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Stadio della Roma, ira Legambiente: “E’ una trappola di cemento. Progetto trasformato”

L'ira di Legambiente sullo stadio della Roma: "E' una trappola di cemento".

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Ma quale Stadio, è una operazione immobiliare e finanziaria. Legambiente non usa mezze parole per denunciare quello che agli ambientalisti appare come una rivoluzione della dimensione del progetto dove accanto alla nuova casa della Roma e alle sue attrezzature, sono spuntati nuovi edifici per uffici per 920mila metri cubi e hotel per 48mila.

“Ci troviamo di fronte a 960mila metri cubi di nuove previsioni che nulla hanno a che fare con lo stadio e che rappresentano una operazione immobiliare colossale per una città come Roma – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente Nazionale dell’associazione ambientalista che anticipa in una nota “le osservazioni che presenterà al progetto dello stadio dopo aver preso visione e analizzato nel merito i materiali depositati presso la Casa della Città“.

“Tra le promesse fatte alla presentazione del plastico del nuovo Stadio della Roma il 26 Marzo e il vero progetto consegnato il 13 Maggio molte cose sono cambiate intorno a una operazione immobiliare e finanziaria dai contorni non ancora del tutto noti – continua Zanchini – l’unica certezza rimasta è proprio lo stadio, mentre intorno sono cambiate due condizioni assai rilevanti. Per dare una idea della dimensione della trasformazione prevista, è come se 9 Hotel Hilton, il grande albergo in cima a Monte Mario, fossero realizzati a Tor di Valle, accanto allo Stadio della Roma e agli interventi commerciali.”

Sotto accusa anche il piano di trasporto pubblico: secondo Legambiente i tifosi della Roma saranno costretti a prendere l’auto e pagheranno a caro prezzo il parcheggio. Sono infatti spariti i progetti del prolungamento della Linea B della metro alla stazione Muratella, con l’interscambio con la linea FM3, e la fermata Tor di Valle della linea Roma-Lido sarà l’unica via d’accesso. Le migliaia di tifosi che prenderanno la macchina dovranno pagare 10 euro per parcheggiare.

Infine dito puntato sugli aspetti idrogeologici di un intervento realizzato accanto al fiume Tevere e a pochi passi dal Rio Vallerano, uno dei maggiori torrenti del reticolo del reticolo fluviale. “Al Comune di Roma chiediamo di garantire l’interesse pubblico rispetto a una operazione di questo tipo, che vi potrà essere solo con modifiche al progetto e con il ripristino del prolungamento della Metro B, e attraverso una variante al Piano regolatore che stralci previsioni di pari dimensione per evitare una ulteriore cementificazione del territorio di Roma”, ha concluso Zanchini.

(affaritaliani.it)