Dopo che il Tar del Lazio ha giudicato inammissibile il ricorso proposto dai proprietari delle abitazioni di Via della Ruta per la costruzione dello Stadio della Roma, il Comitato di Coordinamento Si al Parco, Si all'Ospedale, No allo Stadio ha diramato un comunicato con il quale prende atto della decisione e riafferma le proprie convinzioni promettendo di inviare un ulteriore ricorso nel corso delle prossime fasi dell'iter. Di seguito il comunicato:
news as roma
Stadio della Roma, reazione del Comitato del No: “Presenteremo nuovo ricorso”
"Prendiamo atto della decisione del Tar Lazio sul ricorso proposto dai proprietari delle abitazioni di Via della Ruta, affiancati da cittadine e cittadini, associazioni e comitati territoriali, evidenziando anzitutto che l'odierna sentenza, basata sulla mancata presentazione di un documento facilmente superabile e dimostrabile in qualsiasi altro grado di giudizio, non ha ancora sciolto i numerosi dubbi sulla correttezza della procedura adottata, che - come pure considerato nella sentenza- saranno oggetto di attenta valutazione nel momento in cui la AS Roma dovesse depositare il progetto definitivo. Restano pertanto indissolubili le nostre contestazioni sulla procedura sin qui adottata, motivazioni sulle quali ad oggi non vi e stata alcuna espressione, che saranno nuovamente oggetto di ricorso nelle eventuali prossime fasi dell'iter che l'As Roma Srl ed il Comune di Roma intenderanno adottare. Ad oggi sono decorsi 46 giorni dall'ultima attività di cantiere svolta sull'area interessata dal progetto che, con ogni probabilità, sarà prossimamente oggetto di nuove sorprese in termini di salvaguardia del verde e della biodiversità. Come Coordinamento Si al Parco, Si all'Ospedale - No allo Stadio, come cittadine e cittadini parte attiva di questa lotta, rappresentiamo infine che assumeremo, tutti insieme, ogni iniziativa che si renderà necessaria per fronteggiare affermazioni speculative da parte di chi, nel chiaro tenore della sentenza del TAR Lazio, intenda diffamare o affermare che i ricorrenti non siano nella piena ed esclusiva proprietà delle proprie rispettive abitazioni, cavalcando l'onda della disinformazione a cui diversi attori istituzionali, facendo leva sul proprio ruolo, ci hanno sino ad oggi abituato".
© RIPRODUZIONE RISERVATA