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Spalletti: “Siamo distrutti, ma una partita non rovina 18 mesi di lavoro. Futuro? Non è il momento”

Le parole del tecnico giallorosso al termine del derby di ritorno della semifinale di Coppa Italia

Redazione

Al termine del derby di Coppa Italia vinto dalla Roma sulla Lazio per 3 a 2, è intervenuto ai microfoni dei giornalisti l'allenatore giallorosso Luciano Spalletti.

SPALLETTI A RAI SPORT

Ricaduta anche in campionato?

Questo lo vedremo, bisognerà far scorrere il tempo. Sconfitta che ci dispiace, ma non possiamo modificare il passato e dobbiamo stare attenti a prepararci per il futuro.

Tre gol nella mezz'ora sbagliata.

La Roma ha fatto abbastanza bene in generale, ma quando vieni da un'andata che ti penalizza di due gol devi essere bravo, pronto e reattivo su quello che passa. Non siamo stati prontissimi prima di subire il gol, la prima volta che sono venuti giù hanno fatto gol. Questo poi ti vanifica la prestazione, perché c'è il rischio di perdere la testa, di allungarsi troppo, andare a pressare scriteriatamente lasciando spazi in cui è facile inserirsi. Hanno avuto anche l'attenzione di mantenere equilibrio e ragionamento.

Cosa fa più male ora?

Bisogna prendere atto del verdetto del campo, poi andare a fare analisi corrette mettendo dentro tutti gli elementi che riguardano il lavoro fatto. Ci sono poi anche valutazioni di aver fatto tanti numeri, ma poi di sbagliare quei due appuntamenti con le cose importanti e di uscire per poco. Anche stasera la differenza è di due gol, ma se guardo l'andata non era stato fatto tutto male. Stasera partita condizionata dall'andata, poi cambia la psicologia della partita e quando prendi gol ti diventa tutto più difficile ma quel contorno e lavoro che è stato fatto rimane. La Roma rimane una buona squadra.

Ha detto 'se non vinco me ne vado', questa ipotesi si avvicina. Cosa conferma?

Ho capito che vi interessa questo, ma io non ho messo il destino in mano a nessuno, ce l'ho in mano io perché è mio e dipende da me. Non l'ho messo in mano agli avversari, io al massimo l'ho messo in mano ai miei calciatori. Questo è un altro taglio, i ragionamenti con i miei calciatori vengono da un lungo periodo. Bisogna fare così quando si arriva al punto 'bisogna vincere, siamo forti'. Si alza l'asticella perché se non si vince bisogna prendersi delle responsabilità, si arriva al dunque. Ora è chiaro che c'è un altro traguardo, questa linea da superare che determina l'eliminazione dalla coppa ma c'è un altro lavoro di squadra importantissimo in queste partite che mancano e soprattutto la posizione in classifica. Una posizione straordinaria, di grande riguardo. Noi l'anno scorso eravamo a 12 punti dal Napoli, 6-7 dall'Inter, a 5 dalla Fiorentina, quest'anno siamo con il Napoli, siamo stati lì per diminuire la distanza con la Juve, quindi nel complesso il lavoro è stato fatto. Bisognerà essere bravi a non disperdere energie su questa sconfitta qui. Non è il momento di parlare del mio futuro, il mio futuro è attento ad arrivare il più in alto possibile.

A questa squadra ha dato molto in questi due cicli, una mentalità quasi vincente. Perché dice che se non vince se ne va? Queste per me sono vittorie, aver riportato entusiasmo e calore.

Sì, ma vengono dopo questo, dopo l'eliminazione. Io devo creare l'attenzione massima, proprio per questa mentalità che abbiamo creato di riuscire a portare a casa questa partita. Ci si prende le responsabilità per quello che abbiamo detto e che siamo. Io sono stato al gioco che siamo fortissimi, ho reso partecipi i giocatori che dicono lo stesso. Si dice che si deve vincere, ma se non vinco... Contro il Lione si poteva passare, poi siamo stati un po' sfortunati, anche stasera non siamo stati bravissimi nell'aspettarci quegli episodi che sarebbero capitati e diventavano fondamentali. Come mai ci è successo? L'allenatore ci avrà messo del suo e deve prendersi delle responsabilità. Che problema c'è? I giocatori contano in una società.

La qualificazione dove l'avete persa?

Nel secondo gol della prima partita.

SPALLETTI A ROMA TV

"Dovevamo stare più pronti per dare un piglio diverso e mantenere equilibrio. Il primo comandamento era non prendere gol. La prima volta che sono venuti giù abbiamo preso, poi diventa tutto più difficile".

Nel primo tempo l’aveva fatto abbastanza bene il suo compito la squadra.

Se perdi le distanze però prendi la ripartenza. L’equilibrio era fondamentale.

Contraccolpo?

