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Squadra,stadio,merchandising: le tre mosse del progetto vincente di DiBenedetto

(di Daniele Scasseddu) Sono trascorsi dieci giorni da quando a Boston, si è consumata la scena delle firme sui contratti che ha sancito il compromesso per il passaggio dell’ AsRoma al consorzio americano facente capo alla DiBenedetto AsRoma LLc.

Redazione

(di Daniele Scasseddu) Sono trascorsi dieci giorni da quando a Boston, si è consumata la scena delle firme sui contratti che ha sancito il compromesso per il passaggio dell’ AsRoma al consorzio americano facente capo alla DiBenedetto AsRoma LLc.

Tra controlli all’antitrust e passaggi obbligati attraverso i controlli della Consob, il gruppo statunitense procede senza sosta l’incessante attività per far sì che già dalla prossima stagione sportiva i colori giallorossi possano tornare ai vertici non solo del calcio italiano, ma anche internazionale.

 

Anche perché nonostante il bene non sia mai stato sfruttato, Roma rappresenta un'ottima base di partenza, come sa bene il vice dg della banca: "Il brand Roma è straordinario non solo in Italia ma anche all'estero e questa prospettiva ci ha subito interessato. Questo ci ha fatto intendere quella di una futura valorizzazione della Roma, e questo per noi è il team ideale". Una garanzia, però, anche per i tifosi: "Si fa marketing su un oggetto che vince, nessuno si appassiona a team perdenti. È chiaro che uno dei presupposti degli investitori è garantire una squadra competitiva per poi creare una positiva attenzione intorno al brand".

Gli americani fondano la loro idea di merchandising sull’abbinamento “Sport Entertaiment” un binomio che rappresenta l’esaltazione della sport nella massima essenza: associare grandi, grandissimi risultati sportivi ad uno sviluppo a 360° del marchio Roma. Proprio per questo un punto fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo sarà la costruzione di un nuovo stadio: una nuova casa per i tifosi della Roma nel quale associare l’idea di sport con quella di intrattenimento. L’idea è quella di un impianto in continua produzione di introiti con all’interno store ufficiali, supermercati, cinema e moltissime altre attività idonee a garantire un’attività durante l’intera settimana e non soltanto nelle ore riguardanti i match settimanali.

Negli Usa grazie ad una concezione del tutto diversa dalla nostra, i maggiori team sono quelli che alle spalle hanno uno sviluppo del merchandising ad altissimi livelli; si parla di un vero e proprio business. Per garantire una piena riuscita del piano di rilancio del marchio va di pari passo la necessità che si giunga in tempi brevi all’adozione della legge contro i “pirati” proposta nel lontano 2008 ma che ad oggi ancora non vede la sua nascita. La legge, in pratica, contro i "pirati". Contro chi vende materiale sportivo, dalle magliette alle tute ai gadgets, taroccato. Magari anche davanti agli stadi. La contraffazione è un “cancro” per il fatturato delle società sportive rappresentando ingenti perdite per i club. I club ogni tanto si lamentano: non guadagnano nulla con il merchandising, almeno rispetto alle società inglesi o tedesche, organizzate sicuramente meglio ma anche protette dalla legge.