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TESTA A TESTA Roma-Bologna: Ruediger-Floccari; Keita-Donsah; Dzeko-Maietta

Tanti i duelli in una sfida apparentemente semplice per i giallorossi che devono vincere per cullare il sogno del secondo posto

Niccolò Mastrapasqua

Il derby è alle spalle e ha evidenziato una Roma mai così matura. Nonostante l'umiliazione e i quattro gol inferti alla Lazio, però, si è parlato di una partita giocata non al meglio, con un avversario di molto inferiore per soffrire in quel modo. Basta però tornare indietro nel tempo, precisamente all'esordio dello Spalletti-bis, per comprendere quanto in realtà la Roma si sia rivelata dominatrice assoluta nella stracittadina: la squadra capitolina affrontava il Verona, ultimo in classifica e quasi del tutto senza speranze. Spalletti nella conferenza pre-partita annunciava l'utilizzo di Castan - un vero e proprio esperimento - e lasciava intendere la soddisfazione per avere l'Hellas come primo contendente nella nuova avventura. Il risultato fu una Roma macchinosa davanti e pericolosamente traballante dietro che rischiò di vincere la partita (Dzeko era di altra opinione) ma anche di perderla, prestando il fianco a numerosi contropiedi. Si, proprio il Verona ultimo in classifica e senza speranze. Ciò detto, vincere un derby con tre reti di scarto e lamentarsi per 20 minuti di calo è un lusso che i tifosi giallorossi non possono permettersi. In primo luogo perché un derby vinto solitamente si festeggia. Poi perché questa è la stessa squadra che metteva insieme tre tiri mal contati contro lo Spezia, in casa, per poi vedersi estromessa dalla Coppa Italia con disonore. Insomma, ci si può accontentare.

L'avversario di questo turno è il Bologna di Donadoni, in crisi nera quasi fosse la squadra imbarazzante della prima parte di stagione targata Delio Rossi. I numeri sono impietosi: l'ultima vittoria risale al 14 febbraio (0-1 ad Udine). Nelle ultime 6 partite sono arrivati 3 pareggi a reti bianche e 3 sconfitte con una sola rete segnata in 540 minuti di gioco. Numeri da retrocessione. Se non bastasse, il fiore all'occhiello di questo periodo negativo è la sconfitta interna di misura contro il già citato Hellas. La Roma ha quindi tutte le carte in regola per restare nella scia del Napoli e allontanare nuovamente l'Inter, vittorioso a Frosinone. Oltre alla netta differenza tecnica - agli emiliani mancheranno Destro e Giaccherini - c'è un dato curioso che potrebbe essere modificato questa sera. Il Bologna, infatti, non ha mai subito gol nei primi 15 minuti, dato che conferma la solidità mentale che Donadoni ha costruito. La Roma, viceversa, è tra le squadre che hanno siglato più reti nei primi 15 di gioco. Gran parte del match potrebbe decidersi all'inizio del primo tempo.

Donadoni ha elencato le tante assenze alle quali dovrà far fronte la sua squadra e si è detto addirittura fiducioso per la trasferta romana. Parole di circostanza se al momento dei rossoblu si addizionano le numerose defezioni. Destro e Giaccherini (migliori marcatori della squadra) non ci saranno e lo sterile attacco emiliano dovrà vedersela con una difesa giallorossa sempre più collaudata. Spalletti dovrà far fronte alle assenze di Nainggolan (squalificato) e Gyomber (infortunatosi nella trasferta di Sassuolo); per il resto, il tecnico toscano avrà tutta la rosa a disposizione.

Ruediger-Floccari: Il centrale tedesco è forse il giocatore più rigenerato dalla cura Spalletti. Nella prima uscita sulla panchina romanista, il tecnico di Certaldo gli aveva preferito Castan, lasciando presagire la voglia di puntare sul brasiliano. La deficitaria prestazione di quest'ultimo costrinse Spalletti a buttare nuovamente nella mischia Ruediger che ha blindato la sua titolarità con una serie di prestazioni in crescendo, conquistando anche la nazionale tedesca campione del mondo in carica. Con i teutonici, l'imponente difensore gioca prevalentemente sulla fascia destra, mostrando un'inattesa capacità di spinta sfruttata di tanto in tanto anche dall'allenatore toscano. La coppia con Manolas sembra sempre più solida. Data l'assenza di Destro e Giaccherini toccherà all'ex laziale farsi carico dell'attacco bolognese. Senza falsa ipocrisia, da queste parti è ricordato per l'errore dal dischetto che diede il là alla rimonta romanista nel derby che riconsegnò il primato alla squadra di Ranieri. Uno dei tanti laziali ad aver regalato una gioia ai tifosi romanisti.

Keita-Donsah: il maliano merita l'attenzione mediatica di un attaccante da 30 gol a stagione. Da anni viene dato per finito e regolarmente smentisce tutti con l'intelligenza tattica di un iniziato del gioco. Spalletti gli ha consegnato le chiavi del centrocampo romanista, nonostante qualche stoccatina su una velocità non proprio fulminante, e l'ex Barcellona le ha prese senza l'intenzione di riconsegnarle. Vederlo giocare è un inno alla serenità. Mai impacciato, sempre pronto ad aiutare i compagni e con la soluzione in tasca. Un campione che danza sul suo stesso tramonto con la leggiadria di un ballerino. Il centrocampista bolognese, viceversa, costruisce sulla fisicità il suo stile di gioco. Tanta, tantissima corsa e una tecnica sicuramente migliorabile sono le caratteristiche del talento in prestito dal Cagliari. Donadoni non può farne a meno e il ragazzo che si ispira a Nainggolan gioca con l'esperienza di un calciatore navigato. Il futuro è roseo.

Dzeko-Maietta: il bosniaco sembra aver trovato la chiave per farsi apprezzare a Roma: segnare alla Lazio. Due derby e due gol per l'attaccante più discusso della Serie A. Spalletti però continua a tenerlo sulle spine, confermando di fatto che la punta non può considerarsi un titolare inamovibile. Questa sera dovrebbe essere il terminale di una Roma super offensiva e potrebbe dare seguito alla segnatura nel derby, ritagliandosi uno spazio sempre più grande. Il difensore classe '82 è un mestierante delle aree di rigore. 15 presenze in campionato e una solidità dovuta all'ottima organizzazione della difesa rossoblu. Per caratteristiche fisiche, l'accoppiamento con Dzeko è un classico del calcio, con due fisici imponenti che si scontrano in area di rigore. Non è un campione ma garantisce un rendimento dignitoso e questo, per un giocatore della massima serie, è decisamente il dato più importante.