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Stadio Roma, Grancio (ex M5S): “Pietra tombale sul progetto. Chiederemo le dimissioni della Raggi”

La consigliera espulsa dal Movimento torna a parlare dell'iter per la costruzione dell'impianto

Redazione

"Questa vicenda relativa a De Vito sarà di certo la pietra tombale sul progetto Stadio voluto e varato dalla giunta Raggi". Non usa mezzi termini Cristina Grancio, l'ex consigliera pentastellata intervenuta ai microfoni di Radio Cusano. Proprio lei, che era stata esclusa dal Movimento per delle perplessità avanzate su questa situazione, ha avuto parole pesanti anche per De Vito: "Non sono stupita perché secondo me ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo sul nuovo stadio della Roma. Non si capiva infatti se fosse a favore o contro, anche durante le riunioni di maggioranza”.

Uno scenario che Grancio aveva anche segnalato alla Sindaca: “Ho sempre messo in guardia la Virginia Raggi, ma anche gli altri esponenti di spicco del Movimento. Di Maio ora rilascia queste dichiarazioni patetiche ma lui, attraverso i suoi due delegati, c’è stato in questa situazione dello stadio. Hanno partecipato alle riunioni di maggioranza, ascoltando le problematiche che c’erano. Hanno avuto un atteggiamento arrogante”. Infine uno spunto sul futuro prossimo della giunta capitolina: "Non credo che si fermeranno perché, mancando di umiltà, non riescono a concepirlo. Sebbene le accuse contro De Vito, non ci saranno molte riflessioni sull'iter per lo Stadio, anche se le situazioni urbanistiche correlate sono rilevanti e spinose. Ritengo che questa giunta non sia minimamente in grado di andare avanti e che debba dimettersi. Sarebbe un atto dovuto nei confronti della città".

Poche ore più tardi, Cristina Grancio ha rilasciato un'intervista anche a Radio Radio. Ecco le sue dichiarazioni:

"De Vito aveva un atteggiamento che io definivo incomprensibile. Cercava di non esporsi. Per fatti concludenti, io ho visto il Consiglio Comunale passare dall’unanimità verso una delibera di annullamento all’esatto contrario. Io ho subito pressioni, ma di mobbing, molto generiche. Certamente qualcosa si muoveva in modo strano. Per come si è mossa l’amministrazione ho visto opacità, non si può dire che si sia mossa in trasparenza".

Ha chiesto spiegazioni per questi cambi di idea?

Ci davano questi cambiamenti come dati di fatti, non ci hanno dato modo di consultarci. Siamo passati dall’attesa del parere dell’Avvocatura, fino a ritrovarci con Grillo al telefono che ci diceva ‘Bravi, bravissimi, abbiamo trovato l’accordo. Loro si sono in qualche modo quasi assuefatti ad andare avanti con queste modalità. Quando ho portato in Commissione consiliare le mie osservazioni e ho chiesto chiarimenti, da lì a poche ore è arrivata la richiesta di sospensione in cui mi si diceva che venivo sospesa per la gravità delle mie azioni.

Quanti sono le voci contrarie nel M5S? Pensa che ora tenderanno ad ingrossarsi?

Già all’epoca della votazione di giugno 2017, io ricordo a memoria che ci eravamo messi assenti 6 o 7 persone che non volevano venire a votare l’interesse pubblico, poi in realtà solo 3 consiglieri non votarono. Ora credo che potrebbero essere aumentati. Nei municipi sono sicuramente di più. Credo che la città meriti una rivisitazione di questa storia, quello che è emerso dalla relazione del Politecnico di Torino è inquietante. Mi auguro che arriverà in aula questa delibera di annullamento in autotutela e si riveda tutto.

Non ha fatto ricorso alla sospensione?

Sì, l’ho fatto presso il giudice del tribunale civile e infatti loro hanno dovuto ritirare la sospensione perché la giudicarono mal impostata. Ora sono nel Gruppo Misto, qualche mese fa ho aderito al movimento di De Magistris.

Lei ha parlato di mobbing. Come si manifestava? In che modo? Con avvertimenti e minacce?

La maggioranza mi considerava un po’ come una che farneticava, la pecora nera. Sono stata eliminata da tutte le chat in cui ero inserita. Vivevo un’emarginazione, c’era la paura di parlarmi.

Lei ha sentore di quello che accadrà adesso? Avete in progetto di chiedere qualcosa alla Sindaca?

Noi chiederemo le dimissioni della Sindaca, non è all’altezza di capire nemmeno le persone che sceglie. Appena ho visto Lanzalone e ho capito che non si interessava di urbanistica, mi sono chiesta cosa ci stesse a fare.

Cosa pensò dell’uscita di Berdini?

Berdini ha fatto bene a lasciare, lo stavano iniziando ad usare come foglia di fico per giustificarsi su quello che stavano facendo. Poi hanno detto che non sono andati in annullamento perché Berdini non ha prodotto un atto, dimenticandosi del parere negativo dato proprio da Berdini. Berdini si è impegnato eccome, ma loro lo volevano usare come foglia di fico.