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Spalletti: “Dzeko ha dato segnali forti. De Rossi gli ha fatto capire che fa parte di una famiglia”

Il tecnico analizza il recupero del bosniaco: "Mi ha dato il segnale che volevo quando mi ha detto: 'Mister, voglio restare e far vedere le mie qualità'"

Redazione

Luciano Spalletti è stato intervistato dal sito ufficiale della UEFA ed ha parlato del recupero di Edin Dzeko. Il giocatore, che l'anno scorso era stato tra i più criticati, è adesso un punto fermo della squadra giallorossa. Ecco un estratto dell'intervista, che sarà pubblicata la prossima settimana:

"Io non ho recuperato niente, perché poi è sempre il calciatore che fa la differenza. Io gli posso far trovare un ambiente migliore dove lui può riconoscere le sue qualità o posso tentare di far crescere un ambiente che permetta a questi calciatori di poter evidenziare le proprie qualità".

Ma qual è stato il segreto per far tornare Dzeko il bomber ammirato al City ed al Wolfsburg? "Penso che la differenza con Edin sia stata quella di farlo sentire più a casa sua: i tifosi della Roma hanno cominciato ultimamente ad apprezzarlo, anche perché lui ha fatto la prima mossa. La prima mossa di Edin è stata quella di dirmi “Mister, io voglio rimanere alla Roma, voglio far vedere quello che è il mio valore”. Per me è stata la risposta che volevo sentire, che mi sarei aspettato, perché in quel momento non aveva un grande mercato, non avremmo potuto cambiarlo con un giocatore del suo livello, la prima cosa era riuscire a recuperare questo giocatore".

Il bosniaco, l'anno scorso, doveva anche fronteggiare un Francesco Totti in stato di grazia. Quest'anno, però, i due, nelle occasioni in cui sono stati schierati insieme, si intendono alla perfezione: "Non gli ho dato una mano l’anno scorso, perché una volta l’ho sostituito mettendo Totti ed era il momento in cui lui non andava bene: la sua uscita con lo stadio che fischiava, l’entrata di Francesco con tutto lo stadio che applaudiva. Quello è stato un errore importante da parte mia, me ne sono reso conto. Quest’anno non l’ho più fatto, mi ero ripromesso che era una cosa che non dovevo più fare anche se poi mi può portare il risultato. Abbiamo alleggerito questo discorsoqui - continua il tecnico -, nel senso che non è più diventato un conflitto - o gioca Totti o gioca Dzeko - perché durante la preparazione quest’anno li ho fatti giocare spesso insieme e Totti ha fatto degli assist importanti per Dzeko. E poi quando li ho messi insieme contro la Sampdoria, che hanno ribaltato il risultato. Quello è stato un altro momento importante".

Dzeko, partita dopo partita, è diventato sempre più fondamentale tanto da essere rispettato anche dai senatori della squadra: "Qui c’è ancora bisogno di avere un po’ di romanità nelle radici della squadra, noi abbiamo dei giocatori che hanno proprio questa qualità, questa caratteristica, questa forza di essere giocatori della Roma perché sono di Roma e sono tanti anni che giocano qui. Quando uno come De Rossi gli ha concesso di battere il rigore contro il Sassuolo e lui ha fatto gol. Questi sono segnali. Poi quando, abbracciandolo, De Rossi si è lasciato andare a un’espressione che poteva anche non andar bene ma che voleva solo dire che Dzeko è forte e non va criticato e basta, quelli sono segnali forti. Che lui ha ricevuto come l'essere accettato dentro una grande squadra, una famiglia, un grande gruppo. Lui ha dato del suo e ha ricevuto anche qualcosa in cambio. Edin ha fatto quei progressi che doveva fare e ora con lui la situazione è a posto. Anzi, ora noi ci godiamo i vantaggi".