news as roma

Strootman: “Col Barça dimostreremo che non siamo lì per caso. De Rossi l’unico leader” – VIDEO

Le parole del centrocampista giallorosso: "Il nostro gruppo è unito, si è visto nelle difficoltà. Under fortissimo, ad Alisson non segniamo neanche in allenamento. Io maniacale? Molti medici mi dissero che non sarei mai tornato ai miei livelli"

Redazione

Il centrocampista della Roma Kevin Strootman è intervenuto sui canali social del club giallorosso. Queste le sue dichiarazioni.

In questi giorni i tifosi romanisti pensano solo ad una partita…

Al Bologna? (ride ndr).

No, sono proiettati un po’ più avanti, come si prepara Bologna-Roma in questo momento?

Anche noi pensiamo alla partita contro il Barcellona, ma per arrivare bene mentalmente devi vincere contro il Bologna. Sarà una partita difficile e noi dobbiamo vincerla, la Champions League non conta niente per il campionato e viceversa. Dobbiamo vincere contro il Bologna e poi potremo pensare al Barça.

Lei è maniacale nel lavoro settimanale.

Il mio infortunio ha cambiato il modo in cui lavoro per prepararmi per l’allenamento, per preparare le gambe e tutte le cose. Dovevo cambiare qualcosa, ogni tanto forse faccio troppo, voglio essere troppo preciso. Mi piace, ogni tanto mi prendono in giro anche lo staff tecnico, medico e i compagni. Mi sento bene così, voglio continuare perché quando stavo male col ginocchio qualche dottore mi ha detto che non avrei giocato 90’ a quei livelli, invece poi ho giocato 80-90 partite. Voglio migliorare sempre.

Le è mai successo di arrivare con 2’ di ritardo?

Solo per imprevisti (ride, ndr). Nella nostra squadra quasi nessuno, forse 2-3 volte in tutto l’anno. Questa è una cosa buona.

Anche quelli che non sono olandesi?

Anche i brasiliani, i sudamericani.

Anche ordinati?

Un po’ meno.

Lascia mai un calzino fuori posto?

Forse li dimentico una volta, il nostro spogliatoio non è sempre così ordinato ma ci proviamo.

Jesus ha detto che lo spogliatoio è unito. È così?

Sì, si vede quando le cose non vanno bene. Nel mese di dicembre e gennaio abbiamo perso qualche partita, il gruppo era sempre insieme. Tutti parlano con tutti, normalmente c’è qualche gruppo. Questo c’è sempre, i brasiliani e argentini stanno insieme, ma il nostro gruppo è quasi sempre insieme. Se facciamo una cena di squadra siamo 22-23 persone, questo vuol dire qualcosa. Quando le cose vanno bene è facile dire ‘siamo una famiglia’. Quest’anno siamo stati sempre uniti, non abbiamo parlato male dell’altro. Dobbiamo tenere questa cosa e continuare così.

Si vede anche in campo…

Dobbiamo farlo vedere di più, bisogna anche dire la verità all’altro. È una cosa nella quale bisogna trovare l’equilibrio, lo stiamo facendo.

Quando andate a cena chi paga il conto?

Non è un problema, i calciatori vogliono sempre pagare. Se si va in un ristorante più caro è più difficile, quest’anno non l’ho mai fatto, sicuramente mi diranno di farlo. Sarà pizza o hamburger, qualcosa di meno cara.

Ora il Barcellona. C’è chi voleva una squadra più abbordabile e chi voleva giocare una partita importante. Voi eravate divisi? Come ci si arriva a un sorteggio?

Non volevamo prendere il Barcellona, però sai che ai quarti di finale devi giocare contro un avversario forte. Siviglia e Liverpool anche erano forti, non è sicuro se giochi contro quelle che passi in semifinale. Contro il Genoa abbiamo fatto di tutto fino all’ultimo per giocare queste partite. Faremo di tutto per portare a casa un risultato importante lì, poi qui con lo stadio pieno non si sa mai cosa succede. Siamo contenti di essere arrivati, vogliamo far vedere che non siamo arrivati per caso.

Florenzi ha il piede caldo per Barcellona?

Prima per Bologna. È tornato alla grande dopo l’infortunio, speriamo faccia un altro gol così. Ne può fare pure uno più brutto.

Quando ha capito di essere diventato un leader?

Questa parola non mi piace tanto. Quando le cose vanno bene sei un leader, quando non vanno bene non lo sei, e questo cambia ogni settimana. Voglio aiutare i miei compagni, è il mio ruolo a centrocampo. Se la squadra sta bene anche io sto meglio. Il nostro leader è De Rossi, lo fa vedere ogni partita negli ultimi anni. È lui il nostro leader e basta.

Perché ha sempre il viso serio?

Fuori dal campo sì, in partita sono concentrato. Nello spogliatoio e fuori rido, non tanto ma il giusto. Non troppo, al momento giusto.

Che ne pensa di Under? Ora è uno di voi.

È ancora un po’ difficile con la lingua, non parla inglese. Ora ha iniziato a parlare e capire l’italiano, questo è importante. Sta facendo bene in campo e questo aiuta. Se non giochi o non giochi bene è difficile entrare in un gruppo, anche nella vita. Ora sta facendo bene in campo e l’abbiamo visto tutti. Ha qualità enormi, può diventare un giocatore importante per la Roma e per il calcio. È un bravissimo ragazzo, deve imparare l’italiano. Qualche parola l’ha imparata, dice sempre ‘sì sì, ho capito’ e poi non ha capito niente (ride, ndr).

Riuscite a segnare ad Alisson in allenamento?

Quasi mai. È fortissimo, ma anche l’anno scorso faceva benissimo in allenamento e coppa. È un professionista, fa sempre le sue cose. Se prende un gol litigo con lui, perché è subito inca*****. Vuole vincere tutto, non vuole mai prendere gol ed è la mentalità giusta. Della qualità neanche dobbiamo parlarne, è importante per noi e spero rimanga a lungo.

Quando rifà un bel tiro dalla distanza?

Aspetto il momento giusto anche per questo (ride, ndr). Ho fatto il gol col Napoli che ancora mi ricordano. Mi chiedono ‘perché non tiri?’. Dipende dalle situazioni, forse tiro meno dopo questo infortunio rispetto al primo. Spero di fare un gol così presto.

Tanti tifosi chiedono ‘segna con il Barcellona e offri la cena alla squadra’.

Sì, ma un gol importante. Se è importante sushi, altrimenti pizza. Se faccio gol contro il Bologna tortellini, ma dopo il Barcellona.