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Spalletti-Garcia: appena 4 punti in più e le solite amnesie

Il tecnico francese nella sua gestione di inizio stagione ha collezionato 8 vittorie, 3 pareggi e altrettante sconfitte, mentre il neo tecnico giallorosso ha perso una sola volta, contro la Juve, pareggiando 4 volte e prendendo i tre punti in nove...

Jacopo Aliprandi

Da “La Chiesa al centro del villaggio”, a “Lo stile Roma”. Le similitudini tra Rudi Garcia e Luciano Spalletti partono proprio dal linguaggio scenico e mediatico che attrae i tifosi e gli addetti ai lavori giallorossi. Veri e propri ‘opinion leader’ che all’inizio della loro rispettiva avventura alla guida della Roma hanno catturato l’attenzione di supporter e giornalisti per i loro modi di approcciarsi alla città e ai calciatori. Due che hanno colpito e rapito il presidente James Pallotta, più che mai felice di avere degli allenatori di carattere, che riuscissero ad ammaliare grazie alla dialettica e alla comunicazione, oltre che per i risultati sportivi. Ovviamente questi ultimi sono venuti meno nel corso dell’era Garcia, ragion per cui il tecnico di Certaldo ha preso il posto del francese.

COMUNICAZIONE – Il linguaggio e lo stile con cui un allenatore si rapporta a tifosi, giocatori e media è sempre uno dei punti più importanti della gestione di una squadra. Rudi Garcia al suo arrivo aveva fatto decisamente colpo per le sue prime dichiarazioni in giallorosso: “Chi contesta la Roma non è tifoso della Roma. Al massimo è della Lazio”, le sue parole dal ritiro giallorosso a Riscone di Brunico, a meno di due mesi dalla pesante sconfitta in finale di Coppa Italia contro i cugini biancocelesti. Ma quelle dichiarazioni attirarono l’attenzione di tutti e grazie alle dieci vittorie consecutive di inizio campionato, ben presto lo fecero diventare un beniamino del tifo giallorosso. Un comunicatore Garcia, almeno inizialmente, perché condiva partite importanti con parole esaltanti: “Un derby non si gioca, si vince”, e “Abbiamo rimesso la Chiesa al centro del villaggio”, prima e dopo la vittoria contro la Lazio. Senza dimenticare poi quel “Vinceremo lo scudetto, possiamo farlo”, dopo il match tanto discusso contro la Juventus. Non diverso il rapporto comunicativo iniziale di Luciano Spalletti con tifosi e giornalisti. “Io sono tornato qua perché ho già allenato la Roma e so quanto è bello allenare questa squadra in questa città”, le prime parole in giallorosso. E ancora: “Abbiamo il privilegio, ma anche la responsabilità di giocare in questa squadra. Se si aiutano i calciatori è meglio, ma bisogna smettere dire che l’ambiente di Roma è difficile e non si può lavorare. Costruiamo lo stile Roma”. Ricompattare i tifosi e la squadra celebrando anche i grandi del passato, Spalletti è un astuto stratega: “Volevo ricordare un grande presidente come Dino Viola a 25 anni dalla sua scomparsa”, e mostrare orgoglio per la maglia che si indossa: “I giocatori devono avere carattere per portare in giro per il mondo la maglia con il nome di Roma”. Per quanto riguarda invece la gestione del 'caso Totti', sarebbe impossibile fare un confronto di comunicazione tra i due, poichè durante la permanenza del tecnico francese il capitano giallorosso è stato infortunato per quasi tre mesi e mezzo, non avendo scelta se schierarlo o meno in campo e, di conseguenza, non venendogli poste domande sul suo mancato utilizzo.

PUNTI E MEDIA GOL – Senza voler paragonare le due impronte tattiche e differenti dei due allenatori, la Roma di Rudi Garcia ha totalizzato nelle prime quattordici partite allenate in campionato solamente 4 punti in meno rispetto alla squadra di Spalletti. Il tecnico francese nella sua gestione di inizio stagione ha collezionato 8 vittorie, 3 pareggi e altrettante sconfitte, mentre il neo tecnico giallorossoha perso una sola volta, contro la Juve, pareggiando 4 volte e prendendo i tre punti in nove occasioni. È obbligatorio però inserire in questo contesto gli arrivi di El Shaarawy e Perotti, che hanno di gran lunga migliorato il settore offensivo durante la gestione ‘spallettiana’: 3 reti e 5 assist dell’ex Genoa, 6 invece i gol del Faraone che hanno contribuito a superare anche il numero dei gol fatti (34) rispetto alle prime quattordici partite di Garcia (27, ma senza Totti dalla sesta giornata e senza Salah per 4 partite). In quanto invece a numero di gol subiti, Spalletti ha leggermente ridotto la fragilità della difesa (14) rispetto alla precedente Roma (17), ma entrambi gli allenatori solo in due occasioni sono riusciti a mantenere la porta inviolata (Garcia contro Frosinone e Lazio, Spalletti contro Sassuolo e Palermo). Nelle successive sei partite si sono proiettate tutte le difficoltà della Roma di Garcia che alla fine del girone di andata aveva realizzato solo una vittoria (Genoa) e ben 5 pareggi. Spalletti avrà quindi la possibilità di distaccarsi dal ruolino di marcia del suo predecessore, classificando così la sua Roma tra le prime tre del campionato.