Alla 35/a giornata di Serie A, Roma e Napoli arrivano con la consapevolezza che poteva essere qualcosa di diverso. Entrambe allestite per vincere lo Scudetto, per motivi differenti hanno dovuto piegarsi alla forza della Juventus, avviata verso il 5° scudetto consecutivo. Domani alle 15 l'Olimpico ospita la gara che deciderà una stagione intera per capitolini e partenopei: secondo o terzo posto? I cinque punti di vantaggio a favore permettono agli azzurri di Sarri di avere due risultati su tre, mentre Spalletti deve solamente vincere per mettere pressione al collega e corregionale, mai affrontato in carriera.
news as roma
Spalletti: “Col Napoli è una gara decisiva. Non c’è rivalità con Totti. Dzeko? E’ uno da Roma” – AUDIO – VIDEO1/2
Dalla sala stampa del centro sportivo "Fulvio Bernardini" di Trigoria, il tecnico giallorosso risponde come di consueto alle domande dei cronisti, per capire in maniera approfondita come la Roma arriva a questa sfida Champions, quale sarà l'approccio e magari per intuire qualche scelta di formazione.
Spalletti sulle condizioni di Ruediger e Vainqueur: Ho parlato col dottore adesso per Ruediger, sul suo risentimento muscolare. Sembrerebbe tutto a posto, oggi sembra possibile che faccia l'allenamento in gruppo, per cui è rientrato. Vainqueur aveva subito una contusione alla coscia, sta bene, ieri un po' di dolore a fine allenamento, è voluto rimanere a lavoro. Sono tutti a disposizione.
LA CONFERENZA STAMPA
Il Napoli usa spesso gli stessi 11, secondo lei è un punto di forza o un limite?
Diventa difficile poterlo valutare, si è visto quando li hanno potuti usare che loro hanno anche altri calciatori forti. Secondo me poi bisogna guardare l'evidenza, se ha fatto questo campionato e questi numeri sviluppando qusto gioco ha ragione Sarri, perché sono la squadra da portare in evidenza come calcio giocato quest'anno come numeri e ateggiamento, continuità. Loro sono stati i più forti dopo la Juventus ed è giusto siano in questa posizione.
La Roma domani avrà davanti una squadra a viso aperto, finora è successo raramente. Influirà sulle sue scelte?
Io la formazione a volte l'ho anche cambiata. No, noi metteremo la nostra squadra, quella che ci dà garanzie maggiori. Loro sono forti, giocano a viso aperto ma riescono a essere equilibrati in tutte le fasi di gioco, riescono a ricompattare bene la forza e l'aiuto in difesa e trovarsi 3-4 giocatori dietro la tua linea difensiva quando cerchi di stare corto e di rialzare la linea. Per cui bisognerà essere bravi e continui nell'atteggiamento e compatti come loro, è la loro forza.
Se ne parla tanto: a Roma-Napoli sarà la penultima in carriera per Totti all'Olimpico?
'You have to do this question to the President Mr Pallotta. You speak English better than me'. Io ormai ci sono entrato troppe volte in questa situazione e non ho idea di trattare argomenti come fatto prima, perché sono stato tante volte troppo disponibile, non vorrei apparire scortese ma a noi interessa la partita, siamo tutti in discussione fino alla fine per l'obiettivo che vogliamo raggiungere in ogni modo, si va dritto in quella direzione.
Sei stato coerente dall'inizio, perché dici che la questione è tra Pallotta e Totti, ma tecnicamente da allenatore non ti senti di dire qualcosa su questo giocatore?
Prima di tutto io sono costretto a subire una rivalità che non esiste per aver usato e messo in pratica dei principi obbligatori per questo ruolo e per come sono io. Questo è un discorso che dobbiamo affrontare alla fine e riguarda tutti. Io ho sempre detto che rimango della stessa idea. Io sono molto felice se Francesco il prossimo anno rifarà quel che ama fare, sarò al suo fianco in quella che sarà la sua ricerca del ruolo che deve avere il prossimo anno, poi - e l'ho chiarito sempre, mi sembra d'esser monotono - è una questione tra Pallotta e lui, io dipendo dai risultati per il prossimo anno, da quel che facciamo adesso. Abbiamo davanti questa straordinaria possibilità di risultato e dobbiamo concentrarci interamente su questo.
La scorsa estate quando la gente sognava il centravanti ci si divideva tra Higuain e Dzeko: se la Roma avesse avuto l'argentino ora dove sarebbe?
Devo tornare ai miei principi: io parlo dei miei calciatori, i miei mi hanno dato una possibilità importantissima che a gennaio nessuno avrebbe creduto. Di andare a giocare Roma-Napoli come partita decisiva per la qualificazione Champions, che è obiettivo fondamentale per società e tifosi, anzi devo dare merito alla squadra di averci creduto subito appena sono arrivato e questa loro bravura non è stata sottolineata abbastanza , lo debbo dire, perché quando sono arrivato qui nessuno avrebbe creduto di giocarsi questa partita ad armi pari, per un obiettivo che potrebbe anche essere il tentativo di fare oltre.... se vincessimo. Questi ragazzi hanno fatto risultati straordinari senza che venisse sottolineato spesso. Loro hanno pedalato subito, si sono messi a disposizione, da come mi hanno guardato immediatamente. Se io non lo avessi creduto, che fosse una squadra forte,non sarei venuto alla Roma. Loro me l'han fatto vedere di volta in volta che sono forti e nell'analisi della squadra c'è anche Edin: lui è un gran calciatore, da Roma, forse non l'ho sostenuto abbastanza ma credo che uno come lui non abbia bisogno di sostegno perché come dissi l'altra volta lui è Dzeko. In allenamento ha fatto il suo, se l'avessi fatto giocare di più faceva numeri diversi magari. Higuain ha fatto cose straordinarie, ma io sono contento dell'apporto di Dzeko alla squadra, per essere qui a giocarsi questa partita e questo obiettivo importantissimo fondamentale per i nostri tifosi e la nostra società.
