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Siamo tutti puniti

(L’Avvelenata di Paolo Marcacci – ForzaRoma stadio) E che vuoi dire, prima di un derby come questo? Perlopiù se sei scaramantico e vuoi rispettare perlomeno il rito del nonsbilanciamento, chiamiamolo così.

Redazione

(L'Avvelenata di Paolo Marcacci - ForzaRoma stadio) E che vuoi dire, prima di un derby come questo? Perlopiù se sei scaramantico e vuoi rispettare perlomeno il rito del nonsbilanciamento, chiamiamolo così.

Che poi dovremmo essere cabalisticamente avvantaggiati, come vuole la tradizione per quelli che alla stracittadina arrivano peggio dell'avversario. Questa è la cosa che sorprende e questa è la riflessione non scaramantica che ci sentiamo di condividere: nonostante tutto quello che è successo a “loro”, noi siamo riusciti ad arrivarci peggio, al derby.

Lazio allo sbando, Lotito a colloquio con almeno due tecnici, Reja che va in trasferta e dirige sedute praticamente da ex; quindi le pseudo-decisioni che rientrano e i De Canio che restano in albergo dalle parti di Ponte Milvio; alla fine baci, abbracci e un sorriso largo per la vittoria sulla Fiorentina.

Nel momento in cui scriviamo, non sappiamo come in settimana evolverà la vicenda legata al “ritardo” di Daniele De Rossi: è facile prevedere il conflitto d'opinioni, sempre fervido in città dall'inizio della stagione e l'originalità di certe posizioni che, per cercare appigli assolutori nei confronti della società, chiameranno in causa ideologia e cultura, vedrete. Così come i detrattori della “Nuova Roma” (che sciocca definizione, se permettete) avranno stavolta campo sgombro nell'esternazione delle doglianze. La verità, l'unica certa, è che una tifoseria già frammentata e disorientata non meritava di arrivare ad un appuntamento come questo in un clima di tale destabilizzazione interna ed incertezza; perché abbiamo sempre deriso, per via di metafora, quei mariti che per far dispetto alla moglie si privano dei loro attributi.

Il codice etico può essere rispettato ed onorato in vari modi; siamo anche d'accordo che debba risultare, alla lunga, un vanto per la società; però ci sarebbe piaciuto anche vantarci di una Roma in grado di non prendere goal nei primi venti minuti bergamaschi e magari avremmo volentieri anche evitato gli “olé” della curva orobica, non proprio una gradinata di amici, per tradizione.

Già, la tradizione: un po' di pedigree romanista, in mezzo a tanto professionismo, non avrebbe guastato. Soprattutto perché arriva un derby, partita che non sarà mai uguale alle altre e chiunque l'abbia negato è sempre andato incontro a storiche cantonate, da una parte e dall'altra. Tra l'altro, potenza del paradosso, la stracittadina che qualcuno vorrebbe deprivata del suo storico pathos, finirà per ridursi quasi certamente a unico obiettivo stagionale, se prosegue questa china disastrosa in trasferta.

Tutto questo per dire che se c'era da punire eventuali mancanze sarebbe bastato innanzitutto attribuir loro il giusto peso e poi sanzionare la disattenzione senza danneggiare squadra e tifoseria. Fenucci a “La Domenica Sportiva” la settimana scorsa ha detto che la decisione su De Rossi darà frutti in futuro: quali sarebbero i frutti? Quale il futuro?