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Smalling: “Rimanere allo United sarebbe stato semplice. La Roma è una sfida totale”

LaPresse

Poi aggiunge: "Avevo parlato con il manager prima che arrivasse Maguire e sapevo di essere dietro di lui e Lindelof"

Redazione

Smalling, dopo esser arrivato dallo United negli ultimi giorni di mercato, è fermo ai box per un problema muscolare. Resta in dubbio la sua presenza domenica con il Bologna, ma intanto parla al Telegraph della sua decisione di lasciare l'Inghilterra e delle discussioni avute in estate con Solskjaer: "Mi diceva che avrei avuto le mie chances. Io sono abituato a giocare se sono in forma. Questa stagione, però, sarebbe stato diverso. Avrei avuto le partite di coppa e in campionato a seconda degli infortuni. Avrei fatto 20-30 partite e sono un buon numero, ma voglio giocare". Non sembrerebbe aver inciso l'arrivo di Maguire: "Rimanere al Manchester sarebbe stato semplice. Avevo parlato con il manager prima che arrivasse Harry e sapevo di essere dietro di lui e Vic (Lindelof, ndr) ma nelle stagioni precedenti avevo iniziato dietro e dopo quattro o cinque partite ero tornato titolare. Adoro le nuove sfide e quando arriva un nuovo calciatore devi fare di più". Se sia una storia d'amore finita con il Manchester United è ancora presto per dirlo perché a Roma arriva in prestito. D'altronde undici anni nei Red Evils non si dimenticano subito. Smalling è uno dei pochi giocatori rimasti dell'era Ferguson. "Non eravamo rimasti in molti" dice il centrale inglese. Poi aggiunge: "Il mio periodo nello United è stato pieno di alti e bassi. Come giocatore è sempre difficile se cambi tecnico. E' sempre una nuova sfida. E' stato qualcosa che ho affrontato ogni stagione, chiunque fosse l'allenatore. Si trattava di mettersi alla prova e anche a causa delle aspettative penso che alcune volte non le abbiamo soddisfatte". 

Smalling poi parla del suo arrivo a Roma: "Questa è l'occasione perfetta per provare a vivere in una cultura diversa. E' un cambiamento totale, anche se il calcio è ancora lo stesso". Con l'arrivo in Serie A, però, è mancata la convocazione in Nazionale e anche di questo parla il difensore: "Sono deluso. Ero abituato ad andare in Inghilterra quando giocavo per United. Il mio obiettivo è sempre quello: essere convocato". Inevitabile una battuta finale anche sul razzismo: "Le nostre voci devono essere ascoltate. Speriamo che gli organi di governo, le leghe calcistiche e i calciatori possano essere più uniti. Sento che questa coesione ultimamente sta crescendo. Resta comunque deludente affrontare tutto ciò quando ci sono bambini che ti guardano in tv. Non deve esistere il razzismo". Non chiude poi a un ritorno in Premier League alla corte dello United, ma non fa promesse. Come conclude Smalling però: "Durante una stagione possono succedere molte cose".