Dopo il Torino ha ammesso che la squadra non ha molto carattere e personalità. Magari carattere è anche fermare Manolas che vuole calciare una punizione? Come si cambia questa mentalità, cambiando giocatori?
Meno male che ho sorriso... analisi giusta. Manolas è uno che sa battere anche le punizioni, c'è chi lo fa meglio. Il carattere dipende da che formazione usi. Ci fossero stati De Rossi o Strootman in quel momento, loro sicuramente ne hanno di più di carattere di altri. Ripensandoci non è che l'ho posta così la risposta sulla mentalità, io ho scelto più la qualità nella squadra, andando sull'autostima, sulla testa, perché loro dovevano ritrovare le qualità tramite la tecnica, la velocità, la qualità, il gioco, vedevo lo sbocco e la soluzione in questo modo. Per cui ho percorso questa strada nel dare indicazioni e forzare alcune qualità della squadra, perché poi si è visto che quando deve venir fuori la furbata, l'episodio, la bravura nella singola situazione, non si riesce a portare a casa tanto. Gruppo, squadra, qualità, gioco...non c'è un risultato venuto fuori dalla furbata, è sempre dipeso dalla qualità della squadra o dell'individuo singolo. Per cui continuo a forzare fino alla fine. Carattere ce l'hanno, ma quest'altra qualità è più leggibile e può dare molto in queste partite.
La Roma ha recuperato molte partite, forse però sembra meno brillante adesso?
Abbiamo espresso qualcosa meno del primo periodo dove abbiamo fatto risultati. Però è sempre dipeso dalle giocate, qualcuna di meno, qualche intuizione di meno, meno qualità, sotto l'aspetto della corsa non mi sembra siano meno lucidi, noi li controlliamo, abbiamo i satellitari e seguiamo quanti metri e che velocità fanno ognuno di loro, li confrontiamo e vediamo che la squadra ha avuto quasi sempre lo stesso rendimento, è presente come corsa e numeri, che supportano la condizione fisica. Bisogna però vedere come si corre, a volte meno bene di altre e questo fa sì che qualcuno di voi se ne accorgesse.
La Roma è il miglior attacco, ma la differenza col Napoli sono quei 9 gol subiti. In tutto il campionato siamo usciti solo sei volte a porta inviolata, con lei due volte. Si può dire che è una questione individuale?
Anche lì dipende dalle scelte, anche usando qualcun altro...negli esterni bassi abbiamo giocari offensivi che hanno propensione ad attaccare e fare squadra offensiva nel comportamento. Può dipendere da questo... io poi ho sempre usato centrocampisti che vanno e sforano in trequarti, accompagnano il gol. Globalmente la situazione assomiglia molto alle scelte della squadra in generale. Però si può far meglio.
Ha detto che questa squadra ha bisogno di entusiasmo, ha visto questa cosa in Totti tanto da suggerirle di farlo giocare titolare domani?
Innanzitutto ho apprezzato il suo messaggio, da capitano di una squadra vera, quello per noi è importante. Ieri lui ha svolto allenamento da solo perché come in altre situazioni, e questo è mia responsabilità, io posso avere un contatto diretto con dei calciatori ai quali posso concedere in alcuni momenti, che riguardano solo la famiglia, il permesso per spostare un allenamento. Lui aveva questo evento, gliel'ho concesso . E' venuto, ha dato disponibilità, come già successo nella mia gestione e ha fatto tutto con attenzione e disponibilità. Lui è una risorsa qualsiasi ruolo o situazione lo riguardi, noi vogliamo vederlo così. Per quanto riguarda la formazione, la dico domani. Perché è una gara troppo importante.
Lei parla della rivalità che è costretto a subire: sembra però che in generale la piazza propenda dall'altra parte, non tanto dalla sua. Come la vive?
Vorrei anche vedere. Con i numeri che ha fatto lui, vorrei vedere pure che fossero dalla mia parte, è giusto rendere merito ai numeri che accompagnano questo campione. Per quanto mi riguarda, a volte potrò sembrare troppo rigido, brusco, duro, ma io l'ho sempre fatto in funzione dei principi che devo tenere conto in questo ruolo. Chi si affeziona a una causa, purtroppo a volte può perdere di vista la gestione di una squadra. Io ho bisogno di tutti dentro la squadra, in un gruppo solo, quando dico di tutti parlo anche di Totti perché nella penultima e ultima partita ci ha dato una mano. Però poi devo far crescere l'autostima negli altri, farli sentire importanti uguale ai fini del risultato. Si parla di Ranieri: il Leicester è una squadra, sennò non avrebbe fatto questi risultati. La Juventus, anche se ci dà un po' fastidio, vince perché è squadra forte. Ci sono individualità forte, ma è anche una squadra forte. Io cerco di guardare chi è più bravo di noi e di far sentire la mia squadra forte. Non ho rivalità con nessuno, non sono qui per una questione di rivalità, ma per una questione di risultati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA