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Stadi mezzi vuoti e boom tv. E i club “spremono” i tifosi

(repubblica.it – F.Bianchi) Grandi ascolti in tv per il campionato di calcio: segno che il prodotto “tira” sempre. Piace. Non ha cali di interesse. Ma, nel contempo, gli stadi italiani restano, salvo eccezioni, mezzi vuoti.

Redazione

(repubblica.it - F.Bianchi) Grandi ascolti in tv per il campionato di calcio: segno che il prodotto "tira" sempre. Piace. Non ha cali di interesse. Ma, nel contempo, gli stadi italiani restano, salvo eccezioni, mezzi vuoti.

La percentuale di riempimento è fra le più basse dell'Europa che conta. In qualche caso si supera a fatica il 50% della capienza. Quindi, stadi mezzi vuoti (media gara poco sopra i 23.000).

Colpa della tv che porta via spettatori? Colpa, credo, di tantissimi fattori, senza dimenticare una crisi economica che sta salassando le famiglie (e andare allo stadio è costoso). I club, per la verità, si accontentano dei soldi, tanti, che arrivano delle tv e fanno pochino per cambiare questa tendenza. Ma vediamo gli ascolti del weekend. Anticipo del sabato sera, Juventus-Genoa: su Sky 6% di share, 1.533.899 spettatori medi, oltre 2 milioni e 600.000 contatti unici. Su Mediaset Premium ha fatto invece il 2,84 %, con 727.000 spettatori. Totale: quasi il 9% di share. La domenica calcistica, ora. Su Sky, alle 12,30 Lecce-Milan ha fatto il 5,65%, con 1.047.499 spettatori.

Nel pomeriggio, sempre su Sky, 8,4% di share, 1.383.932 spettatori. Programmi Rai: Stadio Sprint, 9,73% di share e 1.411.000. Novantesimo Minuto è andato molto bene: 13,66%, con 2.391.000 spettatori. La Domenica Sportiva, condotta da Paola Ferrari, ha fatto l'11,71%, 1.688.000 spettatori. Non sono più i picchi di inizio stagione: ma il 10% viene sempre superato.

L'intervista di Carlo Paris ("5' di recupero"), che può contare sul traino del Tg1, ha toccato quota 16,78% di share, con 4.538.000 spettatori. Il calcio-spezzatino, chiaramente, non aiuta le trasmissioni Rai. Ma per ora c'è piena soddisfazione a Viale Mazzini. Su Italia 1, "Controcampo Linea Notte" ha fatto il 14,44%, con 751.000 spettatori. E questa settimana, ecco un bel turno infrasettimanale. Con la serie A "spalmata" su tre giorni (domani, mercoledì e giovedì). Proprio quello che vogliono le tv, e che avranno sempre più in futuro. Prendiamo il lunedì, il Monday night: quest'anno, massimo cinque partite. Dal prossimo contratto tv (dal 2012) i lunedì calcistici potranno aumentare e così saranno coperti tutti i giorni della settimana. Torniamo alla domanda di prima: colpa delle tv se gli stadi si svuotano? Non è detto. Prendiamo l'esempio della serie B. Spettatori in crescita (media 6502 a partita: lo scorso anno, a fine stagione, erano stati solo 5.012) e ascolti tv boom su Sky e Mediaset Premium.

Secondo le proiezioni, la Lega guidata da Andrea Abodi a fine stagione dovrebbe superare quota 3 milioni di spettatori complessivi (esattamente: 3.003.821) e in futuro, col nuovo accordo, raddoppiare (da 10 a 20 milioni di euro) gli introiti tv. Inoltre, c'è un progetto - sempre della Lega B - per studiare gli stadi-tipo, per fare accordi coi Comuni, per migliorare gli impianti, eccetera. Senza aspettare, come un miraggio, la legge sugli stadi che chissà mai, e se, vedrà la luce. La Juventus il suo impianto (grane a parte) l'ha fatto ed è quasi sempre pieno: un valore aggiunto, sempre che, ovviamente, la squadra possa crescere e vincere. Gli altri club perché non pensano di sfruttare al meglio gli impianti che già hanno? Poi, chiaramente, è più che legittimo che Cagliari, Lazio, Roma, Udinese e c. possano studiare come avere nuovi impianti (di proprietà), più piccoli e più funzionali. Ma bisogna pensarci bene, e scegliere la zona giusta, e ben servita dai mezzi, perché gli italiani, si sa, sono pigri e legati all'auto.

Intanto, sarebbe anche il caso (e l'ora...) che molti club pensassero a venire incontro ai loro tifosi. I prezzi dei biglietti sono troppo cari: bene ha fatto la Roma a studiare iniziative per le famiglie (bravo Fenucci), ma ci sono state, anzi ci sono, molte lamentele dei tifosi giallorossi in vista del big-match di sabato con il Milan. "Prezzi troppo alti", sostengono i tifosi della Roma.

Una curva Sud costa, ad esempio, 22 euro. La società si è giustificata, "così fanno anche gli altri club nelle gare di cartello", ma in uno stadio grande come l'Olimpico e sempre con larghi vuoti (capienza da 72.000 posti), sarebbe logico venire incontro ai tifosi e non penalizzarli. Anche perché i giallorossi, pur in un avvio di stagione altalenante, hanno portato già non pochi soldini nelle casse di Mr. Tom (DiBenedetto).

Inoltre, lo ricordiamo, la stessa tessera del tifoso non rende facile la vita del tifoso (perbene), anzi sovente la complica. Andare allo stadio, in molti casi, non solo è diventato più caro, e in tempi di crisi la cosa pesa non poco sulle famiglie, ma anche più difficile. Possibile che le società non se ne rendano conto? Quando si trovano in Lega, a Milano, parlano solo di come spartirsi i soldi. Dei loro tifosi non si interessano mai. Il presidente del Siena, Mezzaroma, appena tornato in A, ha avviato comunque una politica intelligente per aiutare le famiglie. "E siamo riusciti a portare allo stadio 1.100 nuclei famigliari, figli, padri, nipoti. In passato molti si erano allontanati.

La leva dei prezzi è importante ma ci vogliono anche impianti accoglienti, al coperto" ha spiegato il n.1 del Siena ai microfoni di "Gr Parlamento-La politica nel pallone". Fra i fattori negativi anche gli abbonamenti, che, come si sa, sono in netto calo (tranne eccezioni: Juve, Udinese, Inter e poche altre). La concorrenza della tv è durissima, d'accordo, ma si batte anche così, incentivando il tifoso ad andare allo stadio. Non spremendolo come un limone.