Può esserci. Stasera siamo distrutti. Era importante ritrovare il pubblico e quando non ti rimane nulla in mano ti dispiace, ma ti devi rendere conto della realtà. Dobbiamo essere obiettivi, si può perdere una partita. Con Lazio e Lione ne abbiamo persa una delle due. E’ da cambiare un episodio, non la mentalità. I numeri che riempiono questo box per dare una valutazione sono lì. Il campionato per far bene devi mettere insieme tanti fattori e numeri e se si guardano i nostri assomigliano ad un lavoro fatto. Domani ci guarderemo e ci diremo la verità.

Come stavano i ragazzi a fine partita?

Ho provato qualche volta a modificare il passato e non ci sono riuscito. Ogni volta che l’ho fatto ho perso, quando penso al futuro ogni tanto vinco. Domani farò così.

Più rimpianti per l’andata o per stasera?

E’ una valutazione complessiva, preferisco una squadra che non prende il 2-0 che una che prova a segnare nell’andata. Non è però facile per un giocatore stare in equilibrio e lucido. I ragionamenti, avendo l’imposizione di ribaltare il risultato e non perdere è un problema.

SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA

"Sono deluso per essere uscito e aver perso la qualificazione. Una partita determinata dall’andata. La partita l’avevamo iniziata bene, bisognava essere convinti e sfruttare le occasioni. Era difficile creare molto contro di loro che erano molto fisici. Abbiamo creato un paio di occasioni, se le avessimo sfruttate sarebbe stata una partita diversa".

Che manca per il salto di qualità? Soldi, competenze?

Quando i risultati sono come i nostri bisogna solo aver pazienza e lavorare. Ci sono i presupposti, la squadra fa delle ingenuità, magari restando larghi o facendo fuori giochi quando non vanno fatti. L’equilibrio non ha retto nelle fasi importanti. Ci è andata male oggi e contro il Lione. C’è da alzare il livello di professionalità per dare continuità al lavoro e portare in fondo una classifica importante. La posizione di classifica è importante, sia per noi che per la Lazio. La partita la puoi perdere, ma il lavoro nei 18 mesi è venuto fuori. Devi portare a casa i numeri per fare un’analisi corretta. Ora siamo insieme al Napoli, all’inizio eravamo a 12 punti. Hanno venduto Higuain ma hanno preso giocatori forti. Nella partita fondamentale c’è l’episodio che ti va contro, non è che va tutto all’aria. Da domani prenderemo atto delle realtà e ci rimetteremo sopra le attenzioni, la competenza e il lavoro necessari per restare in cima. Se si riesce a fare questo il lavoro è stato fatto bene lo stesso. Se ricominciamo a parlare di vincere lo scudetto… se lo chiedo ai giocatori mi rispondono di sì. Ma lo dicono anche quelli del Napoli, dell’Inter, poi arrivano quarti, terzi. Certo, è una sconfitta che fa male, anche contro il Lione pensavo di passare. Dovevamo essere più incisivi, vincere qualche 1 contro 1. Siamo andati spesso lunghi lasciando spazi a giocatori di qualità, poi subisci una ripartenza e devi sperare che ti vada bene. Molte cose le abbiamo fatte anche bene, se poi alla prima volta che salgono prendiamo gol è sempre più difficile.

Adesso cosa dirà?

Questa era una partita importante, ho caricato tutto su questa. Adesso caricherò tutto sulla prossima. So bene cosa dire nello spogliatoio. Tra il video, la palestra e il campo, oltre al lavoro bisogna parlargli alla squadra. Nel rapporto con i giocatori il discorso sul futuro si tocca tutti i giorni. Su questa partita andava messo il peso giusto.

Nei 180 minuti qual è il fattore che ha fatto la differenza?

Un po’ di tutto, quello fondamentale è riuscire a sfruttare i palloni che ti passano per fare gol. All’andata non dovevamo prendere il secondo. Abbiamo giocato a viso aperto, loro sono stati più chiusi. In questo fatto tattico, c’è l’insidia che ti senti superiore e ti ritrovi a spingere e poi perdi l’equilibrio. Quello è un lavoro costante e ogni tanto ci devi battere il naso. Noi l’abbiamo battuto poche volte, la partita la porti in fondo e la perdi per una bischerata e l’analisi è che abbiamo perso l’equilibrio.

Il ritorno della Sud può essere un fattore importante per il futuro?

E’ un valore aggiunto che vuol dire punti. A volte si gioca con le parole, (“è come averli qua… è come sentire il cuore lo stesso”), dette per dare forza. Se fossero stati presenti la squadra ne avrebbe beneficiato. I giocatori ci tenevano a fare bella figura davanti ai nostri tifosi, ne hanno parlato. Ci dispiace che l’eliminazione è coincisa con il loro ritorno, ma se ci stanno vicino siamo più forti.