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Getty Images
Matias Soulé, che ha deciso l'ultimo derby giocato lo scorso aprile all'Olimpico fissando sull'1-1 il punteggio con una perla da fuori area, ha ricordato le emozioni vissute cinque mesi fa ai microfoni della Serie A a poche ore dalla stracittadina tra Lazio e Roma. Queste le parole del numero 18 giallorosso: "Giocare tutta la partita e segnare è stato qualcosa di veramente speciale, che non avevo mai provato prima. L'atmosfera allo stadio è qualcosa di indescrivibile. Ad essere onesto ero molto nervoso prima della partita, ma una volta che entri in campo si spegne tutto e ti concentri solo sul pallone. Sono partite incredibili".
Queste, invece, le dichiarazioni di Matias Soulé a DAZN:
Come è nato il soprannome El Pelo? "E' di qualche amico argentino che vive a Torino. Lì avevo i capelli lunghi lunghi, mi chiamavano Peluca per questo motivo e quindi hanno cominciato a dire 'pelu'".
Come sta passando questa settimana così particolare? "E' una settimana speciale, diversa dalle altre. Dobbiamo avere tranquillità, giocandola come le altre, anche se questa è speciale. Se per le altre partite diamo il 100%, in questa dobbiamo dare il doppio. Ci sarà un po' di nervosismo prima dell'inizio, poi le ansie vanno tutte via".
Su Ranieri. "Grazie a lui ho cominciato a giocare con continuità, mi ha dato la fiducia che volevo. I primi mesi non sono stati facili. Ci sono stati un po' di cambiamenti, poi con il suo arrivo ci ha dato tranquillità e fiducia. Non solo a me, ma a tutti i compagni. Prima giocando semplice, poi prendendo fiducia anche facendo le cose che ognuno di noi sa fare. Un consiglio che mi ha lasciato? Quando non mi riuscivano le cose mi ha detto 'adesso le devi fare nel modo più semplice possibile'".
Che cosa la colpisce di Gasperini? "Il giocare subito in avanti, farsi trovare mai di schiena e puntare sempre l'uomo. Ti lascia tanta libertà per esprimerti al meglio, soprattutto a me che sono tra quelli che vogliono il pallone, vogliono creare l'azione. E' una cosa che mi sta piacendo molto di questo stile di gioco".
Le piace di più giocare centralmente? "Mi ha detto subito che non avrei giocato da quinto ma da dentro, come sto facendo adesso".
Che consiglio le ha dato Dybala? "Siamo sempre insieme. Provo a fare le cose che fa lui, lo vedo in ogni allenamento e in ogni partita. Provo a esprimere quello che fa lui, è un grande giocatore e tutti noi compagni proviamo a prendergli qualcosa. Nella visione di gioco è inarrivabile, anche nei controlli. Queste cose di tecnica e qualità... è un grandissimo giocatore. Ogni giorno che passa siamo più amici. Quando torniamo a casa giochiamo alla Play-Station insieme, quasi tutto il giorno. Vedo più lui che la mia ragazza o la mia famiglia. A volte mi tratta da fratello maggiore, quando c'è bisogno e quando c'è bisogno di essere seri, altre da migliore amico. Scherziamo sempre insieme".
Sull'addio di Messi all'Argentina. "Nel riscaldamento si è messo a piangere e pensi possa giocare il Mondiale 2026. Lo vedo da quando ne ho conoscenza. Non so se vedremo e vedrò un altro extraterrestre come lui. Mi ha fatto capire che sta finendo un'era, non solo la sua ma di tanti altri giocatori, che è stata straordinaria. Ringrazio di essere nato in quest'epoca per poterlo vedere. Alla prima convocazione avevo 17-18 anni, ha salutato ognuno di noi ragazzi e ho detto alla mia famiglia 'Mi ha salutato Messi, non mi laverò più le mani'. Abbiamo giocato a ping-pong e mi sa che ho perso, io ero piccolo e lui era con quelli più grandi: è stato bellissimo".
Su Di Maria. "Ci siamo sentiti l'altro giorno, mi ha risposto a una foto. Mi ha detto 'Sveglia, c'è un Mondiale nel 2026'. Poi gli ho scritto 'che cosa sei' per il gol su punizione che ha fatto. Più bello il suo o il mio al Parma? Il suo. Lui viene subito dopo Messi e Maradona per noi argentini".
Sul possibile mancato trasferimento alla Roma. "E' stato un passaggio lungo, la Juve non mi voleva mandare in una squadra italiana ma io avevo deciso di venire a Roma. Loro mi avrebbero voluto mandare all'estero, io avevo parlato con De Rossi e mi avevano convinto. Ci sono state un po' di discussioni, volevano mandarmi via ma volevano decidere loro. Da quando ho ricevuto l'interesse della Roma ho deciso subito che sarebbe stata quella la strada".
Sul rapporto con la nonna. "E' sparita quando sono andato al Frosinone, nei giorni precedenti all'esordio. Lei è stata molto speciale per me (piange, ndr). Mi ha sempre accompagnato al Velez al convitto, aveva 65-70 anni ma veniva in pullman a vedermi. E' venuta anche in Italia un paio di volte. Non ricordo se mi ha visto giocare alla Juve in prima squadra, ma mi sarebbe piaciuto che mi vedesse giocare in Serie A al Frosinone. La tengo sempre con me, in ogni partita. La ringrazio sempre e le chiedo aiuto per ogni partita, sempre, e non dimenticherò mai di farlo".
Quale è il prossimo obiettivo? "Raggiungere e vincere qualcosa con la Roma, che sia il campionato, l'Europa League o la Coppa Italia. Poi aiutare la squadra con più gol e assist possibili".
Sulla passione per i cani. "Ne ho due, sono come figli per me. Non so come sia avere un bambino, ma li tratto come figli".
Sul messaggio ai tifosi in vista del derby. "Come in ogni partita il loro supporto ci aiuta tanto, soprattutto in campo quando ci sono queste partite. Loro danno il 200%, anche noi dobbiamo dare il 200%. Il loro supporto ci aiuta e ci dà tranquillità".
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