Il talento non è mai stato in discussione: c'era e si vedeva fin dall'inizio. Andava solo "sgrezzato" e reso funzionale al gioco della squadra. Il cammino di Mati Soulé alla Roma racconta proprio questo: una crescita costante - con non pochi intoppi - fino a trasformarsi, a poco più di un anno di distanza dal suo arrivo, in un punto fermo, ormai intoccabile, dello spogliatoio giallorosso. I primi mesi non sono stati semplici: una Roma enormemente in difficoltà, tra sconfitte e cambi di allenatore, non ha certo rappresentato l'ambiente ideale per la sua crescita. Le critiche sono piovute anche su di lui, a tal punto che a gennaio si è parlato più volte di una sua cessione in prestito, ritenuto non pronto per una piazza del genere. Oggi, invece, Soulé si è preso tutto: la fiducia dell’allenatore, l’affetto dei compagni e l’entusiasmo dei tifosi. Tanto che è costretto anche gli straordinari. Finora le ha giocate tutte da titolare con il 77% dei minuti totali giocati, giovedì sarà di nuovo in campo dall'inizio contro il Lille in Europa League: Baldanzi non è in lista UEFA, mentre Dybala e Bailey sono ancora ai box per infortunio. Toccherà ancora una volta a lui trascinare la Roma.

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Soulé, dalle critiche alla consacrazione: oggi è l’uomo chiave per Gasperini
Il lavoro di Ranieri
—Fondamentale è stata la presa di posizione di Claudio Ranieri che lo ha voluto tenere a tutti costi e lo ha inserito gradualmente in pianta stabile nell'11 titolare. Con l’esperienza di chi sa leggere i talenti, il tecnico è riuscito a renderlo più concreto e meno “innamorato del pallone”, limando quei tocchi eccessivi che troppo spesso finivano nel nulla. Oggi per Gasperini è uno degli imprescindibili del gruppo, fiducia che Mati ripaga a suon di gol, assist e giocate. È l'uomo più decisivo dei giallorossi: nelle ultime 12 di Serie A ha partecipato per 9 volte (4 gol e 5 assist) alle 15 reti realizzate dalla Roma. Per intenderci, dall'ultimo derby dello scorso anno, deciso dall'argentino con un sinistro da urlo. Da lì è stato quasi sempre decisivo, riuscendo ad affinare il suo fiuto del gol con reti come l'ultima contro il Verona, dove l'importanza di trovarsi al posto giusto ha fatto la differenza.
Una crescita totale
—L'investimento da circa 30 milioni di euro dell'estate scorsa pare stia portando i suoi frutti. La crescita di Soulé è totale. Non solo gol e assist ma un atteggiamento che mette in difficoltà le difese avversarie e che è perfetto per lo stile di gioco di Gasp. L'attaccante argentino recupera una media di 6 palloni a partita (dati Sofascore), a dimostrazione di una propensione al sacrificio che sicuramente farà piacere al tecnico. Punta e dribbla (1.6 dribbling riusciti a partita) per poi raggiungere la sua zolla di campo preferita - il limite dell'area destro -, rientrare sul sinistro e cercare la porta o compagni posizionati meglio (2.4 passaggi chiave a gara). Quasi un anno fa si sbloccava nella disastrosa sconfitta per 3-2 a Verona, con Juric in panchina. Due giorni fa, sempre contro il Verona, è arrivato il primo gol in casa all’Olimpico: “Lo aspettavo da tanto, questo primo gol qui”, ha detto dopo essersi preso l’abbraccio della Curva nonostante i crampi. Un cerchio che si chiude simbolicamente nell’ascesa di Mati, che con il suo sinistro magico si è preso la Roma e i romanisti.
Lorenzo Scattareggia
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