanno saputo rispondere agli evidenti problemi contingenti che hanno avuto nella loro azienda di lavoro». «Avrebbero dovuto sopperire alle mancanze -aggiunge Amendola all'ADNKRONOS in un momento così delicato, questa sarebbe stata l'unica cosa da fare. È una fine non dignitosa. Certo, è anche sbagliato attendersi un atteggiamento di attaccamento alla maglia da parte di tutti i giocatori, che in fondo sono professionisti, non tutti sono Totti». Seppur avvilito, Claudio non tradirà la sua fede giallorossa: «La partita la vedrò, andrò allo stadio, perchè i tifosi sono diversi».
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