Chris Smalling ha rivendicato una cifra di 750000 sterline, per omissioni nel loro dovere di avvertimento riguardo a commissioni che avrebbero potuto costargli 97,7 milioni di sterline, ai suoi consulenti finanziari citandoli in giudizio. A riportarlo è il The Sun che specifica che il difensore sostiene di aver ricevuto una consulenza per investire 80000 sterline al mese in obbligazioni cercando chiarimenti sui costi di risoluzione del contratto e la separazione dalla società in caso di insoddisfazione prima di procedere con tale investimento. L'inglese è rimasto sorpreso quando nel 2021 è poi stato informato per la prima volta che avrebbe subito una tassazione del 45% se avesse provato a liquidare i propri investimenti e afferma di non essere stato avvertito che tali commissioni avrebbero influito sul ammontare del capitale investito nel lungo periodo del bond (50 anni). Per questo motivo Smalling ha avviato una causa nel gennaio 2024 richiedendo il rimborso delle sterline pagate fino ad ottobre 2023. I legali dei consulenti sostengono che la citazione sia senza fondamento.
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Smalling fa causa ai suoi consulenti finanziari: chiesto rimborso di 750 mila sterline
Il difensore inglese con i suoi avvocati rivendica un rimborso dell'equivalente di quasi un milione di euro
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