Il primo gol di un giocatore arabo con un club italiano, ma non solo. Ieri è stata la notte magica di Saud Abdulhamid tra assist, corse e quel sorriso alla alla Eddie Murphy stampato sul volto che ha conquistato tutto l'Olimpico. Ora Abdulhamid non è più solo la mascotte della squadra. Il ragazzo di Gedda non ha sbagliato nulla e anche contro il Como potrebbe partire titolare prendendosi una fascia da tempo orfana di un giocatore in grado di fare la differenza anche in fase offensiva. La prima rete di un giocatore arabo con un club italiano non poteva lasciare indifferenti i media sauditi che oggi lo celebrano ovunque. Migliaia i commenti sui social dei suoi connazionali (sceicchi compresi), che sono impazziti quando quella palla ha gonfiato la rete del Braga per il momentaneo 2-0 così come sono fioccati paragoni estremi e meme celebrativi da parte dei tifosi romanisti. Impennata anche nella vendita delle magliette col numero 12 dell’ex terzino dell’Al-Hilal cresciuto di fronte al Mar Rosso e con la passione per la musica rap.
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Saud, media arabi impazziti e un posto col Como. E sui social diventa Cafulhamid
Una mossa commerciale quella dei Friedkin, ma anche figlia della convinzione che Saud in Italia se la sarebbe cavata. "È importante lasciare un’eredità che contribuisca allo sviluppo del calcio per le nuove generazioni - sono state le sue parole rilasciate a Esquire Middle East -. Il mio obiettivo è quello di avere un impatto positivo sullo sport”. Una infarinatura di calcio europeo d’altronde Abdulhamid già ce l’aveva avendo giocato al fianco di giocatori come Neymar, Milinkovic-Savic e Koulibaly. Anche loro ieri si sono fatti sentire con Saud, quasi imbarazzato davanti alle telecamere a fine partita. Lui che è cresciuto col mito di Dani Alves e con il lusso di aver fermato Messi all'ultimo Mondiale. A fine partita tutti i compagni lo hanno abbracciato e hanno intonato cori per lui nello spogliatoio. Così come in Arabia, infatti, Saud sa farsi voler bene. A Trigoria tutti ne parlano bene e ha stretto un legame speciale con Koné e Ndicka. Ora arriva il difficile: confermarsi. Ma con quel sorriso Saud paura non ne ha.
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