Poteva essere un giorno storico, da ricordare in eterno. E tantissimi tifosi si ricorderanno di esserlo proprio per il medesimo motivo: l'ultima in casa di Francesco Totti. Senza spaventare inutilmente i lettori poco aggiornati, il capitano giocherà ancora con la Roma, giocherà ancora all'Olimpico e lo farà ancora per un'altra, ultima stagione. Quindi, addio al Totti-day? Niente affatto. Perché tante, tantissime persone che oggi popoleranno gli spalti dell'Olimpico saranno là per Totti e non per la Roma. Una precisazione che fa tutta la differenza del mondo. Ma il clima da guerra fredda - neanche troppo fredda, a dire la verità - tra Totti e il binomio Spalletti-Società sembra essere un lontano ricordo. "Francesco sta facendo quello che io volevo facesse per la squadra. Sono contento". E buona pace al martello instancabile che accollava a Totti reti subite addirittura in stagioni passate. D'altro canto il capitano ha ripreso a sorridere. Non solo perché il dieci è tornato prepotentemente al centro del progetto tecnico ma anche perché il suo ultimo desiderio da calciatore della Roma verrà esaudito, e a tutti noi è stato risparmiato un anno di Francesco con la divisa di una squadra araba o americana.
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TESTA A TESTA Roma-Chievo: Ruediger-Meggiorini; De Rossi-Hetemaj; Salah-Gamberini
I giallorossi si giocano le ultime speranze di raggiungere il secondo posto con un Chievo autore di un'ottima stagione. Molti i duelli interessanti
Tra i tanti pensieri, la Roma ne avrà uno che con i tre punti oggi potrebbe coltivare fino a sabato prossimo: il secondo posto. I due punti che la separano dal Napoli potrebbero essere cancellati per qualche ora, giusto il tempo di arrivare al posticipo di questa sera che vedrà i partenopei impegnati sul campo del Toro. Ma per poter godersi la partita serale con interesse va battuto il Chievo, reduce da una stagione trionfale per gli obiettivi raggiunti. La salvezza non è mai stata in discussione e i gialloblù proveranno a rovinare la festa della Roma per toccare quota 50 punti. Maran è autore di un miracolo dove in molti hanno fatto bene negli anni. Ad esempio, è stato uno dei pochi allenatori europei a dover rinunciare al proprio bomber a metà stagione (Paloschi, capocannoniere della squadra, si è trasferito a metà stagione nello Swansea di Guidolin) senza far saltare il banco. Non si è lamentato ed ha continuato a lavorare, nel perfetto stile Chievo portato avanti e sostenuto dal presidente Campedelli. Una vera e propria oasi felice della massima serie italiana. Come sa benissimo Spalletti - e ogni romanista che si rispetti -, gli scaligeri sono pericolosi proprio perché tranquilli e senza patemi. Una trappola perfetta che la Roma ha storicamente dimostrato di non saper riconoscere ed evitare senzadifficoltà.
Come detto, lo stadio sarà pieno. Ma titoli trionfalistici a parte, è un impulso innato del tifoso della Roma il riempirlo all'ultima di campionato, specie col rebus ormai risolto del contratto di Totti. I risultati non c'entrano col deserto Olimpico di questa stagione e stupisce il fatto che in molti non se ne siano resi conto. Se manca la Curva Sud in una pomeridiana infrasettimanale contro lo Spezia, per di più in diretta televisiva, manca l'unico blocco di tifosi che ci sarebbe stato. Con il sottofondo della Sud non avremmo assistito ai fischi preventivi ai calciatori della Roma, agli insulti all'allenatore che ha risollevato la squadra, ad uno stadio silenzioso ed ininfluente. Ma così è stato per ragioni che vanno ben oltre i risultati. E non ci si lasci ingannare dalle informazioni a senso unico; tantissimi tifosi di altri settori dello stadio hanno deciso di non frequentare la casa spirituale di ogni romanista proprio perché senza il tifo non ha senso subire il trattamento a dir poco opprimente che le istituzioni riservano ad ogni cittadino romano che vuole seguire la partita dal vivo. E poi, diciamolo, è antistorico, amorale, violento intellettualmente privare la Roma della sua curva, perché spesso e volentieri, nel mondo, si è parlato della squadra in funzione del suo grande pubblico e non viceversa. Un pubblico che vorrebbe tornare a sostenere la squadra più di ogni altra cosa.
