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Spalletti: “Complimenti a Roma, Bologna e Atalanta”. E poi ricorda Franco Sensi

Spalletti: “Complimenti a Roma, Bologna e Atalanta”. E poi ricorda Franco Sensi - immagine 1
Il ct della Nazionale ha parlato da Jesi applaudendo i tre club per il gioco espresso, poi ha raccontato i primi incontri con il compianto presidente giallorosso
Redazione

Luciano Spalletti torna a parlare del calcio italiano, ma anche di Roma e Napoli. E lo fa con parole al miele, in occasione del premio 'Renato Cesarini' a Jesi dove ha rilasciato anche un'intervista a Sky Sport: “Abbiamo visto tante cose fatte bene. Dobbiamo fare i complimenti al Bologna, all’Atalanta, alla Roma che ha giocato un calcio importante. L’Inter ha vinto meritatamente, per noi è il blocco squadra che portiamo in nazionale. Mi dispiace per la retrocessione del Frosinone perché aveva lavorato molto bene. A volte il calcio ti penalizza non avendo meritato quelle difficoltà”. E ancora sulla Nazionale:“Mancini ha fatto un ottimo lavoro, noi dobbiamo ereditarlo e ci servirà come stimolo per fare meglio. Vediamo questo entusiasmo che c’è in Italia per aiutarci, noi siamo felici quelli che portano questo sentimento. Vogliamo che ci venga riconosciuto questo senso di appartenenza a questa maglia. Dobbiamo essere al livello. La Nazionale è il punto più alto della mia carriera. Sono in paradiso, darò il meglio di me stesso”.

Sul palco, invece, con Rosella Sensi accanto a lui ha ricordato proprio il suo arrivo in giallorosso: "È sempre un grande piacere incontrarla, perché abbiamo passato delle serate in cui l'invito era per mangiare e poi si parlava di calcio perché c'erano da mettere a posto delle cose per tirare fuori una Roma forte. Ricorderò sempre il contatto umano di suo papà. La prima volta che sono arrivato a Roma mi ha ricevuto nel suo ufficio, e iniziava ad avere qualche difficoltà (di salute, n.d.r.), ma mi fece sentire subito la sua protezione e il suo amore nei miei confronti, mi disse 'non si preoccupi perché ci sono sempre io con lei'. Quando arrivai a Roma sin da subito ci fu qualche criticità perché venivo da Udine e, non avendo un passato importante, a Roma mi vedevano con un occhio un po' critico. Lui entrò subito a gamba tesa verso la piazza".