Edoardo Soleri dopo aver segnato tantissimi gol con la Primavera della Roma ha scelto di provare diverse esperienze all'estero: Olanda, Spagna e Portogallo prima del ritorno in Italia ora con la maglia del Padova. Il giovane attaccante ha parlato in una diretta Instagram con Roma TV. Ecco uno stralcio delle sue parole.
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Soleri: “Che sogno l’esordio in Champions. Andare all’estero mi ha frenato”
L'ex attaccante della Primavera, ora al Padova: "Ora però spero di tornare su quei palcoscenici. Zaniolo? Era fortissimo già in Primavera"
Come va a Padova?
Sono rimasto qui, i primi casi di Coronavirus sono stati qui vicino e siamo rimasti bloccati qui. Facevamo solo il tragitto per il campo di allenamento, ora neanche quello.
Sei un ‘97 ma hai girato diverse squadre.
Mi piace uscire, provare, ho girato tanto. Ora sono tornato in Italia, mi mancava.
Una casualità o è parte del tuo carattere?
Mi piace confrontarmi con altre realtà, viaggiare fin da piccolo ha fatto sì che non mi facessi problemi per partire e provare. Esperienze che mi hanno aiutato a crescere a livello umano e calcistico.
Volevi fortemente tornare in Italia.
Essere l’unico italiano all’estero è un po’ difficile. Non dico che ti fanno fuori, ma l’Italia è più accogliente con gli stranieri.
Il ricordo più bello resta lo scudetto o la stagione successiva con la Coppa Italia e il titolo di capocannoniere?
C’era anche Zaniolo in quella finale. Me lo ricordo, era il più forte che c’era, ricordo De Rossi che l’aveva preparata su di lui. Si vedeva che fosse fortissimo. A livello personale, la stagione dei 36 gol è stata la migliore, ma il ricordo dello scudetto e quella cavalcata mi rimarranno impressi. Anche la semifinale di Youth League è un bel ricordo, ma lo scudetto è indelebile.
Durante la stagione dello scudetto ci fu l’esordio in Champions League, a Borisov.
Il giorno dopo mi sono svegliato e pensavo che fosse un sogno. Pensavo fosse ancora il giorno della partita. Non sarei dovuto entrare, in realtà. Stava per entrare Ucan, Torosidis segnò il gol del 2-3 e Garcia mi disse di tornare a scaldarmi. Appena arrivato alla bandierina mi richiamò per entrare. Non me l’aspettavo, fui fortunato: forse il momento più bello vissuto. Non avevo nemmeno 18 anni.
Cosa ti aspetti dal futuro, in generale?
Spero di tornare a giocare in quei palcoscenici. Mi sono frenato andando all’estero, sono state scelte che non hanno pagato. Sono migliorato, ma non hanno dato il risultato che avrei voluto. Sicuramente questi sacrifici che ho fatto me li sto ritrovando adesso, spero di raccogliere tutti i frutti di quanto seminato.
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