Ruediger-Meggiorini: La Roma, a dispetto di un inzio di campionato non esattamente rassicurante, sembra aver trovato il centrale del futuro. Le caratteristiche che rendono il difensore tedesco un asso in prospettiva, infatti, sono un indiscutibile talento e una fisicità dirompente. Se in lui non si intravedesse un campione non giocherebbe nella nazionale campione del mondo in carica, addirittura da terzino destro, in un ruolo che non sembra soffrire. Certo, ha avuto qualche uscita a vuoto (vedi Carpi-Roma) ma complessivamente è uno dei calciatori giallorossi che più ha migliorato le sue prestazioni rispetto all'inizio della stagione. La sua cattiveria in campo lo fa apprezzare ancora di più dai tifosi giallorossi. A cercare di rovinare il pomeriggio del tedesco sarà Meggiorini, primo attaccante del Chievo dopo la partenza di Paloschi. La punta è un nomade della Serie A e in questa stagione, oltre i 5 gol messi a segno, ha mostrato le sue qualità di leader in mezzo al campo, abbinando una grinta non indifferente ad una tecnica da fantasista. Ha già fatto male alla Roma e va tenuto d'occhio. Pericoloso.
De Rossi-Hetemaj: A volte ci si dimentica che Daniele è un tifoso, prima che un giocatore della Roma. Nel periodo che l'ha visto in panchina spesso e volentieri ha vissuto i match con un trasporto d'altri tempi, vivendo la Roma come potrebbe fare un qualsiasi romanista. E lunedì scorso, schierato titolare da Spalletti, si è stupido che qualcuno sottolineasse la sua professionalità. "Non ci vedo nulla di speciale, ho sempre odiato i giocatori che sorridono dopo una sconfitta perché l'allenatore non li fa giocare. Si fa parte della Roma in ogni caso". Amen. E se questa città è riuscita a dividersi su un suo figlio, molti tifosi sono ancora capaci di apprezzare un romanista anche solo per il fatto che lo sia. E non è cosa da poco. Recentemente, Nainggolan ha indicato Hetemaj come uno dei centrocampisti più duri da affrontare nel nostro campionato. Si, perché il finlandese, al Chievo dal 2011, ha preso possesso del centrocampo veronese e con tecnica e cattiveria agonistica sembra non voler abbandonare il ruolo da protagonista. Vederlo giocare è appagante perché rappresenta pienamente l'operaio del pallone che non può fermarsi se vuole rimanere nel circo. Mediano vecchie maniere.
Salah-Gamberini: Dopo un inizio girone di ritorno strabiliante l'egiziano sta vivendo un momento di appannamento. A Genova, nonostante abbia finalizzato l'azione da calcio a 5 del primo vantaggio giallorosso, è sembrato apatico rispetto al gioco della squadra. Il suo talento è indiscutibile e l'amore calcistico che Spalletti nutre nei suoi confronti è sotto gli occhi di tutti. Ma i giocatori di questo tipo vivono di alti e bassi perché i pochi che riescono ad evitarli si chiamano Messi e Cristiano Ronaldo. Non è cosa. La velocità dell'africano potrebbe essere deleteria per Gamberini, classico giocatore di categoria fresco di rinnovo fino al 2019. Il centrale ex Fiorentina non fa della velocità la sua arma principale e potrebbe trovarsi in difficoltà di fronte alle sgroppate delle ali giallorosse.
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