Soncin, l'allenatore del Venezia, commenta la retrocessione e il pareggio contro la Roma per 1-1.
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Soncin: “Abbiamo confermato quanto di buono fatto, orgoglioso dei miei ragazzi”
L'allenatore del Venezia ha commentato la retrocessione e il pareggio contro la Roma
SONCIN A SKY
Ci aspettavamo una squadra scarica dopo la retrocessione, invece il gruppo ha mostrato di avere dei valori. “I giocatori hanno confermato quanto di buono fatto nelle ultime gare. L’umore era sotto i tacchi per il risultato della Salernitana che ci condannava, ma negli occhi dei ragazzi c’era spirito di orgoglio. Volevamo finire con dignità togliendoci delle soddisfazioni. Stanno giocando da squadra, siamo stati fortunati ma ha vinto il nostro cuore. Abbiamo preso un punto e potevano essere tre. Ringrazio i ragazzi che mi stanno dando tutto e perché mi stanno rispettando dall’inizio”.
Quest’anno si è costruito qualcosa? "È stata un’esperienza per tutti. Non è ancora tempo di tirare le somme e non sono io a dare i giudizi. La società sa quello che deve fare, abbiamo fatto esperienza e possiamo ripartire da qui in maniera importante”.
Resterai al Venezia o continuerai con le giovanili? “Io ero ambizioso da giocatore anche se non sono arrivato ad altissimi livelli. Lo sono altrettanto da allenatore quindi il mio futuro è la partita col Cagliari. Voglio giocarmi le mie carte fino in fondo magari convincendo la società che posso dire la mia e continuare questo percorso”.
Che cosa ha cambiato in queste ultime gare? “Sono intervenuto sull’aspetto emotivo, nei primi giorni le parole d’ordine erano coraggio e fiducia in ogni cosa che veniva fatta dai magazzinieri ai giocatori. Nelle esercitazioni il primo passo doveva essere sempre in avanti. Poi serviva la disponibilità dei ragazzi e questa me l’hanno data. Sono orgoglioso perché pur arrivando dalla primavera mi hanno rispettato da subito. Al di là delle buone prestazioni, il rispetto e la condivisione sono stati fondamentali”.
SONCIN A DAZN
Il rammarico è per questa ultima parte di campionato? “Assolutamente, oggi è il giorno i cui siamo retrocessi ma non è stata questa giornata ad essere determinante, io poi come ho già detto in passato devo parlare per il mio percorso, non entro nel merito di quello è successo prima. In queste quattro partite abbiamo dimostrato di poter mantenere la categoria e sono anche oggi orgoglioso dei ragazzi, è stata una partita di cuore e alla fine potevamo anche vincere la partita, devo solo ringraziarli, dispiace per la retrocessione”.
Il tuo futuro è sulla panchina del Venezia? “Non è stato ancora affrontato il discorso, il mio futuro adesso è nella prossima partita con il Cagliari. Mi viglio giocare questa arma al meglio fino alla fine. Io ora rimango concentrato sull’ultima partita perché è l’unico mezzo che ho. In queste settimane mi stanno danno tutto e mi stanno seguendo. Il rammarico va proprio in questa direzione perché abbiamo dimostrato di mantenere la categoria”.
Che tasti ho toccato con i giocatori questi giorni? “Ho chiesto semplicemente una cosa, chi se la sentiva di giocare queste ultime partite con rispetto ed orgoglio di dare tutti. I ragazzi mi hanno guardato come se fossi un pazzo e c’è stata una risposta positiva da parte di tutti perché si sono messi tutti a disposizione. Questo è un gruppo che per mesi ha vissuto tanti momenti di difficoltà e stasera ci potevamo meritare anche la vittoria”.
La tua immagine di questo Venezia? “Sicuramente la grande esultanza nel gol del 4-3 contro il Bologna. E’ la dimostrazione di un gruppo che aveva ritrovato coesione”.
SONCIN IN CONFERENZA
Come avete vissuto Empoli-Salernitana? "L'abbiamo vissuta come tutti i tifosi, con grande seguito e speranza. Dopo un attimo di amarezza e delusione, da allenatore c'era da ricaricare e motivare un gruppo. Non gli ho detto niente di particolare, ho fatto solo la domanda 'Chi se la sente di arrivare fino alla prossima col Cagliari e di giocare con orgoglio e dignità?'. I ragazzi mi hanno guardato come se fossi un pazzo, la risposta è stata quella che volevo".
Come mai non era disponibile Henry? "Ha avuto un problema all'ultimo secondo dopo la merenda. Il mio compito è mettere in campo i giocatori che stanno meglio, c'è stato spazio per altri. Ma la sua importanza non viene meno, sia umanamente che per quello che ha fatto vedere".
Partita condizionata dal rosso. "Sì, assolutamente. L'avevamo preparata in un modo, con questi episodi viene tutto meno e bisogna adattarsi. Abbiamo fatto quello che dovevamo contro una squadra fortissima, abbiamo portato la Roma a cambiare sistema mettendo esterni per allargare il gioco. Abbiamo fatto la partita che dovevamo, siamo stati anche fortunati ma abbiamo anche avuto l'occasione di vincerla, sarebbe stato il giusto premio per i ragazzi dopo questa giornata".
I tifosi. "Dobbiamo ringraziarli per essere venuti oggi, col Bologna, anche col Cagliari vogliamo giocare con orgoglio e regalargli una gioia".
Avete giocato con determinazione anche se la partita non contava per voi. I suoi colleghi hanno criticato lo svolgimento di alcune partite... "Noi abbiamo giocato la partita, in Italia si sente spesso questo discorso. I nostri ragazzi hanno messo grande dignità, orgoglio e dignità non hanno prezzo. La maglia che portiamo è amata da tanti tifosi che meritano rispetto ed è giusto fare il proprio. Si gioca per vincere, ma anche per passione e non solo per interessi economici e di classifica".
Nel girone di andata sembrava che poteste starci in serie A, poi cosa è successo? "Non devo giudicare io il lavoro di chi è venuto prima di me, la società deciderà. In queste quattro partite la squadra ha dimostrato di essere viva e di poterci stare in Serie A, oggi siamo stati fortunati ma a Torino meritavamo di più, anche a Salerno e col Bologna una grande partita. Sono estremamente soddisfatto".
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