Nuovo capitolo riguardante la situazione relativa allo Stadio della Roma. Il pallone adesso è passato infatti a Eurnova, società proprietaria dei terreni di Tor di Valle, che ha inviato una PEC destinata tra gli altri al club giallorosso, al Gabinetto della Sindaca al Comune di Roma intimando la municipalità di non cancellare il progetto stadio. Inoltre la PEC contiene anche la comunicazione di una possibile causa verso il club romanista. Eurnova infatti "ferma la riserva di agire nei confronti della A.S. Roma per gli enormi danni che sta provocando alla scrivente società, con la presente si chiede formalmente a Roma Capitale di considerare del tutto inefficace la richiesta di A.S. Roma di considerare non più vincolanti gli obblighi a suo tempo dalla stessa assunti”.
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Stadio della Roma, Eurnova risponde: “Ci riserviamo di agire contro il club”
La società proprietaria dei terreni ha mandato una PEC per intimare la non cancellazione del progetto Tor di Valle
INGIUSTIFICABILE RIPENSAMENTO - Il no a Tor di Valle ha provocato così la reazione di Eurnova, che considera i motivi della marcia indietro "ragioni assolutamente pretestuose e palesemente contrarie alla buona fede", per un "ingiustificabile ripensamento" fondato su affermazioni "gravi e infondate". Sotto accusa inoltre il fatto che la Roma abbia considerato 'non vincolanti' gli accordi sottoscritti, generando così una situazione paradossale dove "un soggetto che [...] contribuisce in modo determinante a dare l'avvio ad un complesso e costoso iter amministrativo pretende non solo di sciogliersi da ogni vincolo ma persino di decidere cosa debba fare l'Amministrazione Comunale".
L'INTERVENTO DI VITEK - Confutando punto per punto le posizione della Roma, Eurnova ribadisce come le vicende giudiziarie citate dal club "non hanno mai posto in dubbio la regolarità del procedimento amministrativo e mai prima d'ora erano state lamentate dalla Roma". Inoltre, con riferimento alle critiche sulla situazione finanziaria della proponente e all'arrivo di Vitek, viene specificato come "le condizioni finanziarie di Eurnova non sono più affatto critiche, proprio in ragione dell'intervento del nuovo investitore". Tutte affermazione, quelle della Roma, "palesemente contrarie a buona fede".
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